Cultura

Storie vere e leggende del Natale, per guardare con occhi nuovi ai simboli delle Feste

Dal bastoncino di zucchero, famoso soprattutto nella cultura anglosassone, all'albero di Natale, passando per le campanelle, che compaiono in tante decorazioni, così pure l'agrifoglio. Molti simboli delle Feste sono indissolubilmente legati alla natura e alla ruralità

21 dicembre 2018 | T N

Spesso compriamo le palle di Natale o altri addobbi, come le campanelle o le ghirlande di agrifoglio, senza conoscerne la storia o le leggende che circondano questi simboli delle Feste.

Partiamo dal presepe, tradizione cattolica per eccellenza, nata in Italia. Quello che conosciamo oggi è frutto dell'ingegno di San Franceso. Nel 1223 di ritorno dalla Terra Santa, poco dopo l’approvazione della Regola dei frati Minori, si recò all’eremo di Greccio e volendo celebrare il Natale in quel luogo, che gli appariva molto simile a Betlemme, pose un altare sopra una mangiatoia, (presepe significa proprio mangiatoia), fece portare della paglia, un asino ed un bue, di seguito celebrò l’eucarestia. Poi, il grande successo dell'iniziativa, portò a un'evoluzione naturale del presepe, con molte figure che rievocano gli scritti del Vangelo.

Pochi sanno, però, che già nel quarto secolo troviamo nelle catacombe di Roma immagini della natività e che il primo presepe con le classiche statuine si deve ad Arnolfo di Cambio, scultore di otto statuine lignee che rappresentavano la natività e i Magi. Questo presepio, per la prima volta esposto nel 1283, è tutt'oggi conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

Il primo presepe al mondo conservato a Santa Maria Maggiore (Roma)

Altri simboli cristiani del Natale sono certamente le campanelle e l'agrifoglio.

La campane sono un segnale, per molti secoli utilizzato per richiamare i fedeli in Chiesa, ma anche nelle campagne, sulle bestie, servivano come indicatore acustico della presenza. In questa duplice veste le campane, più comunemente campanelle nell'iconografia attuale, ci avvicinano al Natale.

Vi è però anche una storia, intensa e commuovente al tempo stesso, a ricordarci il loro simbolismo: "i pastori si affollarono a Betlemme mentre viaggiavano per incontrare il neonato re.
Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo l'annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo da Gesù Bambino.
Nessuno aveva tempo per lui.
Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in lontananza il lieve rintocco di una campana da bestiame.
Pensò "Forse quella mucca si trova proprio nella stalla dove è nato Gesù bambino!" e seguì la campana fino alla stalla ove la mucca portò il bimbo cieco fino alla mangiatoia dove giaceva il neonato Gesù."

Altre icone del Natale ci vengono da altre culture, come l'agrifoglio, il cui utilizzo per celebrare il Natale nacque in Irlanda. Al di là della bellezza della pianta, vi sono alcuni simbolismi che legano l'agrifoglio al Natale cristiano: la forma delle foglie della pianta rammenta la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue, mentre i boccioli bianchi la purezza della Madonna. 

Per i più piccoli, ma anche per i grandi, una piccola leggenda natalizia che ha come co-protagonista proprio l'agrifoglio: "Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo. Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d'alloro per il neonato re. Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere. Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell'orfanello in bacche rosse."

Il simbolo che ormai non manca mai in ogni famiglia è l'albero di Natale. L'abete, pianta che compare secondo molte leggende anche nell'Eden, è simbolo della vita. Nella tradizione cristiana l'albero di Natale è "l'albero cosmico", cioè la manifestazione divina del Cosmo, dove le luci rappresentano Cristo che illumina l'umanità e i doni e le decorazioni simboleggiano la sua generosità verso gli uomini. Si tratta, però, di una rappresentazione liturgica alquanto recente se consideriamo che la prima apparizione dell'abete natalizio, addobbato a festa, sarebbe a Tallin, in Estonia nel 1441. Attorno a quest'albero giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Poi, di passaggio in passaggio, troviamo l'albero di Ntale, più simile a quello che conosciamo oggi, in Germania nel 1500. Una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.  E poi una cronaca di Strasburgo annota nel 1605: "per Natale i cittadini si portano in casa degli abeti, li mettono nelle stanze, li ornano con rose di carta di vari colori, mele, zucchero, oggetti di similoro".

Un simbolo certamente più recente di Natale è il bastoncino di zucchero (Candy Cane), famoso soprattutto nella tradizione anglosassone. Molti lo considerano un'invenzione americana, in realtà viene dalla Germania. Si narra che il Maestro del Coro della Cattedrale di Colonia volesse trovare qualcosa per tranquillizzare dei chiassosi bambini durante la rappresentazione della natività. Si doveva trattare di qualcosa di buono ma anche di simbolico e un dolciario della città creò questo dolcetto che non è un bastoncino. La forma, infatti, è quella della J di Jesus ma ogni elemento serve a ricordare elementi della tradizione cristiana. I colori sono stati scelti per rappresentare l'importanza di Gesù: il bianco per la purezza e l'assenza di peccato in Gesù (Heb 4:15) , e la larga striscia rossa rappresenta il sangue di Cristo versato per i peccati del mondo (Giovanni 19:34-35). Il sapore del bastoncino è di menta piperita che è simile all'issopo, pianta aromatica della famiglia della menta usato nel Vecchio Testamento per purificare e sacrificare e Gesù è il puro agnello di Dio venuto a sacrificarsi per i peccati del mondo. 

 

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