L'arca olearia

Reimpianto nella zona infetta da Xylella fastidiosa: tutto rimandato a metà ottobre

L'accordo c'è, come già qualche settimana fa, ma il voto no. Tutto slitta al 18 e 19 ottobre. Alcuni nodi non sarebbero ancora stati sciolti. Senza il via libera del Comitato per la salute delle piante nessun provvedimento ufficiale da Bruxelles

25 settembre 2017 | T N

Si attendeva con trepidazione la riunione del Comitato per la salute delle piante di questo fine settembre, poichè sembrava dover essere quella decisiva.

Già prima dell'estate vi era stato un via libera informale al reimpianto degli olivi nella zona infetta, così come alla protezione degli olivi monumentali, ma la deliberazione formale avrebbe dovuto esserci a settembre.

Invece un nuovo nulla di fatto.

L'Italia avrebbe incassato il via libera al reimpianto in Salento di varietà d'olivo tolleranti al batterio (FS17 e Leccino) e la possibilità di non abbattere gli alberi secolari sani nel raggio di 100 metri attorno alle piante malate nella fascia di eradicazione, ma nessuna decisione formale è stata adottata.

Sarebbero rimaste irrisolte alcune questioni, come i controlli sui vivai, che hanno messo in stallo l'adozione della decisione, propedeutica a un provvedimento formale della Commissione europea.

Tutto rimandato al 18 e 19 ottobre.

“La delusione è grande – affermano il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l'assessore Leo di Gioia – per una notizia che, ancora una volta, priva gli agricoltori e tutto il territorio salentino della possibilità di immaginare un futuro economicamente sostenibile e di restaurare il paesaggio agrario gravemente compromesso dalla Xylella. Questo stop si aggiunge al ritardo accumulato negli scorsi mesi, in cui avevamo già assistito a diversi rinvii pur in presenza di una bozza di decisione utile alla causa del territorio pugliese .Chiederemo a Roma di far presente alla Commissione europea che qualora le divergenze di vedute tra gli stati membri sui punti contestati della decisione dovessero protrarsi, sarebbe saggio dividere il testo in due parti, portando così al voto in Ottobre gli articoli su cui vi è unanime consenso”.

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