Cultura
Non di solo cibo vive l’uomo. L’olio della bellezza e il richiamo dell’eros
Un tempo tema centrale nella società, poi stranamente trascurato per molti secoli. Ora ritorna in primo piano, con le preziose testimonianze della sessuologa Adele Fabrizi e del cosmetologo Giovanni D’Agostinis
03 maggio 2008 | Maria Carla Squeo
Olio e cosmesi. Olio ed eros. Ci sono temi che dovrebbero essere centrali e determinanti. Perché fanno parte della storia e della natura umana. Eppure câè un vuoto incredibile di secoli su certe tematiche. Infatti, dopo che nel corso dellâantichità lâolio ricavato dalle olive ha avuto un ruolo di grande rilievo, a partire dallâetà moderna, e più in particolare dal 1700, la presenza dellâolio di oliva in cosmesi è stata accantonata per dare spazio a profumi a base alcolica.
Ora invece tornano in auge, anche perché si scopre che lâolio di oliva fa bene, nutre la pelle, essendo un prodotto naturale per eccellenza e, come tale, rispetta la nostra cute più di altri prodotti cosmetici.
Il recupero, la stabilizzazione e valorizzazione della componente antiossidante presente nellâolio di oliva, come pure in altri prodotti scaturiti dalla pianta dellâolivo consente un ampio impiego da parte dellâindustria cosmetica e nutraceutica. Tanto da essere diventato ormai un grande affare economico. Eâ soprattutto in Francia e Spagna che tali attenzioni sono state espresse al meglio. In Italia câè un ritardo culturale pesante, se non fosse per alcune felici eccezioni, con realtà , per esempio, come Linea Mediterranea, e altre che si sono affacciate di recente sul mercato.
In Italia non si pensa a queste cose, ma dallâoleuropeina ricavata dai residui di potatura vi è un ricco potenziale patrimonio di un componente importantissimo come lâidrossitirosolo, che noi disperdiamo, ma che altri invece estraggono per fini appunto cosmetici.
Di questi argomenti si era parlato lo scorso marzo a Trieste, in occasione della seconda edizione di Olio Capitale. Eâ stato un convegno importante per quanto si è detto e fatto. Si è detto, attraverso le parole e i pensieri della sessuologia Adele Fabrizi, dellâ Istituto di Sessuologia Clinica presso lâUniversità âLa Sapienzaâ di Roma, e del cosmetologo Giovanni DâAgostinis, che in materia di cosmetici è un autentico maestro, avendo seguito le aziende più prestigiose del mercato.
Olio ed eros
âNon è un caso â ammette la Fabrizi - che la dea della bellezza, Artemide, nasca proprio sotto la pianta produttrice dâolio, lo stesso olio di oliva utilizzato sin dallâantichità per la cura del corpoâ.
Câè una lunga storia alle spalle. âLa produzione e lâuso dei profumi in olio dâoliva risale al quarto millennio avanti Cristoâ. Eâ un dato certo, âinfatti i primi vasetti da unguenti e profumi compaiono nei corredi delle tombe egizie del periodo pre-dinastico del 3500 avanti Cristoâ. Lâintervento della dottoressa Fabrizi è molto accurato, scende nei dettagli storici: : âA Saqqara â aggiunge - in tombe dellâantico regno sono state trovate rappresentazioni di massaggi eseguiti con olio dâolivaâ. Non solo: âNel papiro egiziano Ebers, di contenuto medico e scientifico, si trova una ricetta antirughe a base di olio dâoliva per la cura della pelleâ. Insomma lâaccostamento olio e bellezza ha radici antiche e solide, che vanno prese in seria considerazione. Eâ soprattutto a Cipro, in particolare a Pyrgos che âsono state ritrovate tracce importanti della produzione di profumi e unguenti per il corpo a base di olio dâolivaâ.
Basti ricordare il mito di Afrodite.
Che rapporto esiste tra olio di oliva ed eros? âIl profumo a base di olio di oliva â precisa la Fabrizi â era inteso ai tempi dellâantica Roma quale strumento privilegiato di seduzione erotica. I massaggi con lâolio dâoliva erano comuni per rilassare i muscoli degli atleti greci o, a Roma, dopo una seduta alle terme, per ritrovare vigoreâ.
Ma il rimando allâeros, più nei dettagli? âSecondo le regole del Tantra â spiega Adele Fabrizi - il massaggio, châè alla base di unâesperienza sessuale profonda, è costituito da carezze e sfioramenti eseguiti dal partner lungo tutto il corpo con tocco leggero, ricorrendo a un olio, meglio se dâoliva. Alla manipolazione muscolare non deve per forza seguire lâatto sessuale: è semplicemente un momento in cui ci si dona piacere, in cui chi fa il massaggio muove le mani in senso orario e lavora come se volesse allentare i muscoli del partner allargandoli, così come si allenta lâintreccio di una cordaâ.
Lo sguardo del cosmetologo
Il comsetologo è una figura professionale oggi di primo piano. âMa non può essere percepita alla stregua di un semplice chimicoâ, tiene a precisare Giovanni DâAgostinis. Laureato in chimica industriale presso l'Università di Bologna, DâAgostinis è stato tra lâaltro allievo del grande Paolo Rovesti. âIl cosmetologo non mescola a caso, ma studia e approfondisce altre scienze, diciamo collaterali, che permettono una conoscenza più particolareggiataâ. Per conseguire tale professione â avverte DâAgostinis â ânon è possibile solo attraverso lo studio universitario. Occorre andare oltre. Per esempio lâimpegno dei cinesi è emblematico in tal senso. Esistono 400 mila rimedi antichi che andrebbero oggi studiati con attenzione dal punto di vista chimico, farmacologico e tossicologico. Il mondo vegetale offre grandi opportunità per la scienza cosmetica, ma va approfondito in maniera sistematicaâ. E nel mondo vegetale certe piante hanno un ruolo di primo piano, come nel caso dellâolivo e dei suoi derivati, lâoliva, le foglie, lâolio che si ricava dalla spremitura delle olive, ma anche i sottoprodotti della lavorazione hanno un loro senso e una loro efficacia.
âEsiste un matrimonio perfetto tra agricoltura e cosmesiâ, dice in maniera perentoria DâAgostinis. E aggiunge: âper diverso tempo lâolio che si ricava dalle olive è stato dimenticato, per ragioni puramente pratiche, perché non era capace di emulsionare beneâ. Invece, studiato e approfondito, è possibile trovare la soluzione applicativa giusta. Nulla va trascurato, perché â tiene a precisare con una certa soddisfazione DâAgostinis â lo spirito della pianta è fondamentaleâ. Già , il comsetologo DâAgostinis ha le idee molto chiare in proposito: âOccorre utilizzare la pianta dellâolivo in toto. Per un semplice motivo: perché i nostri progenitori utilizzarono la pianta tal quale, senza trascurare nulla. Di conseguenza, anche le cellule del nostro organismo se le ricordano ancoraâ. Già , è per questo che la pianta dellâolivo, e quanto si va ricavando da questa pianta, in maniera diretta e indiretta, va impiegato per fini cosmetici. Eâ molto importante. Non è un caso che oggi, che vanno di moda i prodotti maturali, lâolivo, lâoliva, le foglie dâolivo, lâolio e quantâaltro si va riferendo più o meno direttamente alla pianta di Minerva, sono ampiamente utilizzati e pubblicizzati.
I componenti presenti nellâolio di oliva, in particolare, sono molto importanti. Per questo oggi si cerca di inserire lâolio di oliva, soprattutto se extra vergine, nelle varie formulazioni. Ma DâAgostinis avverte il consumatore: âOccorre prestare la massima attenzione alla percentuale con cui è realmente presente. Non è sufficiente dunque la presenza della sola dicitura nellâelenco degli ingredienti. Non bastaâ.
DâAgostinis è una voce autorevole, avendo presieduto la Società italiana di chimica e scienze cosmetologiche ed è oggi direttore scientifico della rivista mensile âKosmeticaâ, edita da Tecniche Nuove.
âLe aziende serie â dice â quando riportano con evidenza la presenza dellâolio di oliva, devono per legge metterlo per davvero e in quantità significative, non per finta. In etichetta si può accertare tale presenza percentuale: più olio di oliva câè, più in alto nella lista degli ingredienti compare. Se compare in cima alla lista â conclude DâAgostinis â vorrà dire che ce nâè di più in percentualeâ. Eâ facile dunque accertarsene di persona, senza essere per questo degli esperti.
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