Cultura

Uno sguardo sull'arte. Giorgio Morandi, l’essenza come forma pura e non razionale

Marcella Farinaro presenta un'acquaforte del grande maestro bolognese, "Poggio al mattino". I paesaggi, come pure gli oggetti, appaiono in lui spogli e dimessi

31 gennaio 2009 | Marcella Farinaro



Giorgio Morandi
POGGIO AL MATTINO
Acquaforte su zinco
Cm 22x28

Eseguito nel 1927



Giorgio Morandi è una figura eminente dell’arte italiana del XX secolo. Solitario, schivo da ogni tipo di manifestazione ha sempre vissuto nella natia Bologna, apparentemente tagliato fuori dalla cultura internazionale. Ha avuto qualche contatto con i Futuristi ma non vi aderisce. Invece che distruggere i musei, preferisce meditare all’interno di essi, soprattutto su Giotto, Masaccio, Paolo Uccello e Piero della Francesca.

Questo tipo di preferenze insieme al suo amore per Cèzanne e alla conoscenza del cubismo, indicano il suo orientamento verso gli oggetti: l’oggetto va studiato non copiato e per comprenderlo appieno è necessario coglierne invece dell’apparenza transitoria, l’essenza come forma pura e perciò non razionale.

Anche il paesaggio viene sottoposto allo stesso processo di decantazione. I paesaggi di Morandi non sono mai “interessanti” o “belli”, come per gli oggetti , semplici e dimessi, anche i paesaggi sono spogli, alla luminosità di alcuni oppone la drammaticità espressionista di altri.

Giorgio Morandi alla Biennale di Venezia, 1948

Per quanto riguarda l’opera presa in considerazione, il "Poggio al mattino", si può notare che il nero non è la linea che disegna delimitando l’oggetto. Nero e Bianco si fondono in un fitto reticolo, con un’ intensità variabile che insieme alle rare zone libere, crea le forme, gli spazi e soprattutto l’atmosfera nella quale, come accade anche nelle pitture, essi vivono.


Per approfondire
La mostra al Mambo, a cura di Maria Cristina Bandera e Renato Miracco, dal
22 gennaio al 13 aprile 2009: link esterno

E inoltre, il Museo Morandi: link esterno

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