Cultura

L'ACCADEMIA DELL'OLIVO E DELL'OLIO GUARDA AL FUTURO

Nominati neo accademici, tra gli altri, il direttore di "Teatro Naturale" Luigi Caricato e il direttore Unaprol Ranieri Filo della Torre. Secondo il presidente Montedoro, occorre “sorreggere un sistema di scambi a feedback tra mondo della ricerca, sistema produttivo, distribuzione, mercato e consumatori”

19 maggio 2007 | Maria Carla Squeo

La cornice di Palazzo Ancaiani a Spoleto era incantevole, come la città del resto.
All’interno del Palazzo vi è la sede sia dell’Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio, sia quella del Cisam, il Centro italiano studi sull’alto medioevo. C’è il respiro della cultura nelle stanze di un palazzo antico e carico di storia.

Qui, in una splendida giornata di sole primaverile, si è tenuta l’assemblea dei soci dell’Accademia dell’olivo e dell’olio, prestigioso sodalizio di saggi presieduto dal professor Gian Francesco Montedoro.

Fondata nel 1960 a Spoleto, l’Accademia ha avuto come presidenti il sen. Giuseppe Salari (nel periodo 1960 – 1979) e il professor Nestore Jacoboni (1979 – 1998).
Tra gli scopi statutari, come si legge anche nel sito internet link esterno, quelli senza dubbio di maggiore interesse riguardano la promozione di studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti l'olivo ed i suoi prodotti; ma anche l'organizzazione di convegni, seminari e la trattazione dei più vitali problemi di ordine tecnico-economico, giuridico e nutrizionale nel quadro dell’agricoltura e dell'economia nazionale ed internazionale; non solo, anche l’assunzione di iniziative concernenti la realizzazione di mostre olivicole regionali, nazionali e internazionali; il collegamento, nello svolgimento del proprio lavoro, con le istituzioni pubbliche e/o private nazionali ed internazionali. Un’Accademia che intende aprirsi al futuro con uno sguardo nuovo e sempre propositivo, è questa l’intenzione dichiarata dall’attuale presidente Gianfrancesco Montedoro.

Da qui l’individuazione di nuove figure di accademici, i cui neo nominati sono, con il titolo di “accademico corrispondente”: Luigi Caricato, Pierluigi Crescimanno, Sandro Dettori, Claudio Di Vaio, Ferruccio Giametta, Ranieri Filo della Torre, Antonio Motuisi e Francesco Visioli.

Il direttore Unaprol Ranieri Filo della Torre riceve il titolo di accademico dal presidente Montedoro

Sono stati invece nominati “accademici ordianri” Angelo Guidobaldi, Fausto Laureti, Biagio Mincione, Guido Morozzi, Rosario Muleo e Annalisa Rotondi.

“Con tali figure – ha dichiarato Montedoro – intendiamo dare nuovo vigore all’Accademia, con la speranza che la loro partecipazione, nella continuità dello spirito di sempre, contribuisca a rendere sempre più visibile in termini concreti l’istituzione stessa dell’Accademia, i cui scopi, è bene ricordare, sono principalmente improntati a valorizzare l’intero settore olivicolo e oleario”.

Il momento attuale è gravido di buoni auspici, ma nel contempo fa rivelare una sofferenza del mondo produttivo, relativamente alle forti penalizzazioni che si registrano nei mercati con condizioni non sempre remunerative per chi produce extra vergine in Italia. Secondo Montedoro, “costi di produzione, produttività delle piante, etichettatura, classificazione e carenza di controlli sono alla base di alcuni riscontri negativi. E’ tempo – precisa il presidente dell’Accademia Montedoro – di implementare e sorreggere un sistema di scambi a feedback tra il mondo della ricerca, il sistema produttivo, la distribuzione, il mercato e i consumatori, che consenta uno scambio costante e il trasferimento in questo ambito delle conoscenze e più in particolare delle innovazioni tra i vari soggetti della filiera soprattutto con riferimento alla qualità e alla percezione della medesima da parte di quest’ultimi”.

In tutto ciò, il ruolo dell’Accademia dell’olivo e dell’olio è senz’altro importante. Molte le attività formative e divulgative, l’organizzazione e la partecipazione a congressi e convegni, ma anche le attività promozionali ed editoriali. Il resoconto è largamente positivo, ciò che occorre, semmai, è che il comparto oleario sostenga finanziariamente il sodalizio. Solo sostenendo simili realtà sarà possibile giungere ad obiettivi alti, utili per tutti, a vantaggio esclusivo sia del prodotto olio di oliva, sia dello stesso comparto produttivo.

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