Mondo Enoico
Occhi puntati sullo Champagne
Le celebri bollicine si sono presentate in pompa magna a Milano, dove hanno incontrato il plauso di giornalisti e operatori del settore. Il nostro Paese rappresenta il sesto mercato del mondo per volumi
22 ottobre 2011 | Maria Carla Squeo
Quando sono andata alla giornata dello Champagne, celebratasi a Milano lo scorso 4 ottobre presso il Principe di Savoia, l’effetto è stato quello di una gran festa. Si respirava ottimismo, nonostante il periodo attuale non sia tra i migliori, per via della persistente crisi economica; ma evidentemente lo Champagne contribuisce a dare fiducia nel futuro. Le aziende presenti hanno presentato le loro priduzioni e gli assaggi nel complesso sono stati, come era d’altra parte prevedibile, entusiastici. La qualità media elevata.
Il tempo a disposizione non mi ha consentito di sostare il necessario per verificare tutte le aziende (54 i marchi di Champagne presenti e oltre 150 le cuvée in degustazione tra brut, millesimati e rosé), e d’altronde ciò non era materialmente possibile, ma gli assaggi effettuati posso dire che mi hanno fortemente convinto. Le bollicine francesi ricadenti nell’areale dello Champagne meritano ampiamente la fama acquisita nel tempo. Onore al merito, è proprio il caso di dire.
Non è un caso che lo Champagne abbia un bel seguito in Italia, dove secondo i dati forniti dal Centro informazione Champagne, rappresenta effettivamente il sesto mercato al mondo per volumi. Non è un dato trascurabile, se solo consideriamo l’importanza che da attribuire anche alle nostre non meno apprezzabili bollicine. Si gioca alla pari, non me ne vogliano i francesi. Eppure, anche se l’Italia ha pareggiato i conti con la Francia, per la bontà delle bollicine nostrane, va evidenziato come nel 2010 il nostro Paese abbia comunque importato ben 7,2 milioni di bottiglie di Champagne.
Siamo proprio un popolo che apprezza molto le bollicine!
Sempre secondo quanto ci informano i francesi attraverso il loro centro di divulgazione italiano, i gusti dei nostri connazionali “si distinguono nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio”. I millesimati, ovvero i vini ottenuti da uve di una sola vendemmia, rappresentano da soli il 7% delle importazioni. Le cuvée speciali, le quali costituiscono il top di gamma di ogni produttore, detengono il 5% del mercato italiano. E infine gli Champagne rosé, sorprendenti per quallità, continuano la loro crescita sostenuta attestandosi nel 2010 al 6% del mercato.
Da quanto ci fanno sapere, va evidenziato che gli italiani si confermano consumatori molto legati ai grandi marchi: ammonta all’85% la quota di mercato detenuta dalle Maison, i vignerons e le cooperative detengono invece rispettivamente il 9% e il 6% del mercato.
Mercati in crescita nonostante la crisi economica generale. Un buon segno. I dati presentati alla Giornata dello Champagne che si è svolta a Milano parlano chiaro: a fine luglio l’export mondiale è risultato in crescita del 4%! Non solo, dall’incontro milanese sono emerse anche dlle importanti novità, come per esempio il fatto che lo la Champagne abbia iniziato a ridurre la sua impronta ambientale. Tra il 2003 e il 2010 le emissioni di anidride carbonica sono diminuite del 5% grazie al piano adottato dai 15 mila viticoltori e dalle 300 maison della filiera.
Il piano di sostenibilità della Champagne ha avuto un apprezzamento notevole. “L’obiettivo del Comité Champagne è oggi di arrivare a una riduzione del 25% entro il 2020”. Lo ha annunciato Thibaut Le Mailloux, il direttore della comunicazione del Comité. Il piano per lo sviluppo sostenibile della Champagne ha portato in 15 anni alla riduzione del 50% nell’impiego di prodotti fitosanitari, e oggi circa la metà dei prodotti utilizzati nei vigneti della Champagne sono autorizzati in agricoltura biologica. Con il 25% delle superfici vitate (9.000 ettari) protette con la tecnica della confusione sessuale, la Champagne è una delle regioni leader in Europa per l’uso di questa metodologia.
Le informazioni fornite ai media italiani presentano un quadro incoraggiante: “sul fronte della protezione delle risorse idriche, con un investimento di 40 milioni di euro in 10 anni, la Champagne tratta e valorizza oggi il 95% delle acque reflue impiegate in viticoltura e punta così a raggiungere l’obiettivo del 100% entro il 2012. I consumi di acqua della Champagne sono oggi di 8 volte inferiori alla media dell’agricoltura francese.
Il 90% dei rifiuti industriali sono già trattati e valorizzati e il piano Anaxagore, che sarà lanciato entro il mese di ottobre, punterà alla valorizzazione delle risorse agricole. L’obiettivo del programma è di sostituire input chimici e combustibili fossili con i sottoprodotti dei vigneti e delle lavorazione delle uve”.
Le indicazioni fornite aprono a uno scenario economico di buoni auspici. “La Champagne viticola, che si estende su 34.000 ettari nell’omonima regione francese, ha spedito in tutto il mondo 319 milioni di bottiglie per un valore di 4 miliardi di euro nel 2010. Gli ultimi dati sulle spedizioni di Champagne in tutto il mondo confermano dunque una tendenza positiva. Nei primi sette mesi di quest’anno sono state spedite globalmente 142,2 milioni di bottiglie, con una crescita del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Particolarmente significativa la crescita nei paesi terzi, che ha fatto registrare un aumento del 17,3% malgrado la congiuntura economica incerta. Di questi tempi, permettetemi di dirlo, non è un risualtato trascurabile, anzi.
La filiera dello Champagne
34 000 ettari
280 000 parcelle
15 000 viticoltori
150 cooperative
300 maison
15 000 lavoratori
319 milioni di bottiglie (2010)
4 miliardi di euro di giro d’affari (2010)
Gli italiani e lo Champagne
7.183.113 le bottiglie spedite verso l'Italia nel 2010
Sesto posto: è la posizione dell’Italia nella classifica mondiale dell’export a volume
7% è la percentuale di Champagne millesimati sul totale delle spedizioni
6% è la percentuale di Cuvée Speciali sul totale delle spedizioni
466 sono i marchi presenti sul mercato italiano
85% è la quota di mercato delle Maison
15% è la quota di mercato di récoltants e cooperative
Nota: si ringrazia per i preziosi dati forniti il Centro Informazioni Champagne, con sede a Milano


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