L'arca olearia
La fotografia del disastro Xylella fastidiosa in Commissione agricoltura della Camera
Amaro scenario quello disegnato dalle associazioni del settore olivicolo-oleario in audizione, tra problemi burocratici, danni economici e sociali e un impatto emotivo ed emozionale trasmesso dal presidente del Cno e applaudito dai commissari
21 settembre 2018 | T N
Xylella è una tragedia che poteva e doveva essere evitata e che invece si è trasformata in una tragedia che investe decine di migliaia di ettari, migliaia di olivicoltori e il tessuto economico-produttivo di un'intera regione.
“Sono 650 i frantoi che rientrano nell’area colpita dalla Xylella, è una situazione catastrofica per il settore oleario. Lo sviluppo incontrollato del batterio ha fatto danni per 70 milioni di euro ai frantoi e 200 milioni per i danni derivati sul territorio. Le stime di produzione prevedono un calo fino al -50%, con picchi del -90%” ha ricordato Elia Pellegrino, vice Presidente dei frantoiani di Aifo, fotografando così l'impatto economico devastante della batteriosi e ricordando implicitamente che nel Salento lavorano più del 10% dei frantoi italiani.
“Non è più tempo di approssimazione e di tentativi, abbiamo perso fin troppo tempo. Adesso è il momento di una strategia unica e condivisa - ha dichiarato il Presidente di Unasco, Luigi Canino - La Puglia rischia di perdere la propria identità paesaggistica”. Viene così svelato l'immane impatto che può avere Xylella che va ben al di là del settore agricolo, visto che paesaggio è cultura e turismo e proprio il Salento è divenuta una delle mete più apprezzate dai vacanzieri italiani e internazionali.
“Non c’è più tempo da perdere, è il momento di agire con responsabilità, attuando strategie idonee per aiutare il mondo agricolo, vivaistico e dei frantoi, evitando sterili polemiche e mettendo fine alle fake news – ha spiegato David Granieri, Presidente di Unaprol - E’ inutile soffermarsi sugli errori passati, agli agricoltori servono risposte rapide a partire dagli indennizzi per le estirpazioni, necessarie a evitare che il contagio continui a espandersi. E’ fondamentale che il governo incrementi le risorse del Fondo di Competitività e del Fondo di Solidarietà Nazionale per consentire il pagamento degli ingenti danni alle imprese colpite, anche della trasformazione olearia. E’ necessario un lavoro comune e un’azione ampia e coordinata, sotto la guida della Commissione, che non può prescindere dal rifinanziamento di un Piano olivicolo nazionale 2.0, indispensabile per la realizzazione dei nuovi impianti con varietà resistenti e per sostenere la ricerca scientifica, sviluppata finora grazie all’impegno volontario di tecnici e studiosi che vanno supportati in modo concreto e duraturo. Inoltre, sposiamo in pieno la richiesta che arriva dai circa 400 frantoiani nostri soci sia di interventi economici per i frantoi oleari che intendono mantenere la struttura in vita, sia di contributi finalizzati alla dismissione dell’attività di trasformazione degli impianti obsoleti”. La riconversione agricola, o il reimpianto, di un territorio così vasto ha bisogno di fondi, così pure la ricerca e l'attività di monitoraggio. La scarsità delle misure finanziarie a supporto dell'emergenza Xylella è stata il cuore dell'intervento del Presidente Unaprol che ha indicato in 500 milioni di euro le necessità del comparto.
Molto accorato l'intervento del Presidente del Cno, Gennaro Sicolo che, nonostante il testo preparato, più volte si è lasciato trasportare dall'emozione, tirando bordate a Ministero e Regione Puglia, rei di aver fatto poco per contrastare l'emergenza: “Il problema serio è che questo sistema di fake news si è nutrito per anni della connivenza di amministratori locali, amministratori regionali, presidenti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, deputati, senatori, attivisti, giornalisti, e anche organizzazioni agricole creando un danno enorme e incalcolabile al territorio e all’economia. La xylella in poco più di cinque anni, da una zona circoscritta a pochi terreni e poche decine di piante, è arrivata a colpire tre province minacciando tutta la Puglia e l’Italia olivicola. A questa campagna di disinformazione si sono sommati comportamenti inadeguati, che in alcuni casi ritengo omissivi, da parte di chi era preposto alla gestione dell’emergenza.” Ma Sicolo ha puntato anche l'indice contro parte del mondo agricolo: “Non è accettabile che 29 ricorsi individuali dal 2015 ad oggi siano stati la presunta causa che ha impedito gli abbattimenti, quando sappiamo che sui nuovi focolai le notifiche di abbattimento vengono recapitate con mesi di ritardo o non vengono addirittura emesse, nonostante la disponibilità degli olivicoltori a procedere alla rimozione delle piante infette.” E ancora: “È necessario rimuovere i fondi pac a quegli agricoltori che abbandonano il campo favorendo la proliferazione del batterio. È fondamentale sollecitare gli agricoltori alle buone pratiche agricole come aratura e potatura senza lasciare i terreni abbandonati.” Un fuoco di fila che ha suscitato l'empatia della Commissione che, fatto molto raro, ha applaudito l'intervento del Presidente del Cno.
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