L'arca olearia

Dal passato al futuro, l'olio extra vergine di oliva cardine dell'alimentazione sostenibile

Nessun alimento è l'esemplificazione della salubrità, delle origini e della Dieta Mediterranea quanto l'olio extra vergine d'oliva. Rimettere al centro del futuro dell'alimentazione un cibo tanto antico e nutraceutico è la mission della Regione Puglia

22 settembre 2017 | Alberto Grimelli

“L'olio di oliva di 70 anni fa, non si poteva parlare di extra vergine – ha dichiarato il Capo panel Alfredo Marasciulo – non è quello di oggi. Oggi ci troviamo di fronte a un prodotto diverso che, quando di qualità, ha proprietà straordinarie. Occorre una vera cultura di prodotto. Un difetto di fondo della comunicazione è far credere che tutti gli oli extra vergini facciano bene alla salute in egual misura.”

Ci riflettiamo poco, poiché ci sembra che l'extra vergine appartenga alla nostra vita da sempre ma non è così. Come il vino del contadino di una volta oggi sarebbe giudicato imbevibile, lo stesso è per l'extra vergine.

L'extra vergine, il suo valore nutraceutico all'interno di una dieta sostenibile è stato al centro di un ricco convegno nel padiglione dell'"Apulian Lifestyle" durante la Fiera del Levante a Bari.

“Vogliamo portare avanti il concetto di dieta mediterranea sostenibile – ha dichiarato Felice Ungaro, responsabile del progetto - con la Presidenza della Regione Puglia abbiamo costruito un tracciato che in Fiera è diventato percorso formativo, con incontri e corsi di assaggio anche del nostro olio extravergine, che è un alimento nutraceutico, ovvero che nutre e cura. Il cibo deve essere piacere ma anche e soprattutto sostenibilità e cura, perché al consumatore finale dobbiamo dare salute.”

In effetti i dati snocciolati da Antonio Mazzocca dell'Università di Bari sono molto preoccupanti: “In Puglia ci sono il 25% dei bambini in sovrappeso. Ho visto bimbi di 8 anni con fegato grasso e fibrosi. Tra 20 anni questi bambini potrebbero avere seri problemi, anche di cirrosi, col il rischio di dover subire trapianti di fegato.” Insomma, l'allontanamento dalle linee guida della dieta mediterranea, che riguarda da vicino le regioni del sud Italia, ha innescato una bomba a orologieria per la sanità nazionale, bomba che potrebbe scoppiare tra qualche anno. “Occorre ricordare, solo come esempio – ha continuato Mazzocca – che il fruttosio che sta nelle merendine ha lo stesso effetto dell'alcol sul fegato dei bambini.”

Ripercorrendo il nostro passato, però, scopriamo che non c'era il solo olio di oliva. “Si facevano decotti di foglie di olive e anche impacchi, con effetti salutistici importanti – ha affermato Giuseppe Palma dell'Istituto Nazionale Tumori di Napoli – oggi sappiamo che l'estratto di foglie di olivo è potenzialmente utile nella lotta contro il tumore al pancreas. Stiamo studiando l'utilizzo di estratti di foglia in oncologia e i primi risultati sono promettenti, per esempio nel cancro al seno. Vi sono potenzialità anche per gli effetti antibatterici. E' un campo che merita di essere esplorato.”

Tornado all'extra vergine di oliva, tutti gli oli sono nutraceutici? “L'Efsa ha stabilito che il claim sui potenziali effetti benefici per il nostro apparato cardiocircolatorio lo possono avere solo gli extra vergini con più di 250 ppm di idrossitirosolo e suoi derivati – ha affermato Maria Lisa Clodoveo dell'Università di Bari – un claim poco utilizzato dal mondo dell'olio. Tutte le varietà pugliesi, se raccolte al momento giusto e frante correttamente, possono raggiungere questi valori fenolici. La scelta dell'Igp Puglia di inserire nel disciplinare un minimo di 300 ppm di fenoli, raggiungibile in ogni area pugliese, configurerà l'extra vergine di questa regione come un olio dall'alto valore salutistico. Una scelta lungimirante.”

Il binomio extra vergine e salute è molto saldo. “Si può fare di più – secondo Gaetano Paparella, Presidente Consorzio Italiano per il Biologico – l'olio extra vergine di oliva come alimento salutistico dovrebbe essere tutto bio, poiché non dovrebbe avere residui di fitofarmaci e esteri fosforici. Spesso si crede erroneamente che l'agricoltura biologica significhi solo mancanza di fitofamrmaci. E' molto di più, è gestione dell'humus e della vita nel terreno. Voglio essere più chiaro, l'agricoltura biologica è gestione della vita.”

La Puglia, luogo tradizionalmente legato all'olio, dove vinono olivi millenari. Un museo a cielo aperto. “Attenzione a vedere la Puglia come una Regione statica – ha affermato Gianluigi Cesari, componente del progetto “Apulian Lifestyle” - la Puglia ha una tradizione di biodiversità millenaria grazie agli scambi commerciali che qui sono avvenuti da secoli. Tutto questo ha condizionato il nostro stile di vita e lo farà ancora. Qui possono nascere idee e progetti che guardano al passato e al futuro.”

Il mondo effettivamente corre e i prodotti salustici conquistano gli scaffali dei supermercati, come quelli vitaminizzati e arricchiti. Potenziali competitor dell'extra vergine? “Assolutamente no – commenta Cosimo Damiano Guarini, patron di “Olivhealth” - fermarci al prodotto sarebbe un errore. L'olio extra vergine non può essere scisso dall'olivo e l'olivo è esperienza, è vedere le piante, poterci passeggiare accanto, godere di un paesaggio. L'olio extra vergine di oliva salutistico non è un prodotto fine a se stesso ma il completamento di un percorso.”

Come il progetto “Apulian Lifestyle” della Regione Puglia? “Il progetto andrà avanti con l’attivazione di un percorso educativo continuo – ha affermato Felice Ungaro -grazie alla collaborazione di partners d’eccezione come ricercatori di settore e la crew di Slow Food”. Studio del prodotto finale ma anche del packaging “perché vogliamo anche prodotti nichel free – ha aggiunto Ungaro - a garanzia del valore del progetto”.

La Puglia custodisce un patrimonio di raro valore in tema di agro-biodiversità che ha permesse nel tempo di trasferire la cultura agricola della mezzaluna fertile al resto del continente europeo ed oltre. Apulian Life style intende recuperare e preservare quel patrimonio, mettendo in rete sanità, servizi e agricoltura. Secondo quanto previsto dal progetto, nelle mense e a scuola, come all’interno dei distributori automatici, saranno presenti alimenti di origine pugliese.

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