L'arca olearia
Crescono i consumi mondiali e si estende l'area di coltivazione dell'olivo
Lo sguardo di Mohammed Ouhmad Sbitri sul mondo degli oli di oliva. Il direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale fa luce sulle dinamiche future di un settore che si sta espandendo ormai "a macchia d'olio"
05 luglio 2008 | Luigi Caricato
Sul Coi, il Consiglio oleicolo internazionale (link esterno), si sa già tutto. Un italiano che ignori un organismo così importante e centrale non sarebbe d'altra parte concepibile. Sì, forse qualche contadino ignaro di ciò che gli accade intorno, troppo concentrato sul proprio podere, può anche non conoscere tale Istituzione. Ma un imprenditore serio, un addetto del settore, un fruitore professionale del prodotto o, infine, gli stessi rappresentanti delle Istituzioni e del mondo della comunicazione, questi no, non possono certo ignorare la fondamentale e necessaria presenza del Consiglio oleicolo internazionale, il cui ruolo chiave contribuisce a porre la giusta attenzione ai prodotti olio di oliva e olive da tavola.
Il Coi, d'altronde, sin dalla sua fondazione ha permesso al comparto olivicolo e olaerio di decollare, fornendo le linee guida e incanalando le politiche di indirizzo. Per questo, dunque, in un delicato momento di transizione come quello attuale, ci è sembrato giusto raccogliere il punto di vista del direttore esecutivo Mohammed Ouhmad Sbitri.
Direttore Mohamed Ouhmad Sbitri, il Consiglio Oleicolo Internazionale, il massimo organismo internazionale che opera per la tutela e la promozione dellâolio dâoliva nel mondo, resta ancora un solido punto di riferimento, così come era stato pensato all'origine, al momento della fondazione?
Oggi, ancora più di prima, il Coi è il punto di riferimento per la promozione dellâolio dâoliva e delle olive da tavola. Lo dimostrano molti fattori: innanzi tutto lâimportanza che viene attribuita dai professionisti alla promozione in generale. In ogni riunione del Comitato Consultivo, viene infatti messo lâaccento proprio sul ruolo della promozione portato avanti dal Coi.
In secondo luogo, c'è da considerare la ricaduta della promozione in termini di aumento delle esportazioni. Un esempio emblematico è dato dagli Stati Uniti, dove le importazioni raggiungono oggi le 270.000 tonnellate; o dallâ India, dove nel 2007 è stata realizzata una promozione che ha ottenuto un impatto decisamente positivo. La creazione dellâAssociazione degli importatori di olio dâoliva dellâIndia ne è la prova, ma potrei elencare altri esempi in tal senso.
Si sussurra in giro che il Coi non disponga più delle grandi risorse finanziarie del passato, e questo, ovviamente, limiterebbe un po' l'operatività . E' così? Conferma o smentisce tale voce?
LâUnione europea ha deciso nel 2007 di congelare il contributo volontario che concedeva al Coi per la promozione. Non si può negare lâimportanza che questo contributo ha avuto, ma la sfida è ora quella di finanziare la promozione attraverso lâuso di fondi esclusivi del Consiglio oleolicolo internazionale. La nuova équipe ha portato avanti questo compito e oggi le posso dire che, per lâanno 2008, il Coi dispone di un buget di 2 milioni di euro per effettuare un lavoro di promozione nei mercati indiani, russi e cinesi; e di un buget di 2,5 milioni di euro per il 2009. Un piano triennale per la promozione sarà sottoposto al prossimo Consiglio con degli obiettivi e piani di spesa adeguati.
Nella situazione attuale quali sono gli obiettivi futuri possibili, in particolare quelli a breve e a medio termine?
Gli obiettivi sono diversi. In primo luogo, in riferimento a quanto ho appena detto, lâobiettivo sarà quello di ottenere un mercato equilibrato a breve, medio e lungo termine. Per raggiungere questo risultato è necessario lavorare su due fronti: da un lato, ovviamente, attraverso lâincremento del consumo nei Paesi tradizionali (Stati Uniti, Canada, Giappone, Brasile), dallâaltro attraverso la promozione nei Paesi emergenti (India, Russia, Cina).
Un secondo obiettivo, da non dimenticare, sarà quello dellâincremento dei consumi nei Paesi produttori membri, soprattutto quelli dellâarea del Mediterraneo. Ed è proprio per questo motivo che delle riserve economiche sono state accantonate in vista di una promozione in tali Paesi.
Dal punto di vista strettamente tecnico, in particolare, che cosa si sta elaborando di nuovo nell'ambito del Coi? Dopo il grande fermento degli anni Novanta, sono pensabili altre importanti iniziative? A quali progetti state lavorando in questo momento?
Da un punto di vista tecnico, bisogna in primo luogo menzionare lâopera di standardizzazione normativa. Infatti le attività del Consiglio oleicolo internazionale sono molte, e una delle principale consiste in un lavoro di miglioramento delle norme di diritto commerciale internazionale riguardo ai prodotti oleicoli.
Il Coi è incaricato di mettere a punto, in cooperazione con gli organismi specializzati, tutte le questioni riguardanti le norme applicabili allâarea dei prodotti oleicoli in materia di analisi chimico-fisiche e sensoriali, onde migliorare la conoscenza delle caratteristiche qualitative, in applicazione delle disposizioni dellâaccordo internazionale sullâolio dâoliva e sulle olive da mensa.
Il Coi ha stabilito da molto tempo delle norme contenenti la terminologia oleicola, la definizione delle diverse categorie di olio dâoliva e di olive da tavola relativamente allâevoluzione della tecnologia di elaborazione e al mercato internazionale, i limiti ammissibili per ciascuno dei parametri analitici utilizzati e ciascuna delle denominazioni, tali da permettere il rispetto dellâautenticità e della qualità dei prodotti, tenendo conto degli effettivi mezzi di produzione e di analisi.
I membri del Coi si impegnano ad applicare nel commercio internazionale le denominazioni fissate dallâaccordo e a incoraggiare la loro applicazione nel commercio nazionale. Gli obiettivi ricercati da queste norme e dai metodi di analisi mirano in particolare ad assicurare il controllo qualitativo dei prodotti oleicoli, lâaffidabilità degli scambi internazionali, la protezione dei diritti del consumatore, e la prevenzione di pratiche fraudolente.
Ãd è nel tentativo di realizzare tali obiettivi che il Coi si riunisce più volte lâanno dei gruppi di esperti.
Un altro degli obiettivi prioritari è quello di ottenere lâarmonizzazione dei regolamenti (nazionali, o dellâUnione europea) e delle norme internazionali (principalmente del Codex Alimentarius) riguardo agli oli di oliva vergini ed extra vergini, gli oli di oliva, gli oliva di sansa di oliva e le olive da tavola, attraverso le norme di commercializzazione adottate dal Coi.
Non solo, oltre a questo aspetto, finalizzato ad armonizzare le varie leggi, il Coi interviene indirettamente nei lavori del Codex Alimentarius ed è anche riconosciuto come lâorganismo internazionale di riferimento per la standardizzazione dei metodi di analisi per lâolio dâoliva e le olive da tavola.
Queste attività portano il Coi a essere contemporaneamente in relazione con gli altri enti e istituzioni nazionali e internazionali, anchâessi competenti per la standardizzazione di metodi di analisi e di controllo (Iso, Ea, Enac, Aocs, etc..).
Sotto lâegida del Coi, numerosi campioni di olio e di olive vengono dunque inviati e analizzati.
Per quanto invece riguarda la formazione, il Coi concede, attraverso i suoi Stati Membri, delle borse di studio per Master, e organizza seminari nazionali, corsi internazionali, ma presta altresì assistenza tecnica, oltre a trasferire tecnologiaâ¦.Potrei dilungarmi, ma non voglio ora entrare troppo nei dettagli.
Nellâambito dei vari progetti, bisogna poi menzionare quello riguardante le risorse genetiche, che vedrà riuniti per una settimana - il prossimo dicembre a Marrakech (in Marocco, ndr) - tutti i ricercatori e gli esperti che hanno lavorato sullâargomento.
Tale settimana permetterà dunque di fare il punto su quanto è già stato raggiunto e di stabilire di conseguenza non solo le raccomandazioni da seguire in futuro, ma anche i progetti che completeranno il cantiere dei lavori predisposti fino ad oggi dal Consiglio.
Per ciò che riguarda i rapporti tra lâolivcoltura e lâambiente, il Coi ha predisposto un progetto in vari Paesi membri per il trattamento degli scarti di lavorazione e della sansa, allo scopo di risolvere in maniera razionale il problema dellâeliminazione degli scarti e dei reflui prodotti dgli oleifici, così da evitare che siano riversati negli scarichi urbani o nei corsi dâacqua, provocando danni da inquinamento nellâambiente.
Il Consiglio oleicolo internazionale, pertanto, nel raggiungimento dei suoi obiettivi e in conformità con le disposizioni dellâaccordo internazionale sullâolio dâoliva e sulle olive da tavola, incoraggia la ricerca per lo sviluppo e favorisce altresì il trasferimento di tecnologia oltre che le attività di formazione nel settore oleicolo, il tutto allo scopo di modernizzare la cultura dei produttori e di migliorare la qualità della produzione.
In quest'ordine di idee, sono previsti differenti progetti per lâavvenire.
Il progetto "Irrigaolivo", il cui scopo è razionalizzare lâacqua per lâirrigazione.
Il progetto per la costruzione di un semenzaio multifunzionale, allo scopo di ottimizzare il sistema di moltiplicazione delle piante di olive (per ciò che concerne qualità , origine, genetica e stato sanitario).
Il progetto per lâapplicazione di marcature molecolari sulle varietà rappresentate nella collezione internazionale di Marrakesh.
Tutte queste attività permetteranno di promuovere gli sforzi e le misure intraprese per migliorare i rapporti tra olicoultura e ambiente, al dichiarato scopo di proteggerlo e conservarlo, oltre poi a studiare e favorire lâutilizzazione integrale dei prodotti derivati dallâoliva, compresa l'idea di preservare le risorse genetiche degli ulivi.
L'ultimo Paese membro che ha aderito al Coi è l'Iraq. Come è nata questa adesione, e con quale spirito?
Lâiraq, come lei dice, ha aderito recentemente, ma non è lâultimo Paese, in quanto lâArgentina ha gia portato a termine una serie di tappe importati per la sua adesione. Quello che, a mio avviso, ha motivato lâIraq dopo gli incontri che sono stati fatti tra il Consiglio oleicolo internazionale e il responsabile iracheno, è il bisogno di beneficiare dellâassistenza tecnica per la promozione del settore oleicolo. Anche perché l'intenzione del responsabile dell'Iraq è di mettere in luce tutte le potenzialità esistenti nel Paese.
Per concludere, che futuro immagina per la pianta dell'olivo e per l'olio che se ne ricava?
Siamo molto ottimisti per lâavvenire. Soprattutto per lâentusiasmo con il quale viene accolto lâolio dâoliva per i suoi benefici che apporta alla salute delle popolazioni dei vari continenti.
Oggi è ormai di pubblico dominio che lâimpiego dell'olio dâoliva giochi un ruolo molto importate per contrastare alcune malattie cardiovascolari o il diabete, o altro ancora...
Ogni giorno noi riceviamo dai Paesi nei quali lâolio dâoliva è quasi sconosciuto una lunga serie di informazioni, e tali potenziali Paesiimportatori fanno riferimento tutti al Coi.
Si assiste d'altra parte a un incremento annuale dei consumi tra il 4 e il 6%. Si tratta di un altro segnale di ottimismo, al quale bisogna però dare presto un fondamento solido. Occorre infatti esercitare un lavoro che permetta di proporre un prodotto di qualità . Ed è per questo che il Coi vigila affinché gli Stati membri migliorino ogni giorno la qualità dei prodotti che intendono presentare al consumatore, per una qualità che sia sempre nel pieno rispetto delle norme e degli standard.
Al giorno dâoggi assistiamo a un forte incremento della produzione annuale, nellâordine di 150.000 ettari di nuove piantagioni annuali. Queste inizieranno a entrere in produzione lâanno prossimo, e il Coi è cosciente che un lavoro importante debba essere intrapreso, così da assicurare l'equilibrio del mercato e il suo sviluppo.
CHI E' MOHAMED OUMAD SBITRI
Sbitri, il direttore esecutivo del Coi, è nato il 31 dicembre 1949 a El Kebab, in Marocco. Ha conseguito i seguenti studi: Master in Economics, Université des Sciences et Techniques, Lille 1, France 1974; degree in Sociology, Université Lille I, 1977. Post-graduate diploma in Economics, Université Lille 1, 1977. Dissertation on Issues in Moroccan Agriculture. PhD in Economics, Université Lille 1, 1979, Thesis on Imported Consumption Models.
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