L'arca olearia

Raccolta meccanica in oliveti collinari. Quale soluzione conviene davvero?

Come utilizzare uno scuotitore con ombrello rovescio su terreni a forte pendenza? La raccolta meccanizzata è conveniente su cultivar, come la Moraiolo, con un basso peso medio del frutto e alta resistenza al distacco?

17 ottobre 2014 | Daniela Farinelli, Giulio Scatolini, Michela Siena

L’olio extravergine di oliva DOP “Umbria” è apprezzato per tipicità e caratteristiche, ma gli olivicoltori per produrlo debbono attuare pratiche agronomiche costose e non diffusamente applicabili nella regione, soprattutto in oliveti “marginali” e/o difficili per pendenza del terreno, sesto di piantagione ed età delle piante ecc.; molti dei quali vengono ogni anno progressivamente abbandonati.

Con il Reg. CE n. 867/2008 e smi l’Associazione Produttori Olivicoli della Provincia di Perugia (A.Pr.Ol.) sviluppa azioni volte a migliorare la qualità dell’olio prodotto. In particolare, con l’azione 3 A “Raccolta dalla pianta nei periodi ottimali per varietà ed areali di coltivazione attraverso l’introduzione di indici di maturazione e di qualità oggettivi diffusione e sorveglianza della loro applicazione”, in collaborazione con l’Università di Perugia, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Unità di Ricerca Colture Arboree, cerca di diffondere la conoscenza di queste pratiche, mantenendo la qualità del prodotto attraverso la meccanizzazione della raccolta dell’olive. Questo consente di contenere i costi di produzione e di accelerare la raccolta; elementi importanti considerando che le condizioni climatiche autunnali determinano un limitato numero di giorni utili, e che, inoltre, è sempre più difficile reperire la manodopera.

Nel 2013 sono state organizzate alcune prove di raccolta presso aziende aderenti al progetto, per valutare limiti e possibilità nell’utilizzo di diverse macchine in differenti condizioni colturali e con varietà dell’Umbria.

Nella regione in molti oliveti, soprattutto marginali e/o difficili, le olive vengono raccolte ancora manualmente con teli, rastrellini e scale. La raccolta manuale eseguita a metà novembre su piante della varietà Moraiolo, con un cantiere di raccolta di 6 operatori, ha registrato una bassissima produttività del lavoro di raccolta, pari a 1,3 piante ed a 20 kg di olive raccolte da ciascun addetto l’ora, con una quantità di foglie presenti inferiori all’1%. Tali dati mostrano l’assoluta necessità di implementare la meccanizzazione delle operazioni di raccolta delle olive nella produzione di olio DOP.

Una prova di raccolta meccanizzata è stata svolta nella prima decade di novembre su piante della varietà Leccino, che avevano frutti dal peso medio di 2,5 g, con una durezza della polpa di ca. 400 g, resa in olio del 16%/p.f., resistenza al distacco di 3,3 N, e con ca. il 35% delle olive con un resistenza al distacco minore di 3 N e quindi potenzialmente cascolabili, ma con cascola ancora non iniziata. Questi parametri indicavano che si era nel periodo ottimale per avere alte rese di raccolta assieme a buone quantità di olio di qualità. L’oliveto aveva giacitura pianeggiante.

Sono stati confrontati 4 cantieri di raccolta: due con agevolatori ad alimentazione elettrica; uno con scuotitore munito di intercettatore ad ombrello rovescio e uno misto cioè scuotitore con agevolatore (Tab.1).

La prova ha evidenziato che la meccanizzazione della raccolta permette un incremento notevole della produttività del lavoro. Tale risultato va però valutato non solo nell’ottica del contenimento dei costi e nella concentrazione del periodo di raccolta nell’epoca ottimale, ma anche nella tipologia di oliveti presenti in Umbria e nelle varietà maggiormente coltivate.

Tali fattori, infatti, possono condizionare la piena applicabilità delle macchine per la raccolta delle olive disponibili sul mercato. Sicuramente la macchina più valida, sia come numero di piante raccolte che numero di addetti del cantiere, è lo scuotitore di tronco con ombrello rovescio, ma la sua applicazione in molti oliveti risulta essere difficoltosa per tipologia di impianto e piante non predisposte, ma anche per assenza di adeguata viabilità interpoderale, oltre che per la coltivazione di varietà caratterizzanti gli oli DOP “Umbria” di difficile raccolta per il ridotto peso del frutto ed alti valori di resistenza al distacco fino a maturazione inoltrata.

Ciò premesso, sono state proposte alcune soluzioni per cercare di ridurre le difficoltà di meccanizzazione delle raccolta delle olive.
Una soluzione volta ad aumentare la stabilità dello scuotitore modello Tornado - Berardinucci è quella che ha previsto l’applicazione di un’apripista per operare su oliveti con pendenze superiori al 10% (Fig. 1). La prova ha previsto anche l’uso di un agevolatore con batteria a spalla (Pellenc) con una produttività del lavoro di 38 piante e 342 kg di olive raccolte l’ora da ciascun operatore, resa di raccolta del 100% e 3% di foglie.

Fig. 1. Raccolta meccanica con scuotitore di tronco con intercettatore ad ombrello rovescio portato da trattrice munita di apripista su oliveti con pendenza maggiore del 10% e raccolta combinata scuotitore e agevolatore con batteria a spalla

 

Considerando che in molti oliveti tradizionali molte piante non sono raccoglibili meccanicamente, sia per dimensione che per predisposizione strutturale, è stata svolta una prova di raccolta su olivi di grande dimensione. È stata fatta una potatura selettiva per eliminare i succhioni, e la raccolta è stata eseguita utilizzando in associazione agevolatori (Pellenc) e scuotitore (Tornado - Berardinucci) con due addetti (Fig. 2). La produttività del lavoro di raccolta è stata pari a 64 piante e 3840 kg di olive raccolte l’ora da ciascun operatore con una resa dell’87% e il 3% di foglie.

Fig.2. Raccolta meccanica di oliveti “tradizionali” su piante di grande dimensioni.

 

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