L'arca olearia

QUALCOSA CAMBIA. SI PROFILA LA CERTEZZA DELLA PROVENIENZA

L’indicazione del luogo di coltivazione e di molitura delle olive dovrà essere riportata in etichetta se anche la Camera dei deputati approverà l’emendamento proposto dalla senatrice Loredana De Petris. Sono stati espressi commenti positivi anche da parte delle organizzazioni di categoria per un’iniziativa legislativa volta a valorizzare il Made in Italy

17 luglio 2004 | Graziano Alderighi

Un iter celere per l’emendamento (in allegato al presente articolo) proposto dalla senatrice De Petris.
Dopo che il 7 luglio è stato accolto in Commissione Agricoltura l’emendamento che introduce l’obbligo di dichiarare in etichetta l’origine delle olive per gli oli vergini ed extravergini, sono stati discussi ieri pomeriggio dall'Aula del Senato gli emendamenti al decreto-legge su etichettatura degli alimenti e quote latte ed è stato confermato dal voto in Assemblea l'inserimento dell'emendamento sull’olio di oliva.

Loredana De Petris, senatrice dei Verdi, ha naturalmente espresso grande soddisfazione per l’accoglimento dell’emendamento che introduce l’etichettatura di origine obbligatoria per l’olio d’oliva, nell’ambito della conversione in legge del decreto sull’etichettatura degli alimenti.
”La miscelazione di oli importati di dubbia qualità e provenienza - dichiara la senatrice - unitamente a processi di raffinazione industriale, consente oggi di proporre sul mercato prodotti classificati come extravergini a dir poco scadenti, spesso commercializzati utilizzando impropriamente l’immagine del nostro Paese e delle zone tradizionali di coltivazione? La nostra proposta oggi accolta - prosegue De Petris – prevede l’obbligo di dichiarare il luogo di coltivazione e di molitura delle olive. Più chiarezza quindi per i consumatori e concrete prospettive di valorizzazione per le 600.000 tonnellate annue di olio veramente italiano, una produzione che va difesa anche per il ruolo decisivo che l’olivicoltura svolge per la tutela dell?ambiente e del paesaggio agrario nazionale?”

“Con l’emendamento approvato anche in Aula -afferma la Cia- si rende giustizia anche alle migliaia di produttori olivicoli italiani ai quali verrà così riconosciuto il forte impegno profuso per migliorare sempre di più qualità delle produzioni. Non solo. Verrà anche valorizzato il lavoro costante svolto per accrescere l’immagine della nostra agricoltura nel mondo. Un’immagine che ha proprio nell’olio di oliva una delle punte di diamante.
Prevedere l'obbligo di dichiarare il luogo di coltivazione e di molitura delle olive, significa -sottolinea ancora la Cia- sgombrare il campo da prodotti di scarsa qualità e di dubbia provenienza che , oggi, purtroppo invadono il nostro mercato e creano gravi danni agli olivicoltori italiani. Significa soprattutto maggiore chiarezza e trasparenza nei consumi e nuovo impulso al rilancio dell’olio made in Italy.”

"Finalmente non sarà più possibile spacciare come italiano l'olio ottenuto da miscele di olive di origine diversa da quella nazionale con un grave rischio per la credibilità dell'intero Made in Italy sul mercato nazionale ed estero". E' questo il commento positivo del Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni all'emendamento che introduce l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive utilizzate nell'extravergine.

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