Mondo Enoico
Il vigneto Italia perde colpi e terreno mentre l'export extracomunitario traina il settore
Continuano le crescite a due cifre in Russia e Cina, bene anche Canada e Stati Uniti. Il nostro paese però perde 9000 ettari di vigneti soprattutto in Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna
22 giugno 2013 | T N
Mai come negli ultimi anni si registrano dati contrastanti nel settore vitivinicolo.
Da una parte Winemonitor di Nomisma segnala una buona perfermance nell'export dei paesi extra Ue, dall'altra parte l'Unione italiana vini dice che l'Italia veleggia ormai al limite dei 650mila ettari vitati.
Nel 2012 il nostro Paese ha assistito all’ennesima riduzione di superfici a vite. L'Italia scende a 655.000 ettari, 9.000 in meno rispetto al 2011, 138.000 rispetto al 2000, quando si coltivavano circa 790.000 ettari a vigna. Tuttavia, scorrendo la situazione per regioni, le eccezioni non mancano. Se le perdite di superficie maggiori sono riscontrate in Sicilia (-4.000 ettari), Piemonte (-2.500), Emilia Romagna (-2.000), Sardegna (-1.700), in aumento risultano invece le superfici in Veneto (+1.400 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+800), imputabili all'effetto Prosecco. Si è stoppata l'erosione di vigneti in Puglia, regione che tra 2000 e 2011 aveva perso oltre 24.000 ettari di superficie, concentrati per lo più nel Salento, mentre sono ripartiti gli impianti nelle zone del Nord della regione.
“Non nascondiamo la preoccupazione per la perdita di potenziale viticolo nel nostro Paese – commenta Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini – questo fenomeno, oltre a rappresentare in certe aree sensibili un pericolo in termini di stabilità idrogeologica dei terreni, porta all’erosione di un patrimonio difficilmente recuperabile, che si traduce in abbandono del territorio, perdita di tradizione e cultura legate alla viticoltura, che a sua volta intacca il fascino che il nostro Paese può rappresentare per quel turismo enogastronomico che negli ultimi anni ha dato forte impulso alle economie locali. Sollecitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a non sottovalutare il problema e a porre in atto politiche che possano incentivare il ritorno in vigneto dei giovani e al contempo rendano meno difficile la vita per quelle aziende interessate a investire nella viticoltura. Questo – continua il presidente UIV – può essere attuato abbattendo la burocrazia e uniformando le procedure tecniche: troppo spesso a scoraggiare gli imprenditori è la diversità di leggi e regolamenti non solo tra regioni, ma addirittura fra territori confinanti. Al contempo – conclude Zonin – è necessario rendere più appetibili da un punto di vista economico gli incentivi alle ristrutturazioni dei vigneti, che negli ultimi dieci anni sono state un fattore propulsivo importante che ha consentito di rendere il vigneto italiano più performante e remunerativo”.
Il bilancio dell’export di vino italiano nel primo quadrimestre 2013 è largamente positivo, almeno per quanto riguarda i Paesi Terzi, quelli cioè oggetto di promozione finanziata dall’OCM vino. Segno che questi investimenti continuano a dare buoni frutti sul fronte delle vendite per le nostre imprese. I dati sulle importazioni di vino italiano nei principali mercati extra-Ue (USA, Canada, Cina, Giappone, Svizzera e Russia) segnalano infatti una crescita dei valori che nel I quadrimestre 2013 (rispetto allo stesso quadrimestre dell’anno precedente) sono andati da un minimo del +5,4% per il Giappone ad un massimo del +71,5% in Russia. E la cosa più interessante è che i vini italiani hanno registrato performance migliori della media del mercato, almeno in 4 paesi su 6.
Occorre sottolineare che, alla luce degli “intoppi” burocratici che avevano contraddistinto il mercato russo nel 2012 (ci si riferisce al blocco delle licenze che ha coinvolto molti importatori russi in seguito a questioni politico-burocratiche), il dato sulla crescita nelle importazioni di vini italiani in questo paese deve essere interpretato come una sorta di “recupero” dei quantitativi perduti l’anno scorso, tanto più se si considera che nel caso degli spumanti la variazione è pari al +338% (i russi amano gli spumanti aromatici: l’Asti rappresenta più dei due terzi dello spumante italiano esportato in Russia).Ma al di là di tale eccezione, le evidenze per brindare a questo primo giro di boa sono inconfutabili. Le importazioni di vini italiani crescono in tutti e 6 i mercati considerati dal punto di vista dei valori, mentre scendono nei volumi in Canada, Cina e Svizzera.
L’incremento nel mercato cinese è pari al +35,5% (in valore) a fronte di un corrispondente aumento medio delle importazioni di vino nel paese che si ferma ad un +14%.
Ancora più significativa la performance dei nostri vini sul mercato giapponese: qui gli acquisti di vino italiano mettono a segno un +5,4% a fronte di un calo complessivo nell’import del paese del sol levante del 3,9%. Infine, uno sguardo al trend delle tipologie. Salvo il caso del Giappone, in tutti i mercati extra Ue presi in esame sono i vini spumanti/frizzanti ad evidenziare le crescite maggiori, a fronte di incrementi inferiori per quelli fermi e a cali significativi per gli sfusi.
Potrebbero interessarti
Mondo Enoico
La logistica in cantina: il successo commerciale con efficace gestione delle scorte e dei canali di vendita

Grazie anche all’integrazione dell’intelligenza artificiale e del MotionMining, si possono ridurre i costi operativi fino al 20% e i trasporti del 15%, migliorando la soddisfazione del cliente e la competitività dell’azienda
05 giugno 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica
20 maggio 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più
15 maggio 2025 | 15:00
Mondo Enoico
Che cos’è la macerazione carbonica e che effetti ha sul vino, confrontata alla macerazione con azoto

Nella macerazione carbonica si può sostituire l’anidride carbonica con il gas azoto inerte, dando origine a effetti diversi sul vino in termini chimici e anche organolettici. Se la cantina dispone di un generatore di azoto per l’imbottigliamento, può essere utilizzato per il processo di macerazione.
10 maggio 2025 | 14:00
Mondo Enoico
Affinare i vini toscani in botti di legno di castagno

Il legno di castagno interagisce con le caratteristiche del vino in modo diverso rispetto a quanto avviene con il legno di rovere, migliorando la stabilità del colore nei vini rossi, che risultano allo stesso tempo anche più intensi
06 maggio 2025 | 09:00
Mondo Enoico
Giacenza di vino italiano stabile rispetto allo scorso anno

Il 55,0% del vino detenuto è a denominazione d'origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Al 31 marzo 2025 negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 52,8 milioni di ettolitri di vino e 4 milioni di ettolitri di mosti
17 aprile 2025 | 14:00