L'arca olearia 16/07/2021

Una nuova tecnica analitica permette di differenziare, con elevata accuratezza, gli oli extra vergini d'oliva Dop e le monocultivar

Una nuova tecnica analitica permette di differenziare, con elevata accuratezza, gli oli extra vergini d'oliva Dop e le monocultivar

Gli oli monocultivar hanno dato riscontri positivi, portando all'identificazione affidabile per ogni varietà. Il riconoscimento degli oli Dop è risultato più impegnativo, probabilmente a causa della maggiore variabilità intraclasse


Un gruppo di ricercatori dell'Università di Messina utilizzando, su oli DOP e Monovarietali, la Spettrometria di Massa a Ionizzazione Evaporativa Rapida, in combinazione con un dispositivo di campionamento, ha esplorato, per la prima volta, campioni liquidi scarsamente conduttivi, come l'olio di oliva.

E' stata utilizzata un'emulsione con una soluzione salina al fine di migliorare la conduttività e la ionizzazione del campione.

Inoltre sono state applicate analisi multivariate per costruire diversi modelli chemiometrici.

Al fine di risalire all'origine geografica degli oli di oliva e garantire la qualità di questo importante prodotto, l'Unione Europea, ha stabilito norme sia sulla DOP che sulla IGP (CE 510/2006 e UE 1151/2012).

L'Italia è uno dei maggiori produttori europei di oli extra vergini di oliva etichettati con questi marchi di qualità e in particolare ha il maggior numero di Indicazioni Geografiche registrate (48) riconosciuti dall'Unione Europea.

Nonostante la crescente attenzione rivolta a garantire la qualità e la tracciabilità di questi prodotti, il Regolamento Europeo manca di una metodologia ufficiale per valutare l'origine e la genuinità degli EVOO.

Pertanto, un metodo rapido e riproducibile per ottenere una “impronta digitale” (fingerprinting) dell'olio d'oliva, potrebbe essere utile per monitorare l'autenticità e l'adulterazione di EVOO come approccio al controllo della qualità, per garantire trasparenza per le scelte dei consumatori.

Sono state proposte diverse metodologie per ottenere un rapido fingerprinting dell'EVOO e costruire un database utile per il rilevamento di adulterazioni, come la Spettroscopia all' Infrarosso, la Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) e tecniche basate sulla Spettrometria di Massa (MS) .

Tra di loro, la MS ambientale ha mostrato qualità senza precedenti grazie alla possibilità di ottenere ioni intatti direttamente dal loro ambiente nativo senza preparazione del campione o separazioni cromatografiche.

Nel presente lavoro, questa innovativa configurazione strumentale è stata testata su campioni di EVOO provenienti da sette diverse aree selezionate tra le Regioni del nord, centro e sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia, Lazio, Toscana, Garda).

Questo approccio è stato ottenuto dall'accoppiamento tra Spettrometria di Massa a Ionizzazione Evaporativa Rapida (REIMS) e un dispositivo chirurgico per diatermia, corrispondente a un elettrobisturi. Quest'ultimo, responsabile del campionamento, porta all'ablazione termica del campione e quindi alla formazione di un aerosol contenente ioni molecolari gassosi.

La conduttività del campione è essenziale in questa fase.

I vapori risultanti vengono trasferiti direttamente nello Spettrometro di Massa che restituisce in pochi secondi un'impronta chimica del campione.

Le applicazioni REIMS normalmente richiedono un database spettrale con di spettri di massa di riferimento per costruire modelli di classificazione multivariati necessari per la successiva identificazione basata su pattern.

Questa analisi suggerisce che potrebbero essere costruiti diversi sottomodelli per differenziare lo stesso olio DOP, rispetto all'area geografica di raccolta e/o di produzione, per avere un'identificazione affidabile per ogni cultivar.

Pertanto, un metodo come la REIMS, rapido e riproducibile per ottenere una “impronta digitale” dell'olio d'oliva, potrebbe essere utile per monitorare l'autenticità ed eventuali adulterazioni dell'EVOO come approccio al controllo della qualità, per garantire trasparenza per le scelte dei consumatori.

Nel presente lavoro, questa innovativa configurazione strumentale è stata testata su campioni DOP e Monovarietali.

Gli oli monocultivar hanno dato riscontri positivi, portando all'identificazione affidabile per ogni varietà.

Il riconoscimento degli oli DOP è risultato più impegnativo (percentuale di insuccesso > 5%), probabilmente a causa della maggiore variabilità intraclasse, poiché oli etichettati con lo stesso marchio DOP sono spesso prodotti da cultivar diverse ed in percentuali diverse.

I risultati ottenuti sono stati molto promettenti nella discriminazione degli EVOO, nonostante la grande variabilità all'interno della stessa classe (diverse cultivar, diversi produttori) e la vicinanza geografica tra tutte le classi.

Questo studio ha evidenziato che, il modello DOP richiedeva un campionario più ampio comprensivo di tutte le variabili possibili (annata di raccolta, produttore e lotto di produzione, zona di produzione e di raccolta, cultivar impiegate), al contrario del modello monocultivar che forniva un punteggio di correttezza maggiore dopo un numero minore di analisi.

Ciò potrebbe significare che la cultivar dell'EVOO svolge un ruolo fondamentale in questa discriminazione.

Queste analisi sono importanti per dimostrare l'autenticità e la tracciabilità sia per la tutela della salute del consumatore quanto per scopi commerciali.

Bibliografia

Mangraviti D. et alii, 2021. Differentiation of Italian extra virgin olive oils by rapid evaporative ionization mass spectrometry. LWT, 138;110715