L'arca olearia

DALLE STIME PIU’ OTTIMISTICHE (-10%) A QUELLE PIU’ PESSIMISTICHE (-17%) UNA CAMPAGNA OLEARIA DISASTROSA

Solo nel 1998, forse, si è fatto peggio. Flessioni produttive in tutte le regioni, a eccezione di Campania, Veneto e Lombardia. Il Centro Italia l'area più colpita. Un’annata meteorologicamente piuttosto strana e inusuale

17 novembre 2007 | Ernesto Vania

La produzione nazionale di olio di oliva, secondo Coldiretti, è stimata in calo del 10 per cento rispetto allo scorso anno su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali.

Secondo l’Ismea invece il calo sarebbe anche più marcato e si attesterebbe sul 17%, con una produzione stimata intorno ai 5 milioni di quintali.

La previsione più affidabile, probabilmente, è quella dell’Ismea, anche considerando il preciso quadro regionale che ha delineato.

La Puglia dovrebbe subire una lieve flessione, intorno al 3%, forse sottovalutata, in virtù della scarsità del raccolto nel Salento. Buone invece le performance a Bari, nel tarantino e nel foggiano.

La Calabria, tra le Regioni produttive più importanti, dovrebbe essere quella ad aver subito la contrazione più importante, del 30% circa.

Anche in Sicilia la situazione non è affatto rosea. La produzione è scarsa (-14% il totale) specie nell’area occidentale dell’isola.

Anche Molise (-30%), Basilicata (-20%) e Sardegna (-27%) hanno sofferto l’anomalo andamento climatico di quest’annata, unica regione in controtendenza la Campania (+13%), anche se il livello produttivo resta inferiore alla media degli ultimi quattro anni.

I tracolli più evidenti in tutto il Centro Italia, con la Toscana e l’Umbria (-40%), le Marche (-45%), Lazio e Abruzzo (-35%).

Nel Nord Italia sorridono la Lombardia (+13%), il Trentino (+25%) e soprattutto il Veneto (+50%), mentre la Liguria accusa una flessione del 13%.

Nel complesso questa campagna olearia vede un calo generalizzato e consistente della produzione, a causa di ben noti problemi climatici (freddi in allegazione, siccità…) e fitopatologici (mosca) che hanno colpito specie le regioni centrali.

Le rese sono invece state assai variabili, dai problemi nel Sud, specie per gli oliveti non irrigati, fino alle punte record in alcune zone del Centro Italia.

La qualità dell’olio, in generale, si presenta sufficientemente buona, con qualche problema di “legno” nel Sud e di “mosca” nel Centro Nord.

Resta l’amara considerazione che l’Italia oliandola non riesce proprio a riprendersi.