L'arca olearia
Allarme sull'olio d'oliva del Financial Times
Troppe fluttuazioni di mercato su questo prodotto negli ultimi anni. Dai 5,8 euro/kg medi della campagna 2014/15 ai 3,9 euro/kg della scorsa annata. Cosa accadrà ora che la domanda di olio d'oliva nei paesi emergenti sta crescendo?
27 ottobre 2016 | T N
Il Financial Times si occupa di olio d'oliva e questa è giaà una notizia.
Se ne occupa per sottolineare le fluttuazioni di prezzo e di produzione negli ultimi anni, lasciando il commento a Vito Martielli, analisita di Rabobank, banca olandese leader nel settore agroalimentare: "nel settore dell'olio d'oliva assistevamo a problemi di approvvigionamento ogni sei-sette anni ma nell'ultima decade questi problemi si stanno intensificando."
Implicitamente viene indicato come non accettabile una fluttuazione del prezzo da 5,8 euro/Kg (media della quotazione tra i diversi paesi produttori) nel 2014/15 e gli attuali 3,9 euro/kg, con l'incognita del prezzo nella campagna olearia appena iniziata, che vede una riduzione della produzione in tutti i principali paesi produttori.
Tutto questo, secondo il Financial Times, pone grandi problemi nei consumi del prodotto nel medio-lungo periodo. Infatti, se fino a dieci anni fa il 60% della produzione mondiale veniva consumata in spagna, Italia e Grecia, oggi quella percentuale scende al 40%.
La parte del leone la fanno paesi emergenti, come Giappone e Cina, ma soprattutto gli Stati Uniti che hanno visto una crescita dei consumi del 40% in un decennio.
La volatilità delle produzione, e di conseguenza dei prezzi, dovuta ai cambiamenti climatici "arriva in un periodo di forte richiesta d'olio d'oliva, in crescita in mercati lontani per gli effetti salutistici dell'olio".
Così come in alcuni paesi produttori, a causa dell'innalzamento medio del prezzo dell'olio d'oliva, una fascia dei consumatori siano passati a consumare altri oli vegetali più economici, il rischio è che un simile trend possa innescarsi anche in altre regioni del mondo.
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