L'arca olearia

SUI TITOLI OLIVICOLI L’AGEA INTERVIENE PESANTEMENTE. A SCAPITO DEGLI OLIVICOLTORI, MA NON DI TUTTI

In queste ultime settimane molti olivicoltori hanno ricevuto comunicazioni di una riduzione significativa degli importi dell’aiuto alla produzione d’olio, senza alcuna spiegazione. Intanto milioni di olivi italiani, secondo Confagricoltura, escono dalla clandestinità

27 gennaio 2007 | Graziano Alderighi

La sgradita sorpresa è arrivata per molti via posta raccomandata.
Moti olivicoltori si sono visti ridurre in maniera significativa l’aiuto alla produzione, senza alcuna spiegazione da parte di Agea.
Gli abbattimenti hanno riguardato, in alcuni casi, sia il numero sia il valore dei titoli olivicoli.
Una situazione che ha sconcertato, per cui si sono moltiplicate le proteste a cui l’Agea stenta, ancor oggi, a rispondere.
Il calcolo dei titoli definitivi della Pac disaccoppiata è stato infatti tutt’altro che trasparente e anche le organizzazioni di categoria, le associazioni di olivicoltori non hanno molti ragguagli in merito.
Le informative dell’Agea sono state lacunose, poco chiare e trasparenti.

Sebbene non confermate, alcune attendibili voci di corridoio, indicano che gli abbattimenti degli aiuti alla produzione serviranno a coprire il “buco” creato dalle numerose legittime richieste di accesso alla riserva nazionale, ovvero quella scorta, a disposizione dell’Agea, creata per far fronte a eventuali disuguaglianze e disparità dovute al metodo di calcolo dell’aiuto.
Sono state migliaia le richieste di accesso alla riserva nazionale. Sono stati miglia gli olivicoltori che hanno richiesto un ritocco, al rialzo, al numero dei loro titoli, oppure al loro valore, in funzione di calamità climatiche negli anni di riferimento, a causa della giovane età degli impianti o per altre ragioni appositamente definite ed elencate da Agea.
Un fiume di domande che evidentemente nessuno aveva previsto.
Essendo stato definito, in sede comunitaria, il budget a disposizione del settore ed essendo ormai impossibile qualsiasi ritocco al rialzo, l’Agea sta ritrovandosi nella condizione di dover ridurre gli importi dei titoli definitivi per poter incrementare le risorse a disposizione della riserva nazionale.
Misure a scapito di alcuni per poter sopperire alle legittime richieste di altri olivicoltori.
L’Agea, quindi, non avrebbe alcuna colpa se non quella di una insufficiente informazione e di scarsa trasparenza.

Si tratta di una situazione che, oltre tutto, potrebbe anche aggravarsi. Milioni di olivi italiani stanno uscendo dalla clandestinità. La modifica del regolamento CE 1782/03 e l’introduzione del regolamento 2012/2006 che parzialmente lo sostituisce concede, infatti, agli agricoltori la facoltà di poter abbinare i titoli ordinari della Pac anche ai terreni dove sono state messe a dimora piante di olivo, dopo il famoso blocco imposto nel maggio 1998.
“In questa maniera vengono sanate milioni di piante di olivo e si permette un graduale ammodernamento del patrimonio olivicolo nazionale - sostiene Pantaleo Greco, responsabile delle sezioni economiche dell’Anga - inoltre questo nuovo regolamento è il primo passo verso la riduzione della burocrazia e la semplificazione dei processi decisionali”.

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