L'arca olearia

Identificare i predatori della mosca delle olive grazie al DNA

Uno dei problemi del controllo della mosca delle olive è l'incertezza sui predatori di questo dittero. Grazie al DNA sarà possibile scoprire tutti gli insetti potenziali antagonisti e il loro grado di specificità con Bactrocera oleae

15 settembre 2017 | C. S.

Grazie a studi entomologici, che risalgono anche ai primi del 1900, sappiamo quali possono essere i predatori della mosca delle olive. Al momento, però, non sappiamo né se quelli identificati sono tutti né, tantomeno, se esistono altre specie non identificate.

Una ricerca dell'Università di Madrid ci avvicinerà ancor di più a conoscere l'agroecosistema oliveto.

I ricercatori spagnoli infatti hanno scoperto una tecnica molecolare capace di individuare il DNA di Bactrocera oleae nell'intestino di altri insetti indiziati di essere predatori.

Poichè gli insetti sono molto piccoli, è infatti normalmente difficile determinare il contenuto gastrico, così scoprendo residui di larve di mosca delle olive.

Oggi attraverso la reazione a catena della polimerasi (PCR) sarà possibile rilevare in modo specifico il DNA della mosca delle olive nel tratto digestivo di potenziali predatori.

La tecnica, ovviamente, ha un limite. Infatti la traccia genetica “scompare” dopo tre giorni dall'ingestione. Ovvero dopo tre giorni dopo che un insetto ha predato la larva di mosca non vi sarà più prova di questa attività predatoria.

La scoperta è comunque molto importante perchè consentirà di compiere studi entomologici di ampia portata sui predatori della mosca delle olive con minori mezzi e minori difficoltà.

La fase successiva, di natura applicativa, prevede il riconoscimento degli insetti predatori più specifici e, quando possibile, il loro infeudamento stabile nell'oliveto oppure, tramite richiami ferormonali, l'attrazione durante i periodi di massima infestazione della mosca, così da poter ridurre il danno potenziale e l'uso di fitofarmaci.

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