L'arca olearia
Piombatura dell'olivo: produzione di inoculi e tempi di infezioni durante tutto l'anno

Come difendersi dalla piombatura o cercosporiosi dell'olivo. Due i periodi con una produzione di spore più elevata, uno durante la tarda primavera - inizio dell’estate e l’altro durante l’autunno, entrambi favoriti da temperature di 20-25 gradi e umidità relativa tra l’80 e il 95%
10 febbraio 2025 | 13:00 | Graziano Alderighi
La piombatura o cercosporiosi dell'olivo, causata da Pseudocercospora cladosporioides, è una delle malattie fogliari più significative che hanno un impatto sulla produzione dell'olivo.
La sua elevata specializzazione patogenetica fa sì che il fungo attacchi principalmente Olea europaea L., sebbene non siano mancate segnalazioni della sua presenza anche su piante del genere Prunus.
I sintomi della piombatura dell'olivo
Sulla faccia superiore della foglia dell’olivo infetto si assiste alla formazione di zone clorotiche, irregolari, che divengono progressivamente di colore marrone-necrotico. Nella porzione inferiore, invece, si manifestano aree di colore grigio-piombo legate alla presenza di strutture fruttifere asessuali del fungo.
Più generalmente, i sintomi più evidenti si presentano sulle foglie vecchie situate sui rami della parte inferiore della pianta, anche se frequenti sono le infezioni di quelle più giovani (4-5 mesi).
I danni all'olivo
Il danno prevalente è la caduta anticipata delle foglie infette, seguita da una generale debilitazione della pianta. Ripercussioni negative, però, si riscontrano anche in termini di produzione e capacità della pianta di resistere ad attacchi biotici e abiotici. Complessivamente può infatti accadere che i frutti attaccati cadano e che l’olio ottenuto presenti elevati livelli di perossidi, compromettendo così l’intera campagna olearia.
Alcuni studi effettuati hanno poi accertato che le precoci filloptosi dovute a cercosporiosi possono determinare perdite anche del 20% sulla produzione dell’anno successivo.
Le condizioni meteo che favoriscono la cercosporiosi dell'olivo
Per due anni consecutivi, è stata studiata la variazione temporale della produzione di inoculo e la tempistica delle infezioni fogliari durante tutto l'anno sulla cultivar Arbequina.
Inoltre, è stata esaminata l'influenza delle variabili meteorologiche sia nella produzione di inoculo che nel verificarsi di infezioni.
Sono stati identificati due periodi caratterizzati da una produzione di spore sostanzialmente più elevata, uno durante la tarda primavera all’inizio dell’estate e l’altro durante l’autunno, entrambi favoriti da temperature di 20-25 gradi centigradi e umidità relativa tra l’80 e il 95%.
La produzione più bassa è stata registrata in inverno spiegata da giorni frequenti con temperature inferiori a 10 gradi.
Le infezioni si sono verificate durante tutto l’anno, con una significativa diminuzione durante l’inizio della primavera, probabilmente a causa di una bassa sporulazione disponibile sul campo e della minore suscettibilità delle foglie giovani alle infetti.
La difesa dalla piombatura dell'olivo
Generalmente si riteneva che la piombatura può essere controllata con i trattamenti di rame contro l'occhio di pavone.
In realtà si è scoperto che, negli oliveti dove le infezioni si succedono frequentemente, è utile una successione di quattro trattamenti in febbraio, aprile, fine agosto, fine settembre-ottobre, periodi in cui le infezioni aumentano a causa della sporulazione derivante dalle infezioni residue.
I principi attivi più efficaci, oltre al rame, sono strobilurine, triazoli e dodina.
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