L'arca olearia
Ad ogni varietà di olivo il suo terreno
Non tutte le piante di olivo sono realmente pioniere o colonizzatrici, adattandosi a ogni condizione e ogni terreno. La Coratina mal si adatta a suoli troppo sassosi, al contrario della Carolea. La varietà può fare la differenza
29 maggio 2015 | Giuseppe Corti
Lo studio è stato effettuato su cinque genotipi di olivo (Carolea, Coratina, Frantoio, Nocella del Belice, Roggianella) che sono stati sottoposti ad un disegno sperimentale mirante a indurre condizioni di forte stress idrico e, conseguentemente, osmotico e nutrizionale.
Per ogni genotipo, sono state usate 6 piante di 18 mesi di età che sono state rese omogenee per vigoria, altezza, numero di branche e foglie mediante potatura e travasate a radice resa nuda mediante lavaggi in acqua.
Le piante sono state poste in contenitori con substrato roccioso costituito da calcare e substrato di controllo. Il substrato roccioso era costituito da 3% di clasti del diametro di 2-5 mm, 7% di clasti 5-25 mm, 60% clasti 25-50 mm e 30% clasti 50-80 mm. Il substrato di controllo era costituito da 30% di torba di sfagno, 30% clasti di diametro 2-5 mm e 40% di pomice.
Dopo un mese di condizionamento all'aperto e abbondante irrigazione, le piante sono state trasferite in una serra ove le temperature hanno oscillato fra 19 e 35°C. Per una settimana sono state irrigate con abbondante acqua distillata e successivamente con una quantità di acqua distillata equivalente alla metà della capacità idrica massima del substrato. Gli adacquamenti per il ripristino del 50% della capacità idrica sono stati effettuati quando l'acqua presente rappresentava il 25% della capacità idrica.
Ai primi sintomi di crisi idrica le piante sono state estratte dai substrati e separate in radici, fusto, rametti e foglie. Tali porzioni di pianta sono state fatte asciugare al buio e analizzate. Anche i substrati sono stati prelevati e sottoposti a analisi fisiche, chimiche e mineralogiche per confrontare i risultati con quelli ottenuti da analoghe frazioni non usate come substrato.
I risultati ottenuti alle condizioni di stress imposte hanno dimostrato che il substrato scheletrico non ha favorito lo sviluppo vegetativo e non ha contribuito alla nutrizione delle piante. Al contrario, il substrato di controllo, ha permesso una seppur minima crescita delle piante anche se era mantenuto ad una umidità corrispondente al 50% della capacità idrica. Tali osservazioni sono corroborate da risultati relativi al numero delle foglie e il peso secco degli organi vegetali.
Riguardo la resistenza alle condizioni stressanti imposte dall'allevamento su roccia, la Carolea è la varietà che meglio ha resistito mettendo in atto una strategia diversa rispetto alle altre cultivar. Essa, in risposta allo stress idrico, ha infatti concentrato sostanza organica nelle radici e nel tronco ed ha traslocato sostanze azotate nelle foglie.
Al contrario, la Coratina è risultata essere la varietà meno resistente allo stress idrico-nutrizionale e probabilmente al trapianto.
Le altre varietà hanno mostrato un comportamento intermedio fra le due, anche se la Nocellara del Belice si è dimostrata più simile alla Carolea e la Roggianella più simile alla Coratina.
La Carolea, quindi, risulta essere il genotipo con le maggiori possibilità di adattamento a condizioni fortemente stressanti dovute a carenza idrica e, quindi, potrebbe essere il più adatto a sopravvivere in suoli sottoposti a regimi idrici di tipo aridic o xeric, vale a dire fortemente limitanti la vita delle piante e a maggior rischio di desertizzazione. In ambienti nei quali sia necessario ostacolare la desertizzazione, Carolea potrebbe esser quindi utilizzata come portinnesto o come pianta colonizzatrice.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
La ragione della scelta dell’olio extravergine di oliva da parte del consumatore: sapore, colore, spremitura a freddo e italianità

Difficoltà a riconoscere la qualità reale, rifugiandosi nel prezzo. La metà degli italiani ha un solo tipo di olio in dispensa, uno su tre due. Molta strada da fare sull’etichetta dell’extravergine di oliva secondo Nextplora
18 settembre 2025 | 10:05
L'arca olearia
La gestione delle paste difficili: microtalco per aumentare la resa in olio di oliva

Le rese industriali aumentano quando il microtalco naturale è stato utilizzato durante la produzione di olio. L'indice di estraibilità dell'olio migliorain ragione della varietà ma è indipendente dalla campagna olearia
16 settembre 2025 | 14:00
L'arca olearia
L'importanza di biostimolanti e concime organico per aumentare la produzione dell'olivo

La bassa produzione e l'alternanza per l'olivo si possono combattere anche con un'adeguata fertilizzazione. Gli effetti anche sulla crescita e sullo sviluppo della superficie fogliare, oltre che sul peso medio delle olive
15 settembre 2025 | 16:00
L'arca olearia
Le procedure pre e post raccolta delle olive che garantiscono un olio extravergine di oliva ad alto contenuto di fenoli

L'effetto del grado di maturazione delle olive sul contenuto fenolico dell'olio extravergine di oliva. Dimostrata una forte correlazione tra il contenuto di polifenoli e la stabilità ossidativa. L'effetto antiossidante dei polifenoli è dose-dipendente
12 settembre 2025 | 18:00
L'arca olearia
L'impatto delle condizioni di conservazione sui contenuti fenolici dell'olio d'oliva extra vergine

Per preservare la durata di conservazione dell'olio extravergine di oliva e il valore nutrizionale, le pratiche di conservazione adeguate devono essere attuate lungo la catena di approvvigionamento e a casa dei consumatori
12 settembre 2025 | 17:40
L'arca olearia
L'influenza sulla quantità e qualità dell'olio di oliva di trattamenti con caolino e zeolite

L'applicazione di caolino ha influenzato negativamente la traspirazione e la conduttanza stomatale, con potenziali effetti negativi sulla resa in olio delle olive. Le potenzialità dell'uso della zeolite come vettore di sostanze nutritive: la zeolite arricchita NH4+
12 settembre 2025 | 16:50