L'arca olearia
Qualità ed erosione del suolo in un oliveto con diverse gestioni del terreno
Il mantenimento di una copertura del suolo nell'oliveto permanente o semipermanente fornisce molteplici servizi ecosistemici, tra cui la regolazione dei cicli idrologici, la conservazione della biodiversità e la stabilizzazione della struttura del suolo
27 ottobre 2025 | 16:00 | R. T.
L'olivo è intrinsecamente suscettibile al degrado del suolo causato dall'erosione idrica, principalmente a causa della sua architettura a chioma rada, che fornisce una copertura del terreno limitata, combinata con potature periodiche e ampie distanze tra i filari. Queste caratteristiche riducono la protezione della superficie del suolo e intensificano l'impatto delle gocce di pioggia, compromettendo così la sostenibilità dell'agroecosistema e portando a un significativo degrado ambientale, soprattutto in terreni poco profondi, naturalmente acidi e scarsamente sviluppati. In questo contesto, l'adozione di pratiche di conservazione del suolo che promuovono una copertura vegetativa continua diventa essenziale non solo per ridurre al minimo l'erosione, ma anche per migliorare la produttività delle colture in condizioni tropicali e subtropicali.
E’ stato dimostrato che il mantenimento di una copertura del suolo permanente o semipermanente fornisce molteplici servizi ecosistemici, tra cui la regolazione dei cicli idrologici, la conservazione della biodiversità e la stabilizzazione della struttura del suolo. Questi benefici sono particolarmente evidenti nei paesaggi collinari, dove la copertura vegetale riduce significativamente il deflusso e la perdita di nutrienti. In questo contesto, bioindicatori quali la biomassa microbica, la respirazione del suolo e le attività enzimatiche sono emersi come strumenti sensibili per rilevare rapidi cambiamenti nella qualità del suolo, data la loro forte correlazione con il contenuto di materia organica, la tessitura del suolo e il pH in condizioni tropicali.
Gli oliveti (Olea europaea L.) sono altamente suscettibili al degrado del suolo, in particolare all'erosione idrica, a causa della scarsa copertura della chioma e dell'ampia distanza tra i filari.
Uno studio brasiliano ha valutato l'effetto di diverse pratiche di gestione della copertura vegetale sulla qualità del suolo e sul controllo dell'erosione in un oliveto.
L'esperimento ha seguito un disegno a blocchi randomizzati con cinque trattamenti: suolo nudo (BS), olivi su suolo nudo (OB), olivi con vegetazione spontanea gestita con diserbante (OVH), con sfalcio (OVM) e con sfalcio + diserbo localizzato (OVMC).

Sono stati analizzati gli indicatori fisici, chimici e biologici e le perdite dovute all'erosione idrica.
I trattamenti con sfalcio e sfalcio con diserbo localizzato hanno favorito un aumento della materia organica del suolo (fino a 39 g/kg), del carbonio della biomassa microbica (40% in più rispetto al suolo nudo), dell'attività enzimatica e della glomalina, migliorando la stabilità degli aggregati (WMD di 4,9 mm) e riducendo le perdite di suolo e acqua di oltre il 99% rispetto al suolo esposto.
I trattamenti suolo nudo e olivi su suolo nudo, invece, hanno mostrato una maggiore acidità, una minore attività microbica e una maggiore suscettibilità all'erosione.
Il mantenimento della copertura vegetale migliora la qualità del suolo, mitiga l'erosione e promuove la sostenibilità degli oliveti.
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