L'arca olearia
L’olio di oliva biologico è meglio di quello convenzionale?
Un’analisi e un confronto tra un olio di oliva biologico e un olio da agricoltura convenzionale a parità di condizioni. Differenze sensibili nei parametri di qualità e anche nell’aroma e nei profumi
02 novembre 2023 | R. T.
I fattori agronomici, così come l'elaborazione, l'imballaggio e la conservazione, influiscono sulla qualità dell'olio d'oliva.
La qualità dell'olio d'oliva prima dell'arrivo dei frutti al frantoio è influenzata dalla varietà, dalle tecniche di coltivazione e dalle condizioni ambientali dell'oliveto.
L'olio d'oliva biologico è considerato estratto dal frutto di un oliveto coltivato in modo ecologico, che viene elaborato e conservato in frantoi e confezionatori ufficialmente registrati. Considerando gli standard dell'agricoltura biologica, ci si può aspettare un'alta qualità degli oli d'oliva biologici.
Nonostante il crescente interesse per la frutta e la verdura coltivate con metodo biologico, sono pochi i rapporti sulle caratteristiche qualitative, nutrizionali e organolettiche degli oli di oliva biologici in confronto a quelli convenzionali.
Una ricerca spagnola, sebbene non conclusiva per tutti gli areali e le varietà, colma questa lacuna. Sono stati esaminati due oliveti limitrofi, con varietà ed età di impianto uguali, condotti l’uno in maniera biologica e l’altro in convenzionale. Le olive sono state raccolte agli stessi indici di maturazione (colorimetrico, R.I. Indice di Jaen). Il processo di estrazione è stato identico.
L’olio di oliva biologico è meglio di quello convenzionale?
I vari parametri di qualità sono influenzati dal tipo di coltivazione.
I valori medi complessivi degli oli provenienti da olivi coltivati con metodi biologici hanno mostrato una qualità superiore, ad esempio un valore di acidità più basso, un indice di perossido più basso, una stabilità più elevata e un punteggio organolettico più alto.

I coefficienti di estinzione specifica K232 e K270 non sono risultati statisticamente significativi.
Sia negli oli convenzionali che in quelli ecologici, i valori di acidità sono aumentati con la maturazione dei frutti e in entrambi i casi erano 2,5 volte più alti a un indice di maturazione 5 (molto maturo) che a 3,5 (parzialmente maturo).
L'indice di perossidi negli oli biologici è rimasto quasi costante, ma è aumentato notevolmente nelle ultime fasi di maturazione delle olive in regime agricolo convenzionale.
I valori organolettici sono diminuiti in entrambi i gruppi con la maturazione dei frutti ma questo trend era più evidente negli oli convenzionali. Questa diminuzione può essere dovuta alla perdita di intensità e di equilibrio degli attributi positivi. L'intensità media complessiva di "fruttato verde" era quasi tre volte più alta negli oli biologici rispetto a quelli convenzionali.

La concentrazione di acido oleico tende a essere più bassa e quella di acido linoleico più alta negli oli convenzionali. Non ci sono stati quasi effetti del trattamento sui livelli di altri acidi grassi.
Sono state riscontrate differenze estremamente significative nei contenuti di α-tocoferolo (valori più alti negli oli biologici).
I livelli di orto-difenoli e polifenoli hanno seguito un andamento simile in entrambi i tipi di olio, ma sono rimasti più elevati negli oli biologici per tutti i livelli di maturazione.
Questo ha dato origine a grandi differenze tra i valori medi complessivi dei due oli.
E’ quindi evidente che il metodo di coltivazione influenza la qualità chimica e organolettica dell’olio in senso positivo e non solo per l’assenza di residui di fitofarmaci nell’olio o nella maggiore sostenibilità ambientale della produzione.
Va ricordato però che i parametri chimici e organolettici possono essere influenzati da molti e diversi fattori agronomici e tecnologici. E’ così che un olio extra vergine di oliva convenzionale può avere caratteristiche anche superiori a un olio biologico in termini di caratteristiche chimiche e organolettiche. La ricerca in questione fornisce però alcuni elementi interessanti.
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