L'arca olearia
Consiglio oleicolo internazionale nelle mani della Spagna. E' bufera su Bruxelles e Martina

Teatro Naturale ha segnalato per primo la notizia della nomina di Jaime Lillo Lopez a direttore aggiunto del Coi, con delega a chimica e promozione. Ora in Italia si scatena la bufera. Preannunciate molte interrogazioni parlamentari da tutti gli schieramenti
18 marzo 2016 | T N
L'Italia non è entrata in campo se non troppo tardi per poter giocare e vincere la partita del Consiglio oleicolo internazionale, come testimoniato da Teatro Naturale la scorsa settimana.
Troppo forte, coordinata e preparata la diplomazia iberica rispetto a quella italiana. Gli spagnoli hanno preparato il campo da tempo, almeno da un anno forse due, mentre l'Italia stava a guardare, senza interessarsi a quanto sarebbe accaduto.
Ha allora avuto gioco facile Jaime Lillo Lopez a occupare la strategica posizione di direttore aggiunto del Coi, con delega a legislazione, chimica e promozione.
Sono questi i settori chiave del Consiglio oleicolo internazionale. La maggior parte del budget del Coi è proprio destinata alla promozione, quindi il direttore aggiunto è di fatto il responsabile della cassaforte dell'Ente. Il direttore aggiunto è inoltre responsabile degli uffici che si occupano di chimica e legislazione. E' in questi uffici, che vedono come capo unità un'altra spagnola, che si decidono i parametri sull'extra vergine, i limiti e quindi, indirettamente, come contrastare le frodi e come e quanto migliorare la qualità dell'olio d'oliva in commercio.
Quando è troppo tardi e l'Italia ha perso la partita, ecco scatenarsi la bufera.
I politici di tutti gli schieramenti hanno annunciato interrogazioni parlamentari e audizioni del ministro Martina per comprendere come il governo italiano abbia potuto permettere di rimanere fuori da questo importante consesso internazionale.
Il dubbio, ventilato da più ambienti, è che la nomima di Jaime Lillo Lopez sia irregolare in quanto lo spagnolo non rispetterebbe i requisiti imposti dal bando del Consiglio oleicolo internazionale.
“Martina chiami subito Hogan, la partita non è chiusa. L’Italia non può restare fuori dalla stanza dei bottoni del mondo olivicolo mondiale” ha dichiarato Colomba Mongiello, membro della commissione Agricoltura della Camera e vicepresidente della Commissione anticontraffazione.
“Mi sembra veramente deludente che l’Italia sia stata completamente emarginata nei quadri dirigenti del Coi. L’Italia è il secondo paese produttore del mondo di olio d’oliva ed avrebbe giusto titolo alla direzione del Coi – ha affermato il presidente della Commissione anticontraffazione Mario Catania - il Coi stesso ha sede in Spagna, a Madrid, e quindi secondo la prassi internazionale non dovrebbe avere la conduzione spagnola.”
“Io credo che il governo debba chiarire immediatamente i contorni di questa vicenda e che ruolo ha svolto. Considerando che l’Italia è un paese olivicolo per eccellenza, su questa partita non poteva restare distratto” ha dichiarato Dario Stefano, senatore in quota Gruppo Misto in commissione agricoltura.
“Ho depositato un’interrogazione per sapere dal ministero e per chiedere al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina chiarimenti in merito alla vicenda del Coi dato che nulla è stato detto sulla questione e tantomeno sull’olio tunisino – questa la reazione di Filippo Gallinella, membro della Commissione agricoltura del M5S - c’è il sospetto che le due cose, l’olio tunisino e il Coi, siano legate. E già a settembre si sapeva in Spagna chi sarebbe stato a guidare il Coi”.
“Il governo dovrà rispondere dell’arretramento dell’Italia nel panorama delle posizioni che contano in Europa. Uno schiaffo a un’Italietta che in Europa nella filiera agroalimentare conta meno di zero” ha spiegato Paolo Russo, membro della Commissione agricoltura della Camera di Forza Italia, preannunciando un'interrogazione parlamentare.
Quando, insomma, i buoi sono scappati, si cerca di chiudere la stalla, cercando improbabili soluzioni come un ricorso per mancanza di requisiti dello spagnolo che entrerà in carica dal 1 giugno 2016.
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