L'arca olearia

La potatura dell’olivo non è solo questione di turni e intensità

Recentemente, soprattutto in funzione della raccolta meccanica, si è riscoperta la necessità di tenere ben presenti alcune nozioni tecniche di base

21 febbraio 2009 | Alberto Grimelli

Negli ultimi anni, per cercare di risparmiare il più possibile sui costi di produzione, tutta l’attenzione si è concentrata su turni e intensità di potatura.
Ormai la pratica del turno biennale o triennale è ampiamente consolidata nell’olivicoltura contemporanea.
Allo stesso modo si è scoperto che la potatura leggera è sicuramente foriera di maggiori produzioni rispetto a una intensa.

Fatti salvi questi principi, la calibrazione del turno di potatura più adatto e della sua intensità è compito dell’olivicoltore, in funzione della sua esperienza, delle condizioni climatiche in cui è situato l’oliveto, dei carichi produttivi, delle varietà.

E’ ormai noto che in climi freddi, ove la stagione di crescita dell’olivo è più breve, può essere necessario potare in maniera più decisa per stimolare le piante a vegetare, così assicurando una buona produzione anche per l’anno a venire. Al contrario, in climi caldi, la potatura leggera è da preferirsi, così che la pianta mantenga un corretto equilibrio vegeto-produttivo.

Per varietà a crescita lenta, come ad esempio la Moraiolo, il turno di potatura può essere allungato a tre anni mentre per cultivar vigorose e con tendenze succhionanti, come la Frantoio, sarà necessario non superare i due anni.

Tecniche e tempi di potatura
Generalmente, stabilito il turno e l’intensità di potatura, ci si concentra sulla stima del tempo medio impiegato a pianta o a ettaro da parte dei potini e tutta l’attenzione si concentra sul rispetto dei tempi.
La tecnica di potatura è passata in secondo piano ma merita una seria rivalutazione.

Vi sono infatti alcune regole che col tempo sono state dimenticate ed altre che andrebbero introdotte in virtù del tipo di raccolta effettuato.

E’ divenuta una priorità tenere la pianta bassa e rispetto al passato, quando gli olivi potevano superare abbondantemente i 7-8 metri, tale scelta appare saggia, a condizione di non esagerare. Non è infatti raro vedere olivi potati a 3-3,5 metri d’altezza, tali da essere raccolti e senza alcuno sforzo sia a mano sia attraverso agevolatori. Non è tuttavia infrequente che simili potature provochino forti alternanze e produzioni assai modeste. In oliveti intensivi, e ancor più in quelli tradizionali, tali tagli drastici deprimono infatti fortemente il potenziale vegetativo, causando una forte risposta succhionante, squilibrando la pianta e causando una riduzione del carico di frutti.
Tale deduzione si basa essenzialmente sulla presa d’atto delle zone energetiche dell’olivo, secondo lo schema che segue, e che indica chiaramente come gli olivi acefali, ovvero abbassati oltre misura presentano efficienze largamente insoddisfacenti.



Considerando inoltre che vanno diffondendosi sempre più le vibratici al tronco e si sta anche sviluppando il contoterzismo, è necessario predisporre l’albero per simile meccanizzazione della raccolta.
Il volume di chioma ideale per la raccolta meccanica è di 40-50 metri cubi a pianta, valore facilmente raggiungibile e mantenibile per ogni varietà.
Occorre poi predisporre le sottobranche affinché formino un angolo retto o superiore con le branche ed evitare il formarsi di pendaglie o di rami di grado superiore al terzo. E’ inoltre bene prevenire eventuali eccessivi fenomeni di ombreggiamento fra le piante o fra le chiome. Le olive poste in zone ombreggiate, infatti ,maturano più lentamente, possiedono una resa in olio inferiore ma, usualmente e a parità di periodo, una resistenza al distacco superiore, così riducendo l’efficienza dello scuotitore.

Simili attenzioni non comportano, o non dovrebbero comportare, un aumento dei tempi di potatura che, per risultare economica e conveniente, dovrebbe attestarsi su:
- 6-7 minuti a pianta per la potatura leggera (eventuale contenimento dell’altezza, eliminazione rami esauriti o ramaglia vecchia)
- 10-15 minuti a pianta per la potatura media (prevede anche l’eliminazione di succhioni e polloni, rami eccessivamente vigorosi, eventuale rinnovo di sottobranche)
- 20-25 minuti a pianta per la potatura intensa (rinnovo delle sottobranche).

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