L'arca olearia 12/04/2024

Stop a speculazioni sull’olio di oliva italiano o blocchiamo i porti

Stop a speculazioni sull’olio di oliva italiano o blocchiamo i porti

L’olivicoltura italiana in abbandono proprio quando gli investimenti nel settore sono più determinati in altre parti del mondo. La speculazione non può essere la guida del mercato dell’olio extra vergine di oliva. L’intervento a toni forti di Gennaro Sicolo, presidente di ItaliaOlivicola


La situazione del mercato oleario si sta complicando nelle ultime settimane, con accresciute tensioni, e soprattutto una volontà di controllo di pochi soggetti.

Questo sta creando un clima di incertezza ma anche di diffidenza all’interno del comparto che rischia di minare il difficile equilibrio raggiunto in anni di trattative.

Una situazione che rischia di creare una miscela esplosiva in una campagna olearia difficile, caratterizzata da bassa produzione e alta competitività e concorrenza per accaparrarsi spazi a scaffale.

Nel frattempo nel mondo gli investimenti in olivicoltura avanzano ma i cambiamenti climatici incombono.

Ne abbiamo parlato con Gennaro Sicolo, presidente di ItaliaOlivicola.

- Partiamo dalla stretta attualità: il prezzo dell’olio extravergini di oliva italiano sta subendo qualche colpo

Questo è un periodo tradizionalmente con bassi scambi sul mercato, quindi per capire le vere dinamiche sui prezzi dovremo attendere maggio e giugno. Quindi bisogna mantenere la calma in questi giorni e nelle prossime settimane.

- Nel frattempo, però, olivicoltori e frantoiani rischiano di essere presi per la gola, proprio quando ci sono le scadenze amministrative e finanziarie

Anche queste dinamiche rientrano tristemente nella storia del comparto. Speravamo che fossero archiviate a favore di una maggiore concertazione, e soprattutto maggiore senso di responsabilità verso il sistema Italia, ma purtroppo vediamo che certi individualismi stanno tornando prepotentemente. Attenzione, però, si sappia che non accettiamo forzature. L’olio deodorato è una patologia del settore e non accetteremo sia utilizzato contro il mondo della produzione, per abbassare i prezzi. Se serve siamo anche pronti a bloccare i porti.

-  Una minaccia

Preferisco definirlo un appello al buon senso. Fermiamoci e facciamo un passo indietro. Lasciamo che il Ministero e gli organismi di controllo verifichino cosa arriva in Italia e cosa c’è sugli scaffali. Anzi sollecitiamoli tutti insieme questi controlli, a beneficio dei consumatori italiani. Sosteniamo tutti insieme l’olivicoltura italiana. Ma le sembra possibile che noi abbandoniamo le piante di olivi mentre ci sono Paesi dove si piantano migliaia di ettari?

- L’olivicoltura italiana non è competitiva, prezzi alti, frammentazione aziendale, poca meccanizzazione

Lasciamo che sia il mercato a dirlo, senza forzature e inganni però. I cambiamenti climatici cambieranno lo scenario, ne sono convinto. Anche certe convinzioni o tendenze sono da rivedere oggi. Nessuno pensava che le bottiglie di extra vergine di oliva italiano andassero a ruba al supermercato a 10-12 euro al litro. C’è chi vuole portare le lancette dell’orologio indietro di qualche anno, io voglio portarle avanti. Voglio un piano olivicolo che metta d’accordo Regioni e Governo. Voglio dare una prospettiva al settore

- Ma…

Aspetti… Dopo i prezzi buoni di quest’anno in Puglia ho visto che si è tornati a potare, a concimare l’olivo, a prendersi cura degli oliveti. Ci vengono raccontate tante belle favole. La gente ama i suoi olivi ma non ci campa più! Quello di cui abbiamo bisogno è un Piano Olivicolo Nazionale che torni a dare dignità al lavoro di olivicoltori e frantoiani. Un Piano che incentivi i miglioramenti e gli accordi tra i vari soggetti della filiera. Non può essere che in Italia non abbiamo ancora una Interprofessione riconosciuta! E’ una vergogna! Basta ricatti e beghe di bottega di pochi soggetti! E’ ora di finirla!

- Ora la riconosco. E allora voglio farla infiammare ancora un po’: Xylella

Direttore, so che ho la fama di un arruffapopolo. La verità è che sono passionale e non mi va di lasciare eredità pesanti al mio successore o, Dio non voglia, alle future generazioni. Xylella compresa. Gli olivicoltori e le pubbliche amministrazioni ora devono fare la loro parte, seguendo le prescrizioni, facendo le lavorazioni e i trattamenti contro la sputacchina. La ricerca deve darci vie di uscita che non siano solo le varietà tolleranti e resistenti. E dirò di più: basta al monopolio della ricerca su Xylella da parte delle Università pugliesi. Se vogliamo una soluzione, vera, il problema deve divenire realmente nazionale, anche in campo scientifico.

- Pronti a tornare alla stagione delle mobilitazioni

Spero di no ma se dobbiamo non ci tireremo indietro.

di T N