L'arca olearia
La crisi dell'olio extra vergine di oliva biologico italiano
Le giacenze al 31 dicembre indicano che l'olio bio nelle cisterne non supera le 30 mila tonnellate, ovvero 10 mila tonnellate in più rispetto a fine settembre. La differenza di quotazione tra bio e convenzionale è di soli 30 centesimi di euro
22 gennaio 2021 | T N
Occorre che qualcuno si incarichi di dichiarare la crisi del settore olivicolo bio nazionale.
I numeri sono infatti impietosi e sono certificati dalla Repressione frodi.
Al 30 settembre 2020 erano stoccate 18.805 tonnellate di extra vergine organico nazionale, 3250 tonnellate di olio bio di origine comunitaria e 3062 di olio bio di origine extra Ue.
Al 31 dicembre 2020 erano stoccate 29.669 tonnellate di extra vergine biologico organi nazionale, 2520 tonnellate di olio bio di origine comunitaria e 1646 di olio bio di origine extra Ue.
Si è ritornati praticamente ai livelli del 31 dicembre 2019, quando l'Italia poteva contare su scorte pari a 28.096 tonnellate di olio extra vergine bio nazionale.
In 9 mesi la capacità commerciale del sistema Italia, pur con il boom dei consumi in Grande Distribuzione e nell'export verso gli Stati Uniti, è stato capace di vendere solo 10 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva biologico.
Crescono le vendite di prodotti biologici ma l'olio extra vergine bio nazionale resta al palo, sia in termini di volumi di vendita che di prezzi all'ingrosso.
La differenza di prezzo tra l'extra vergine convenzionale e quello certificato biologico è, ancor oggi, di soli 30 centesimi di euro sulla piazza di Bari. Praticamente la stessa differenza che esisteva quando la quotazione dell'olio nazionale era di 3,5 euro/kg. Anzi al 14 gennaio 2020 l'olio convenzionale era quotato 3-3,4 euro/kg e quello bio 3,4-3,8 euro/kg, ovvero una differenza di 40 centesimi!
E' quindi evidente che l'olio extra vergine di oliva bio nazionale va a rimorchio di quello convenzionale, non essendo riuscito a conquistare una propria identità e un proprio posizionamento né nei cuori dei consumatori né sugli scaffali dei supermercati.
Nell'ottica di una politica agricola comunitaria sempre più green, che spinge sulla riduzione dell'uso di fitofarmaci e sull'incentivo al biologico, pare evidente che ci troviamo di fronte a un problema con una spinta politica e programmatica che, a fronte di un certo aumento di costi, non produce un proporzionale aumento del valore aggiunto.
Possiamo allora dichiarare la crisi del settore olivicolo biologico?
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Aggiornamento obbligatorio dell'olio di oliva "in attesa di classificazione"

A partire dalla campagna 2025/2026, l'olio prodotto e dichiarato nel registro telematico dovrà essere classificato nella sua categoria definitiva (Extra Vergine, Vergine o Lampante) secondo una precisa tempistica. Se prodotto in conto proprio si utilizzerà il relativo codice operazione "00 - Classificazione"
09 agosto 2025 | 11:00
L'arca olearia
Per conquistare i consumatori internazionali di olio di oliva occorrono valori autentici

Progettare campagne che generino empatia, coinvolgere i consumatori nella storia del prodotto e investire in certificazioni riconosciute può fare la differenza. I giovani consumatori, sebbene meno fedeli all’olio d’oliva, sono fortemente influenzati dai social media
08 agosto 2025 | 17:00 | Giosetta Ciuffa
L'arca olearia
I nanofertilizzanti del calcio e del silicio migliorano gli attributi morfologici e la composizione degli acidi grassi nell'oliva

Gli effetti sinergici tra silicio e calcio, poiché l'applicazione simultanea di questi due elementi ha impatti più benefici sull'oliva rispetto al loro utilizzo individuale
08 agosto 2025 | 16:00
L'arca olearia
Le risposte fisiologiche e biochimiche delle olive all’infezione da Colletotrichum

I marcatori di stress ossidativi (MDA, H 2 O 22) hanno rivelato risposte distinte alla difesa. I livelli di clorofilla, carotenoidi e zucchero variavano da cultivar e specie di agenti patogeni
08 agosto 2025 | 15:00
L'arca olearia
La dinamica di raffreddamento superficiale nelle olive utilizzando l'imaging termico

La temperatura del raccolto è un fattore determinante per la qualità dell'olio d'oliva. Quando le olive arrivano al frantoio con elevate temperature, il calore aggiuntivo generato durante la frangitura e la gramolazione può spingere le temperature della frutta oltre le soglie note per innescare difetti di fermentazione e sensoriali
08 agosto 2025 | 14:00
L'arca olearia
I frantoi italiani rimangono solo una ispirazione dal passato?

La voglia di innovazione e di conquista dei mercati oggi non ha più sede in Italia ma, forse, in Turchia. Haus è partita alla conquista del mercato oleario nazionale “e ci crediamo fortemente”
08 agosto 2025 | 11:00
Marino Mari
23 gennaio 2021 ore 18:14diciamo molto semplicemente che l'olio bio non ha mercato.