L'arca olearia

PROGETTI E SPERIMENTAZIONI PER UN UTILIZZO ALTERNATIVO E CREATIVO DELLE SANSE E DELLE ACQUE DI VEGETAZIONE. MA L’OLIVO HA UN FUTURO ANCHE NELL’INDUSTRIA MOBILIERA

Olio di oliva ma non solo. Le sfide della moderna olivicoltura sono molteplici e l’Unaprol pare indirizzarsi verso modelli di sviluppo e di innovazione diversi e anticonformisti, dimostrando una fantasia e intraprendenza che ci ha stupito. La parola d’ordine è “recuperare valore anche dai sottoprodotti del processo di trasformazione delle olive in olio”

14 ottobre 2006 | Alberto Grimelli

Lo smaltimento delle acque reflue e delle sanse rappresentano per la gran parte dei nostri frantoiani un costo oltre che una costante forma di contenzioso con gli organi di vigilanza e controllo sull’impatto ambientale (ASL in primo luogo).
Unaprol si è proposta di riprendere i risultati di alcuni studi pilota condotti da alcune Università italiane/spagnole, dal CNR, da alcune aziende private per realizzare degli impianti pilota, in aree di significativa concentrazione del prodotto, per valutare i costi, i ricavi, i punti di convenienza, i rischi gestionali e tutti gli altri fattori che concorrono a rendere una iniziativa come una opportunità per le aziende che vi partecipano.

In particolare sul riutilizzo delle acque di vegetazioni ci sono già alcune significative evidenze scientifiche che ne prevedono una destinazione da un lato verso “acque potabili oligominerali” e dall’altra di riutilizzo di alcuni componenti chimici destinate verso l’industria cosmetica e chimica farmaceutica.

Negli ultimi anni la ricerca si sta orientando inoltre verso lo sfruttamento dei processi biologici basati sulla stabilizzazione aerobica delle acque di vegetazione e delle sanse in combinazione con residui ligno-cellulosici di scarto delle coltivazioni agricole: la preventiva imbibizione dei reflui oleari su matrici di supporto di natura vegetale, consente di sottoporre il mix di prodotti da trattare a veloci reazioni di biossidazione in fase solida, tipiche del compostaggio, grazie all’applicazione di prodotti composti da un mix di flore batteriche aerobiche, ed anaerobiche di microrganismi derivati da lavorazioni e fermentazioni spontanee.
I vantaggi che si possono ottenere effettuando il compostaggio composito degli scarti oleari sono molteplici. Oltre ad utilizzare materiali di scarto che sono costosi da smaltire, questa pratica permette di ottenere in poco tempo (8 settimane) un prodotto stabile, ricco di sostanza organica e di elementi nutritivi, che può essere tranquillamente utilizzato nei terreni dell’azienda agricola con conseguente aumento della fertilità e miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno rappresentando una grande opportunità per l’azienda olearia.

Sulle sanse oltre ai già noti possibili riutilizzi in campo bioenergetico si sta ora tentando di aprire anche una strada collegata all’industria mobiliera per la creazione di pannelli di compensato ed ora si sta valutando anche la possibilità di creare dei parquet.
“Con l'applicazione dei rinnovati strumenti comunitari – ci ha detto Ranieri Filo Della Torre, direttore Unaprol - vengono sostenute le attività multifunzionali degli olivicoltori e sostenute le iniziative di tutela del paesaggio come quelle che riutilizzano i reflui. L'Unaprol avvierà corsi di formazione ad hoc per sviluppare l'utilizzo eco-compatibile di tutti i sottoprodotti oleari, quali il nocciolo dell'oliva, la sansa e le acque di vegetazione. Tra pellicole di buccia, parti di polpa e nocciolo il residuo solido rappresenta il 30 - 50% delle olive lavorate. E sia nella Sabina che in provincia di Latina ci sono esperienze pilota con bacini di raccolta e prime produzioni di mattonelle, pelletts, caldaie e parquet di sansa.”

Biomassa di olivo
Nuovi progetti dell’Unaprol riguardano anche l’utilizzo delle potature olivicole ai fini energetici.
L’agroenergia appare infatti come una prospettiva interessante stante l’elevato costo del petrolio.
Inoltre sotto il profilo delle buone pratiche olivicole una forma di smaltimento organizzata delle potature può evitare alcune pessime consuetudini presenti tutt’ora nel nostro Paese come quella di bruciare il legname potato con un evidente rischio di incendi. Tra l’altro lo smaltimento delle potature può diventare un piccolo ricavo per l’azienda anziché rappresentare, come oggi, un costo .

Un’innovazione molto interessante che l’Unaprol sta cercando di sviluppare in collaborazione con il CNR riguarda la possibilità di utilizzare alcune nuove varietà di olivo rapito accrescimento che sviluppano più la massa arborea che non la fruttificazione. Tali nuove varietà potrebbero essere utilizzate nei piani di rimboschimento confermando la ben nota vocazione dell’olivo ad una nobile funzione paesaggistica e consendo di sfruttare la grande capacità di adattamento di questa pianta in quelle aree calde e siccitose dove altre varietà boschive lamentano maggiori difficoltà.
Anche in questo caso il riutilizzo della massa arborea dell’olivo potrebbe avere un immediato indirizzo verso l’industri mobiliera che sembra molto apprezzare il caldo colore e la solidità che caratterizza il legno di olivo. Dunque ancora, parquet, mobili e scrivanie.

“Ho la sensazione – conclude Ranieri Filo della Torre - che il settore olivicolo si appresti a vivere una nuova ed interessante fase di espansione dei consumi, di maggiore diffusione della coltura non solo in nuove Nazioni ma anche in aree “di frontiera” nel nostro stesso Paese e che si vada verso una maggiore razionalizzazione e contenimento dei costi cercando di recuperare valore anche dai sottoprodotti del processo di trasformazione delle olive in olio.”

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