Mondo Enoico
Il progetto Proinos per tutela delle risorse idriche e innovazione in viticoltura
L'attività, che coinvolge tre prestigiose Università italiane, affronta tre ambiti tecnici principali della viticoltura del futuro che possono avere impatto sull’acqua: difesa dalle avversità, fertilizzazione e irrigazione
07 gennaio 2020 | C. S.
Ridurre l’impatto della coltivazione della vite sull’acqua è possibile: lo testimonia una task force costituita da 400 aziende vinicole del Veneto, socie della Cantina Sociale di Orsago che guida altre 42 aziende pilota partecipanti al progetto Proinos, la cui seconda fase operativa per il 2020 è stata presentata a Roncade (TV), prima di Natale. L’iniziativa ha lo scopo di dimostrare l’efficacia di un modello di gestione del vigneto orientato alla sostenibilità e, in particolare, alla corretta gestione della risorsa “acqua”, sempre più preziosa a causa di cambiamenti climatici, quali la siccità o la variazione dei regimi pluviometrici.
Tra i partner del Gruppo Operativo sono presenti tre Università prestigiose (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Padova e Università Ca’ Foscari di Venezia attraverso il proprio spin-off GreenDecision) e il Consorzio di Bonifica Piave, responsabile della gestione del reticolo idrografico dell’area di progetto. Il progetto è finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione del Veneto 2014/2020 e affronta tre ambiti tecnici principali della viticoltura che possono avere impatto sull’acqua: difesa dalle avversità (impatto dei fitofarmaci), fertilizzazione (lisciviazione dei nutrienti nei copri idrici) e irrigazione (necessità di elevati volumi d’acqua). Questo mix di approcci diversi ma tutti convergenti verso una gestione sostenibile complessiva del vigneto, intende dimostrare che strade virtuose possono produrre anche maggiori valori economici, soprattutto se rafforzati – come in questo caso – dal raggiungimento degli standard pubblici di certificazione VIVA e SQNPI.
Come spiega Pierclaudio De Martin, presidente della Cantina di Orsago, capofila del Progetto Proinos, "è da circa 3-4 anni che il sentiment della sostenibilità ambientale cresce tra l’opinione pubblica e inevitabilmente anche tra gli imprenditori del settore agricolo, che nei i vigneti ci vivono e lavorano. A fronte di questo è sempre più necessario un cambio di mentalità che preveda non un atteggiamento di difesa, ma l’anticipazione e l’attuazione di determinate evoluzioni riguardanti il mondo dell’agricoltura, che noi abbiamo adottato già tre anni fa con l’avvio del progetto di “Innovation Brokering Proinos” sulla sostenibilità nella coltura del prosecco, e per il quale vantiamo una sorta di diritto di primogenitura. Ora siamo entrati in una nuova fase, sicuramente più operativa, grazie ai finanziamenti del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Questo secondo step è riuscito a coinvolgere 40 aziende della Cantina di Orsago, tra le più significative in quanto occupano 1/3 della sua superficie vitata, con la speranza di aggiungere gli altri 2/3 nell’arco di due anni e quindi arrivare a quel 66% che ci permetterebbe di ottenere la certificazione territoriale tramite gli standard VIVA e SQNPI.
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