Economia

In diminuzione i sostegni all'agricoltura nel mondo

Ridotti dal 30% al 18% gli aiuti in rapporto al reddito agricolo in due decenni. Secondo l'Ocse comunque non basta. Vanno ridotti i sostegni sui 258 miliardi di dollari che distorcono produzione e mercati

05 settembre 2014 | T N

Secondo il monitoraggio annuale dell'Ocse si consolida la tendenza a un ribasso degli aiuti agricoli nel mondo.

L'Unione europea, per sostegno al reddito dei coltivatori viene al sesto posto, con Norvegia, Giappone, Svizzera e Israele che destinano il doppio al settore primario.

Allargando lo sguardo notiamo comunque un repentino calo degli aiuti che, fino a due decenni fa, rappresentavano il 30% del reddito agricolo medio mondiale. Oggi tale percentuale è scesa al 18%.

Ma l'Ocse chiede di fare di più, poiché secondo l'organizzazione la metà dei 258 miliardi di dollari (194 miliardi di euro) destinati all'agricoltura nel mondo viene utilizzata per strumenti che distorcono la produzione e il commercio.

"I prezzi elevati delle commodity e gli alti redditi nel settore agricolo hanno creato le condizioni per una più profonda riforma delle politiche agricole, e molto di più deve essere fatto - ha detto il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría.

Il rapporto mette poi in luce le grandi differenze tra i paesi OCSE nel livello e nella composizione del sostegno agricolo e trova ineguale progressi compiuti nella riforma. Nonostante una tendenza generale a un minore supporto, in particolare rispetto ad aiuti alla produzione, vi sono forti disuguaglianze.

Australia, Cile e Nuova Zelanda destinano il 3%, sempre in rapporto al reddito, per aiuti alla produzione. La percentuale sale però al 40% e oltre in Islanda, Giappone, Corea, Norvegia e Svizzera.

Nelle conclusioni l'Ocse ha formulato alcune raccomandazioni per una riforma delle politiche agricole:
- dovrebbero essere tolti gli aiuti alla produzione per essere sostituiti con sostegni mirati, su esigenze specifiche e in linea con le politiche di incremento della produttività e della sostenibilità;
- studiare politiche generali più coerenti rispetto a temi come macroeconomia, commercio, struttura sociale e politiche ambientali;
- evitare di reintrodurre sostegni di supporto alla produzione, che possono portare a un aumento dei costi e distorsioni del mercato;
- investire i fondi liberati dal sostegno all'agricoltura in altri campi come istruzione, infrastrutture e la ricerca nel settore
- incrementare percentualmente le risorse destinate agli strumenti di gestione del rischio, ivi compresi quelli normali per il settore di riferimento, tra cui i climatici.

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