Cultura
Le whif, una cucina tutta da sniffare
Un rivoluzionario inganno dei sensi consente già, a tutti i cioccolato-dipendenti, di abusare di una tentazione irresistibilmente deliziosa. Basta un semplice soffio e si evitano sensi di colpa e chili di troppo
28 novembre 2009 | Paola Cerana
Dopo la cucina molecolare, che sfrutta le leggi dellâalchimia, in America è nata la cucina da sniffare, che sâavvale dei principi della sinestesia. Ne vengo a conoscenza casualmente, sfogliando una rivista, mentre il treno mi porta ancora una volta a Roma dove, guarda caso, mi aspetta una golosa cena insieme ai miei affezionati amici romani.
Leggendo, scopro però dâessere clamorosamente contro tendenza. Eh sì, perché oltre a pregustare la calorosa accoglienza dei miei ospiti, assaporo già con la mente il menù della serata: puntarelle con alici marinate, fave e pecorino, baccalà in guazzetto, dolci maritozzi e quel buon vino dei Castelli che rende lâatmosfera talmente effervescente da farmi passare ogni voglia di tornare al tiepido Nord. Invece, ahimè, leggendo un curioso articolo, scopro che tutti quei buoni sapori, sani e genuini, che amo rischiano lâestinzione.
Infatti, David Edwards, docente di ingegneria biomedica alla Harvard University, ha brevettato un inalatore in grado di liberare particelle profumate che, sniffate, danno la sensazione di mangiare esattamente il cibo di cui si respira lâaroma. Questâinalatore somiglia a un comune aerosol tascabile e utilizzabile più volte. Per ora è sul mercato solo al sapor di cioccolato, in quattro fragranze - mirtillo, mango, menta e fondente - al modico prezzo di un dollaro e mezzo ma, dato il successo che pare stia riscuotendo, immagino che presto tutti i sapori rischieranno dâessere sintetizzati e tradotti in profumi.
Questo rivoluzionario inganno dei sensi consente già a tutti i cioccolato-dipendenti di abusare di una tentazione irresistibilmente deliziosa, con un semplice soffio, evitando loro conflitti, sensi di colpa e chili di troppo. Oltretutto, senza alcuna controindicazione per il sistema respiratorio perché, le particelle emanate sono troppo grandi per penetrare nei polmoni e vengono, quindi, semplicemente assaporate e godute.
Il dispensatore di cioccolato volatile è stato battezzato Le Whif, da âwhiffingâ ovvero soffiante, appunto e, dopo un anno di sperimentazioni, a metà tra lâarte culinaria e la scienza medica, sta ora trionfando per il mondo, volando da Parigi a Chicago, da Hong Kong a Tokyo, accolto come una vera opera dâarte. Anche perché Le Whif non è nato solo come un semplice oggetto alimentare, ma è stato concepito come espressione artistica da Le Laboratoire, centro dâinnovazione delle arti e delle scienze con sede a Parigi.
Eâ già in vendita persino un libro, scritto dal suo creatore e illustrato da un grande artista nipponico di manga, che racconta il sottofondo ideologico del progetto e di come, in pratica, sia stato possibile realizzare un sogno. Naturalmente, è anche attivo un sito â www.lewhif.com - in cui si può seguire il programma del Le Whif World Tour, si può guardare la dimostrazione video del suo utilizzo ma soprattutto, si ha la possibilità di acquistare direttamente il prodotto, al prezzo speciale di 9,95 euro per ben sei Le Whifs!
Il business è garantito!
Lâidea di incapsulare i sapori è indubbiamente geniale, anche se mi lascia un poâ perplessa. Come rinunciare, ad esempio, al piacere di leccare un gelato che si scioglie sulla lingua? O a quello di gustare la schiuma di un cappuccino fumante sulle labbra? Come non addentare mai più una fragola matura per succhiarne tutta la dolcezza che sprigiona in bocca? E, soprattutto, come dire addio agli inviti galanti e alle cene romantiche a lume di candela, con gli occhi negli occhi, le ginocchia che si sfiorano sotto il tavolo, in un lento e allusivo pregustare, desiderare e assaporare?
Bisogna ammettere, tuttavia, che questâinvenzione, sfruttando la piacevole suggestione della confusione sensoriale, spalanca le porte su un universo ricco di spunti e fantasiosi stimoli, che potrebbe ampliarsi e finire per coinvolgere tutti i nostri sensi e, magari, scoprirne di nuovi. Forse, un giorno, questi soffi di piacere saranno addirittura affiancati da mini capsule, ancora più pratiche da distribuire e consumare. Un poâ come fanno già , per necessità , gli astronauti nello spazio ma con una piacevolezza e un appagamento completo, dato appunto dalla stimolazione congiunta di tutti i sensi.
Immagino pasta e pizza sintetizzate in pillole, le Eating-pills!
Pillole colorate e profumate, ovviamente, magari con forme diverse a seconda del cibo che evocano e, chissà , forse in grado anche di riprodurre il sonoro sgranocchiare di una patatina o lâeffervescente spumeggiare dello champagne.
Immagino come sarebbe completamente rivoluzionata, a quel punto, la vita quotidiana. Non più donne trafelate alle prese con piatti e fornelli, ossessionate da masochistiche diete, ma leggiadre creature che, in un batter di ciglia e con un semplice gesto, scelgono da un dispenser il menù del giorno, abbinando il soffio più indicato alla pillola desiderata.
Una pillola verde smeraldo a forma di fogliolina, con un soffio dâalici, al posto delle puntarelle; una bianca triangolare, insieme a un soffio di pepe, per il pecorino; unâaltra azzurra ondulata, con un soffio dâaglio, come guazzetto di pesce. E così via per tutti gli appetiti, evitando, oltretutto, di imbattersi in imbarazzanti retrogusti antibacio.
Che incredibile comodità ! Quanto tempo libero in più avrebbero le signore, a quel punto, per dedicarsi a se stesse e ai propri compagni. E come utilizzarlo allora? Naturalmente, immagino che ci si abbandonerebbe ad altre tentazioni, magari peccaminose, inseguendo piaceri proibiti e alimentando appetiti segreti sempre più intensi e fruibili con altrettanta facilità . E a quali godimenti più totali e coinvolgenti ci si potrebbe dedicare se non a quelli legati allâamore e al sesso?
Chissà mai che qualche genio non brevetterà , prima o poi, anche un whiffing dellâamore fisico, o meglio - perché no?- una pillola dellâorgasmo. Una Coming-pill che se ingerita sarà in grado di scatenare in pochi minuti lo stesso intenso piacere procurato da un rapporto fisico con la persona amata. Immagino una capsula color dellâoro, bella, stuzzicante, di dimensione, consistenza e forma leggermente variabili, in modo da assecondare la maggior parte dei capricci e dei desideri. Un piccolo sorso e voilà , ecco scatenarsi lâamplesso!
Sarebbe un appagamento garantito, senza rischi e conseguenze per le donne, e che libererebbe molti uomini dagli sforzi, spesso vani, di donare piaceri impossibili a signore difficili, costrette a recitare o a consolarsi con le proprie fantasie. Niente più donne deluse e frustrate, né maniaci stupratori, insomma. Inoltre, la pillola dâoro consentirebbe agli innamorati di concedersi e scambiarsi ripetuti attimi di piacere, assumendola insieme e contemporaneamente, in una preziosa quanto pratica intimità prêt-à -porter. Insomma, sarebbe una rivoluzionaria ubriacatura dei sensi che, senza dubbio, andrebbe a ruba in tutto il mondo, catturato inevitabilmente dal piacevole deliquio.
âSignorina cosa desidera da bere? Caffè? Tè? â¦â
Lâinserviente sul treno mi riporta gentilmente al presente. Con un sospiro riemergo dalle acrobazie della mia immaginazione e riprendo il viaggio nella realtà . Gusto e respiro il caffé fumante e lo trovo davvero buono. E mentre lo assaporo lentamente, rido tra me e me, pensando a cosa succederebbe se un giorno Le Whif fosse davvero superato da invenzioni simili alle mie visionarie fantasie e su un treno come questo, per esempio, al posto delle appetitose Eating-pills venissero, per sbaglio o per scherzo, distribuite a tutti i passeggeri le mie orgasmiche Coming-pills! Diventerebbe decisamente un viaggio molto movimentato.
Mi guardo attorno come a controllare che nessuno possa aver intuito i miei pensieri. Così mi accorgo di un signore grassottello e sudaticcio â forse salito da poco - che, dal sedile di fronte, mi fissa con le labbra mollicce e pendenti, atteggiate ad un mellifluo sorriso. Ho un sussulto e mi affretto a distogliere lo sguardo dal suo, prima che possa accennare ad un possibile approccio. La sgradevole visione ha comunque lâinevitabile effetto di portarmi a calare anzitempo il sipario sulle mie fantasie. Non così in fretta, però, da evitare unâultima improvvisa riflessione: se mai un giorno queste micro caramelle del piacere dovessero esistere davvero e mi capitasse che un passeggero seduto di fronte a me sul treno me ne offrisse una, ebbene lâaccetterò solo nel caso che si tratti di un esemplare allâaltezza del biglietto pagato. E io viaggio, sempre e soltanto, in prima classe. Andata e ritorno!
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