L'arca olearia
Ok, il prezzo è giusto! Sì, ma quale per l'extra vergine italiano?
Articoli, allarmi e proclami sulla penuria d'olio d'oliva nazionale quest'anno. L'appello di Federolio e Assitol a non aumentare i prezzi è ormai anacronistico. Offerte a 3 euro sono impossibili. Per l'olio Made in Italy si veleggia verso i 10 euro al litro. E' la legge del libero mercato, ragazzi!
11 novembre 2014 | T N
Si vanno diffondendo articoli e voci di corridoio con i prezzi più pazzi per l'extra vergine nazionale.
Ormai il prezzo all'ingrosso sulla piazza di Bari è di 6 euro al chilo, ma si registrano già scambi intorno ai 7 euro al chilo in Calabria e Sicilia.
Ecco alcuni dei titoli apparsi recentemente sulla stampa generalista: Olio d'oliva: prezzi in aumento e made in Italy a rischio e Italia senz’olio. La maggior parte dei raccolti sono andati distrutti dalla mosca olearia.
E pensare che hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Oreste Gerini, neo direttore generale dell'Icqrf, che ha previsto una quotazione di 10 euro al litro per l'olio nazionale.
Appare quasi storia la previsione di una produzione mondiale a 2,56 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 19% rispetto allo scorso anno: è la fotografia che emerge dagli ultimi dati diffusi dal Consiglio Oleicolo Internazionale.
Anacronistica è pure la dichiarazione che ne è seguita.
“Una previsione quella del Coi che certamente desta preoccupazione e che ci fa condividere i timori dei produttori. Ma, come ha affermato anche lo stesso COI, è ancora presto per confermare queste proiezioni, verso la fine di novembre potremmo avere un’idea più precisa di quella che sarà la performance della produzione e delle sue ripercussioni sul mercato e sui prezzi dell’olio” – commentavano Assitol e Federolio, lo scorso 24 ottobre.
Per la produzione nazionale Ismea ha fatto una previsione di 300.000 tonnellate, basandosi su rilevazioni di settembre, ma poi è arrivato il mese di ottobre e sappiamo che, se ci va bene, ne avremo 200.000 di cui la metà extra vergine. E speriamo che a fine novembre non sia peggio.
Giuseppe Masturzo, Presidente di Federolio ha dichiarato: " Prevediamo comunque che nel prossimo futuro i prezzi dell’ olio non subiranno ulteriori significative variazioni al rialzo per carenza di materia prima oltre quelle già registrate sul finire della campagna in corso, potendo il settore contare anche sulle riserve rese disponibili dall’ultima campagna che aveva toccato livelli record di produzione e si è chiusa con scorte rilevanti di prodotto invenduto".
Le dichiarazioni di Masturzo sono state prontamente smentite dai fatti. Il 24 ottobre le quotazioni erano ancora di 4,5 euro al chilo...
Affinchè nessuno faccia finta di non sapere i frantoiani di Aifo hanno informato autorità pubbliche e consumatori, GDO e Coi, che in Italia l’extra vergine non c’è, e non c’è né Dop nè bio, e quel poco che si troverà sugli scaffali costerà molto caro. E non perché i produttori sono dei cinici speculatori, ma per la semplice ragione che le olive, con e senza mosca, hanno raggiunto il prezzo di 90 euro al quintale sul piazzale. E non è detto che non continuino a salire.
Preso atto che gli auspici di Federolio e Assitol sono ormai storia, è lecito chiedersi quali saranno le quotazioni a scaffale, stante gli aumenti delle quotazioni dell'extra vergine anche in Spagna (alle prese con ricalcoli della produzione che dovrebbero portare verso le 700 mila tonnellate), in Grecia e Tunisia.
Finite le scorte, e manca ormai poco, quando non sono già esaurite, l’unico olio d’oliva che non subirà significative variazioni di prezzo, che si potrà imbottigliare e mettere sugli scaffali a 3 euro al litro, è il deodorato o l’olio di sansa. Sempre che si possa importare anche la sansa perché, vista la crisi dei frantoi, anche di sansa c’è ne poca e quella che c’è cresce di prezzo.
Quindi consumatori, attenti alla pubblicità (e alle promozioni) ingannevoli.
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Giuseppe Tortora
11 novembre 2014 ore 18:29Il problema di questa campagna olearia che molti agricoltori del nord barese (Andria Corato Terlizzi Bitonto) dove c'è la maggior produzione di quest'anno nazionale, allettati dai prezzi in continuo aumento (oggi 11/11/2014 la quotazione sta toccando i 100 € al quintale nella città di Andria) stanno vendendo olive, spesso anche a nero a dei magazzini, che inviano olive verso regioni centro settentrionale, per alimentare le dop ligure, toscane e umbre. A conferma di questo a fine campagna magicamente le regioni sopra indicate avranno la stessa produzione di olio degli anni passati, forse anche grazie all'aiutino di rese taroccate!!!!. Quest'anno la terra di bari ha perso una grande occasione di trasformare per intero tutta la produzione olivicola in olio, per poter spuntare prezzi molto più alti in fase di contrattazione dell'olio. Chi scrive è un produttore nonostante i 100€ al quintale di olive, che caparbiamente trasformerà tutta la sua produzione in olio presso cooperativa. Speriamo bene