Cultura
Il simboli del sale: ecco perchè rovesciarlo porta sfortuna
La caratteristica del sale più appariscente che lo rende irrinunciabile nell’antichità è la sua inalterabilità e conservabilità, che negli usi rituali e simbolici lo fa assurgere ad ideale di purezza ed incorruttibilità dei corpi
24 gennaio 2025 | 12:00 | Giulio Scatolini
“Niente non vuol sale”.
Basterebbe questo lapidario proverbio annotato nel famosissimo libro del Giusti ed del Capponi (Proverbi toscani….,1871), per comprendere il grande valore concreto, ma soprattutto simbolico di questo prodotto che Omero definisce addirittura “divino” (Iliade IX, 214) e il cui mancato utilizzo contraddistingue le popolazioni barbare da quelle civili; nell’Odissea (canto XI, 122-123) infatti l’indovino Tiresia predice ad Ulisse che approderà presso genti ai confini del mondo “che non conoscono il mare e non mangiano cibi conditi con il sale”. Plinio più tardi confermerà (Storia naturale, XXXI, 88) che “senza sale non si può condurre una vita civile”.
Di sicuro la caratteristica più appariscente che lo rende, per chi lo conosce, nell’antichità, irrinunciabile, è la sua inalterabilità e conservabilità, che negli usi rituali e simbolici lo fa assurgere ad ideale di purezza ed incorruttibilità dei corpi. Era d’altronde di vitale importanza, quando ancora non esisteva il frigorifero, preservare la carne animale, proveniente dalla caccia, in maniera duratura nel tempo, con questo miracoloso elemento che addirittura permetteva l’essiccazione di tale selvaggina.
Rovesciare il sale: cattivo presagio
Il suo rovesciamento accidentale, come nel caso dell’olio, non può che essere, quindi, nefasto presagio, perché appunto ingrediente troppo prezioso sia nell’alimentazione, sia nei riti magici che nelle cerimonie religiose.
Secondo alcuni autori tuttavia i diversi aspetti del simbolismo del sale deriverebbero dal fatto che esso è estratto dall’acqua del mare mediante evaporazione; esso sarebbe come scrive L.C. de Saint-Martin (Tableau naturel des rapports qui existent entre Dieu, l’homme e l’Univers, 1946) “un fuoco liberato dalle acque”, quintessenza ed opposizione. Ossia il sale è al tempo stesso sia mezzo di conservazione che di distruzione, per corrosione; per questo tale valenza simbolica “si applica alla legge delle trasmutazioni fisiche come alla legge delle trasmutazioni morali e spirituali” (Devoucoux. Etudes d’archeologie traditionelle, 1957). Così se da una parte i Romani spargevano sale sul suolo, delle città che avevano conquistato e raso a terra, per renderlo per sempre sterile, dall’altra, in Giappone, la raccolta del sale è oggetto a tutt’oggi di un importante rituale. Posto in piccoli mucchi all’ingresso delle case, sul parapetto dei pozzi o sul suolo dopo le cerimonie funebri, il sale ha il potere di purificare i luoghi e gli oggetti, che con esso vengono cosparsi, dopo inavvertite contaminazioni; così i campioni di sumo lo spargono sul ring prima dei combattimenti in segno di purificazione e lealtà, mentre il sale viene sparso all’interno dell’abitazione subito dopo la partenza di una persona detestabile che ha fatto visita. (J. Chevalier A. Gheerbrant. Dizionario dei simboli, 1987).
Da quanto sopra detto, facilmente si deduce che il significato negativo dello spargimento involontario del sale va ricercato in tempi ben più remoti che quelli relativi al famosissimo affresco di Leonardo situato in Santa Maria delle Grazie a Milano, in cui la figura di Giuda viene rappresentata mentre rovescia la saliera sulla mensa dell’Ultima Cena. Si tratterebbe in questo caso di una correlazione superficiale e riduttiva di altri contesti simbolici e storici che, pur tuttavia, alcuni studiosi, nel passato, hanno proposto.
I simboli del sale: dall'eternità ai legami con la sessualità
Secondo interpretazioni più articolate e profonde l’origine del cattivo presagio legato al rovesciamento fortuito del sale va addirittura riferito all’alleanza, denominata appunto “patto del sale”, contratta in maniera inviolabile e perenne dagli Ebrei con il Signore (Numeri 18,19) e ben simboleggiata dall’incorruttibilità del sale; da ciò sarebbe derivato la metafora che il sale rappresenti, anche al di fuori dell’ambito religioso ebraico, l’amicizia, la lealtà e l’ospitalità che suggellano l’alleanza tra i popoli; il suo rovesciamento durante un pranzo o un banchetto sarebbe quindi da interpretare come una messa a repentaglio dell’amicizia fra i convitati o il tradimento della vera ospitalità (P. Batoli. Tocca Ferro, 1994). Proprio per tale motivo i Romani attribuivano un forte valore sacro alla saliera, che doveva sempre essere ben evidente sulla tavola dei commensali.
Il suo valore simbolico era talmente importante che la preziosa stoviglia doveva essere gelosamente e religiosamente tramandata di padre in figlio; scrive infatti Orazio (Odi II, 16, 14): “Vivitur parvo bene cui paternum splendet in mensa tenui valium”. (Vivi bene con poco colui sulla cui modesta mensa risplende la saliera dei padri).
Questa credenza si tramandò nei secoli, tant’è che anche nell’Europa medioevale la saliera era collocata, con cura e grande rispetto, sulla tavola, prima di tutte le portate.
In tale contesto storico il sale in quanto simbolo di incorruttibilità e di eternità si riteneva anche che fosse temuto dal demonio e dalle streghe e per questo veniva utilizzato nelle pratiche esoteriche e per rompere sortilegi e malefici; in Sicilia per esempio si credeva che la salita di una donna mestruata provocasse la rottura della spina dorsale dell’asino, se prima non si fosse sparso sale proprio sulla schiena dell’animale; in Romania la superstizione imponeva alle donne incinte che sospettavano di essere state guardate, di nascosto, da un vampiro, di mangiare il sale: ciò avrebbe impedito che il futuro figlio diventasse vampiro lui stesso. (A. Di Nola. Lo specchio e l’olio, 2000). Tali credenze mettono in evidenza quella che è una delle correlazioni simboliche più ricorrenti con lo spargimento fortuito del sale: la sfera della sessualità.
Famoso a tale proposito è il saggio dedicato da Ernest Jones proprio alla superstizione del sale rovesciato e ai suoi legami simbolici con la sessualità. In tale studio lo pscicoanalista inglese dopo aver spiegato tutte le proprietà fisiche e le corrispettive valenze simboliche del sale, testualmente scrive: “Se nella precedente esposizione avessimo omesso la parola sale, chiunque ha dimestichezza con il simbolismo inconscio e anche chi di tale esperienza è digiuno, l’avrebbe presa per una presentazione magniloquente e circonlocutoria di una idea ancora più familiare: quella del seme umano” (E. Jones. Saggi di psicoanalisi applicata II. Il Folklore, antropologia, religione, 1972). Tutto il lavoro dello studioso, che riporta tantissime testimonianze di folklore relativo a popoli molto diversi e lontani, è appunto finalizzato a dimostrare che “la credenza superstiziosa di versare il sale a tavola porti sfortuna…..credenza pressoché universale” è basata sull’associazione inconscia di correlare questo atto con l’eiaculazione precoce, ossia con il significato più profondo e arcaico di questo disturbo, che è quello dell’impotenza sessuale. Jones sostiene che tale interpretazione “risulta avvalorata dalla pratica a cui si ricorre per contrastare le conseguenze negative dello spargimento del sale, consistente, come è noto, nel gettarne un pizzico dietro le spalle” (P. Batoli. Tocca ferro, 1994); un gesto, anzi un rito, rivolto a neutralizzare il demonio i cui malefici sono principalmente diretti appunto a colpire la sfera sessuale dell’uomo.
Il sale è infine anche simbolo di acume ed intelligenza; così in Umbria, e in alcune regioni limitrofe, di persona un po’ sciocca e frivola si dice “quello lì è sciapo”; mentre di persona attenta ed oculata si suole dire “quello ha sale in zucca”.
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