L'arca olearia
Ecco come l'Italia vuole cambiare l'olio extra vergine d'oliva
Con il restringimento delle maglie dei parametri di qualità ne scaturirebbe un super extra vergine che però amplierebbe a dismisura la categoria dell'olio vergine di oliva. Acidità, perossidi, etil esteri e intensità di fruttato sono gli indiziati di una revisione
03 maggio 2019 | T N
In Italia si è ricominciato a parlare di stringere le maglie dell'olio extra vergine d'oliva, attraverso una revisione dei parametri chimici di qualità. A dare il calcio d'inizio alla discussione è stata Unaprol, lo scorso 31 gennaio, quando David Granieri ha provocato il direttore esecutivo del Consiglio oleicolo [...]
Per continuare a leggere l'articolo è necessario un abbonamento a TN Plus
ACCEDI O REGISTRATI E ABBONATI ADESSOPotrebbero interessarti
L'arca olearia
Mitigare l'effetto delle gelate leggere sui composti fenolici e volatili nell'olio extravergine di oliva
Un gelo meteorologico è definito come la temperatura dell'aria a 1,50 metro dal terreno che scende a un valore inferiore o uguale al punto di congelamento dell'acqua a 0 °C, indipendentemente dalla sua durata o intensità. L'effetto sulle olive e la qualità dell'olio e gli interventi agronomici per mitigare gli effetti di un gelo moderato
21 novembre 2025 | 15:00
L'arca olearia
La verità sull’utilizzo di enzimi in frantoio: l’aumento delle rese e l’impatto sulla qualità dell’olio di oliva
Le olive con livelli di umidità superiori al 52% contribuiscono alla formazione di paste difficili che obbligato ad aumento delle temperature e dei tempi di gramolazione. L’uso di enzimi può aiutare con un aumento della resa industriale del processo di estrazione dell'olio d’oliva
21 novembre 2025 | 14:00
L'arca olearia
Il naso elettronico per scoprire le adulterazioni dell'olio di oliva
Nelle aziende e in GDO sono necessari metodi di screening strumentale rapidi e non distruttivi. In caso di adulterazione, la discriminazione basata su naso elettronico è emersa dal 20% di olio di girasole aggiunto
21 novembre 2025 | 13:00
L'arca olearia
L’effetto del freddo sulle olive e l’influenza sulla qualità dell’olio extravergine di oliva
Arriva un’ondata polare sull’Italia e non sarà necessariamente un male per la raccolta delle olive. Temperature moderatamente fredde possono favorire la disidratazione dell’oliva e l’attivazione degli enzimi della via della lipossigenasi in frantoio. Attenti però a temperature di pochi gradi sopra lo zero
21 novembre 2025 | 09:00
L'arca olearia
Ecco come la gestione del suolo dell'oliveto influisce sulla produzione di olio di oliva
Le diverse pratiche di gestione del suolo possono influenbzare significativamente la produzione di olive per pianta e il contenuto di olio delle drupe in condizioni di coltivazione in asciutto. Scopriamo come e quale è il sistema di coltivazione migliore
20 novembre 2025 | 10:00
L'arca olearia
La raccolta delle olive con scuotitore: i problemi per il basso peso del frutto e l’alta resistenza al distacco
Alcune varietà di olivo si prestano meglio di altre alla raccolta meccanica. Per olive con una forza di distacco elevata e un peso ridotto dei frutti può essere necessario un secondo modulo di vibrazione per aumentare l’efficienza
19 novembre 2025 | 09:00
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o RegistratiUgo Agostini
04 maggio 2019 ore 12:03Buongiorno, il mio amico Granieri lo sa che l'olio Italiano mediamente è quello che ha i parametri più alti rispetto a Spagna, Portogallo, Tunisia ecc... non sarebbe meglio allora proporre un olio di alta qualità come IGP e DOP controllato veramente e non venduto a 4 euro come fanno certi Organismi Cooperative legati proprio a certe Organizzazioni ????? Senza polemica ma quello che spesso sembra facile poi diventa difficile specialmente per noi Italiani ....sarebbe un discorso troppo lungo !!!!
Vincenzo Fiore
04 maggio 2019 ore 12:28Hai perfettamente ragione! Sono un produttore pugliese di olio evo biologico certificato ed è sconcertante il fatto che “certe organizzazioni” ti mettano alle strette e ti costringano a vendere il tuo prodotto ad un prezzo stracciato, favorendo il commercio di olio standardizzato a discapito di produttori ,come me, che vorrebbero vedersi ripagati tanti anni di sacrifici!! Io finché posso resisto.
Frank Geffers
05 maggio 2019 ore 14:05Sono un piccolo produttore Toscano e negli ultimi anni mi sono concentrato sopra tutto su quanto necessario per produrre un olio EVO di qualità. Solo adesso mi sto interessando alla "politica" che sta intorno all'olio EVO e questo per le stesse motivazioni che qui ha addotto Vincenzo Fiore: tanto lavoro, tanti sacrifici e poche remunerazioni.
Mi sembra evidente che le organizzazioni internazionali - COI in primis - hanno l'interesse di tutelare "oli dolci". Loro, infatti, devono tenere in considerazione gli interessi di tutti i loro "associati". Questo però contrasta clamorosamente con gli interessi della filiera olivicola italiana che possono riassumersi in linea di massima con questi due criteri: "poco ma buono". La domanda quindi è questa: Il COI sarà mai in grado di tutelare l'olio EVO italiano? Come dice qui Ugo Agostini: abbiamo gli IGP (sopratutto quello Toscano) e i DOP. Ci siamo quindi già autoimposti dei disciplinari imponendo agli aderenti criteri di qualità molto elevati. Non sarebbe meglio investire in un attività di marketing che promuova questi prodotti - non i singoli DOP o IGP ma le due categorie come tali - sia in Italia che all'estero? Spingiamo in quella direzione e non avremo più bisogno di intervenire presso il COI per fare approvare criteri di qualità che i seri produttori italiani già soddisfano semplicemente perchè il loro obiettivo è produrre qualità. "Io finchè posso resisto" non è una frase che vogliamo sentire dire ai produttori italiani.
cari saluti,
Frank Geffers