Cultura

Uno sguardo sull'arte / 12. Il grande genio creativo di Leonardo da Vinci

Marcella Farinaro ci propone il celebre dipinto de "L'ultima cena": appare una scena che si impone per la sua monumentalità, vissuta tra sentimenti di stupore e meraviglia

25 luglio 2009 | Marcella Farinaro



LEONARDO DA VINCI
L’ultima cena
Tempera a olio su due strati di preparazione gessosa stesi su intonaco,
cm 460 x 880

Eseguito tra il 1494-1487

Refettorio di Santa Maria delle Grazie, Milano




Leonardo (Anchiano di Vinci, Firenze, 1452-Amboise, Francia, 1519) con la sua infinita varietà di interessi si presta ad apparire assolutamente straordinario e irripetibile: è pittore, scultore, architetto, orafo, musico, scienziato, inventore, o almeno precursore di molte scoperte successive. Per capirlo pienamente occorre però collocarlo entro il suo ambito storico, spogliandolo dell’alone mitico che, nel corso dei secoli, gli si è venuto formando attorno.

Egli infatti è uomo del suo tempo. L’atteggiamento universalistico è fondamentale nel Rinascimento, per dominare razionalmente la realtà si deve conoscerla in tutti i suoi aspetti, senza limitazioni specifiche o preclusioni reverenziali.

L’importanza degli studi leonardeschi non è tanto della vastità, certamente straordinaria, del campo delle sue ricerche, quanto nel capovolgimento totale del metodo.

Nell’opera presa in considerazione il momento che Leonardo sceglie è quello più drammatico del racconto evangelico, quello in cui Cristo proferisce la frase: “uno di voi mi tradirà”.
Da queste parole partono quelli che verranno definiti i moti dell’anima; gli apostoli si animano drammaticamente, i loro gesti sono sia di stupore che di meraviglia.
C’è chi si alza perché non ha percepito le parole, chi si ritrae, come Giuda, sentitosi subito chiamato in causa.

Le figure degli apostoli si impongono nella scena per monumentalità, esse sono rappresentate in un spazio perfetto da un punto di vista prospettico. Attraverso un esemplare utilizzo della prospettiva-la quadratura del pavimento, il soffitto a cassettoni, le tappezzerie alle pareti, le tre finestre del fondo e la posizione della tavola - si ottiene l’effetto di sfondamento della parete su cui si trova il dipinto, tale da mostrarlo come un ambiente nell’ambiente del refettorio stesso.

IL QUADRO
Da sinistra a destra i personaggi rappresentati sono: Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni, Cristo, Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo, Matteo, Taddeo, Simone.




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