L'arca olearia
Olivicoltura pugliese in affanno per ondate di calore e siccità

Una buona gestione dell’acqua irrigua sta facendo la differenza tra non avere olive e vedere riduzioni tra il 30 e il 50%. I costi rischiano di andare fuori controllo: l’acqua irrigua arriva a 70 euro per ogni ora di irrigazione
22 luglio 2022 | Maurizio Pescari
Temperature infuocate, carenza idrica, coltura agricole in sofferenza. Qual è la situazione degli oliveti nell’alta Puglia? Lo abbiamo chiesto a piccioli e grandi olivicoltori, dal foggiano a Corato al barese. Il quadro che ne esce è sorprendentemente confortante rispetto a quello che sta patendo il resto d’Italia e come sempre, le buone notizie giungono da dove si ha una corretta gestione dell’acqua.
Giovanni Trombetta amministratore unico dell’Oleificio SIO di Carpino nel cuore del Gargano, controlla i suoi 50 ettari di oliveto dai quali raccoglie mediamente dai 3.600 ai 4.000 quintali di Ogliarola Garganica: “Ho assistito alla fioritura più bella della mia vita, eccezionale, poi, in maggio il tutto è stato compromesso da temperature fino a 38° e dal vento di scirocco. Abbiamo dovuto irrigare immediatamente per salvare la stagione, attingendo ai nostri pozzi, salvando così la nostra raccolta; chi non ha potuto farlo ha già perso il 30% ad oggi. Ora non ci resta che aspettare e vedere cosa accadrà da qui alla fine di settembre, il pericolo è sempre dietro l’angolo”.
Da Molfetta nel cuore della Coratina, Giuseppe Ciccolella offre un quadro preoccupante: “Abbiamo avuto una fioritura nella normalità, con casi diffusi di olivicoltori che hanno lamentato addirittura la totale assenza di fiori, motivandola dall’eccesso di acqua dato alle piante. Le alte temperature hanno segnato una bella differenza tra la costa e l’interno. Se sul mare avremo un calo del 30%, purtroppo all’interno arriveremo a toccare il 50”.
Avete affrontato il problema dell’irrigazione?
“Certamente sì, ma qui si va da un estremo all’altro, chi ha acqua pensa che più ne dai all’olivo meglio è e lascia il tronco immerso in pozze di acqua; poi c’è chi deve pagare l’attingimento e energia, che è un po’ più accorto. Noi - spiega Ciccolella - siamo dell’idea che l’olivo non deve vedere snaturate le sue caratteristiche e quindi usiamo l’acqua per l’irrigazione di soccorso.”
Luigi Malcangi dell’azienda Lamacupa, a Corato, osserva le sue piante di Coratina: “Nel nostro oliveto raggiungeremo il 70-80% di produzione rispetto allo scorso anno; non abbiamo molte piante e possiamo curarle con la massima attenzione. Facciamo parte di una ‘comunione irrigua’, con molti pozzi artesiani e riusciamo a irrigare ogni 15 giorni a costi sostenibili, dai 15 ai 25 euro l’ora, con una forza di 700/1000 litri al minuto. Per un ettaro ci servono 4 o 5 ore di acqua”.
A Conversano, Francesco D’Orazio ha oliveti nuovi e secolari con varietà che vanno dalla Coratina alla Peranzana, dall’Olivastro alla Picholine, alla Simone. “Siamo molto preoccupati e come noi penso lo siano tutti gli olivicoltori pugliesi. Nella nostra zona - racconta D’Orazio - abbiamo assistito ad una fioritura spettacolare, incredibile, poi il caldo eccessivo avuto tra fine maggio e inizi di giugno, ha compromesso tutto. Speriamo di raccogliere il 30% della produzione”.
C’è ancora tempo prima della raccolta, qual è la situazione attuale: “Chi ha acqua irriga, noi stiamo aspettando, nei nostri oliveti il terreno è ancora umido a 40/50 centimetri di profondità, grazie alle piogge di qualche settimana fa, ma la prossima settimana riattiveremo l’irrigazione, attingendo al nostro pozzo, che arriva a 670 metri di profondità. Chi non ha oliveti irrigui, è in grandissima difficoltà, anche per i costi, l’acqua irrigua arriva a 70 euro all'ora”.
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