L'arca olearia

L'Italia scivola sull'olio d'oliva e rischia di cadere dal secondo grandino del podio

L'ennesima annata di scarica attende il nostro paese, con una produzione di 300 mila tonnellate e il fiato sul collo di Grecia e Tunisia che festeggiano invece raccolti record. Magre le prospettive in Spagna. La domanda mondiale potrebbe superare l'offerta

24 settembre 2014 | Alberto Grimelli, Marcello Scoccia

Sarà una campagna olearia difficile, non solo per la qualità, ma soprattutto per la quantità di olio in Italia che si prospetta ovunque scarsa.
La produzione italiana è stimata tra le 280 e le 310 mila tonnellate. Se a soffrire sarà soprattutto il centro nord, con cali del raccolto tra il 35 e il 50%, anche al sud la situazione appare problematica sia in Calabria sia in Puglia.

La prima regione produttiva italiana vede una situazione molto a macchia di leopardo con il Salento che avrà il calo più sensibile di produzione dell'intera regione. Significative riduzione anche in alcune aree della zona di Monopoli e del Gargano, colpite da eventi meteo eccezionali. Anche nel nord del barese il carico delle piante non è così elevato, per cui la produzione complessiva difficilmente supererà le 150 mila tonnellate, con una riduzione del 20% rispetto allo scorso anno.
In Calabria si annuncia annata di scarica soprattutto nella pianura, mentre in collina e nelle aree pedemontane la situazione appare meno compromessa. Il calo produttivo sarà comunque del 20% e difficilmente la produzione supererà le 50 mila tonnellate.
Situazione migliore in Sicilia, unica regione italiana che si salva dal segno negativo. La produzione risulterà stabile, forse addirittura un lievissimo incremento, rispetto all'anno scorso.
Drammatica invece la situazione in tutto il centro nord, con cali del 50% in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Cali consistenti anche in Umbria, Campania e Lazio, tutte al -40%, mentre in Toscana, a causa della scarsa produzione nel Chianti e nel Senese, il calo si fermerà al 35%.
Le maggiori preoccupazioni riguardano ora i danni quantitativi procurati dalla mosca delle olive i cui attacchi ripetuti potrebbero far ridurre ancora la produzione in alcune aree e far propendere per non raccogliere laddove la situazione appare compromessa.

Se l'Italia è in grande difficoltà festeggia invece il ritorno a produzioni abbondanti la Grecia, grazie a buone performance a Creta, dove si produce il 30% dell'olio greco, e in tutto il Peloponneso. Dopo l'annata di scarica dell'anno scorso la produzione greca dovrebbe risalire a livelli abituali, tra le 280 e le 300 mila tonnellate, insidiando quindi all'Italia il posto di secondo maggior paese produttore.

Se sarà un testa a testa con la Grecia, a incalzare c'è la Tunisia che dopo l'annata di scarica festeggia una produzione mai vista. Olivi talmente carichi che i rami si stanno spezzando per la troppa produzione sia nel nord sia nell'area di Sfax. Le condizioni meteo sono state ideali con piogge estive che hanno ridotto la siccità ma non hanno attenuato le alte temperature così tanto da avere significativi attacchi di mosca olearia. Non solo produzione abbondante quindi ma anche di buona qualità. La produzione complessiva si attesterà tra le 230 e le 260 mila tonnellate.

Dopo le 1,8 milioni di tonnellate dell'anno scorso, invece, la Spagna risentirà di una pesante annata di scarica. A soffrire soprattutto l'Andalusia con un calo produttivo del 50-60% rispetto alla scorsa stagione. Poche piogge in estate e bacini idrici in sofferenza anche laddove sarebbe stato possibile irrigare. Si salverà la zona della Catalogna e alcune aree interne ma si tratta di piccole produzioni. Nel complesso la Spagna difficilmente produrrà più di 800-850 mila tonnellate di olio d'oliva. Da segnalare che sono particolarmente basse, nonostante l'annata record dell'anno scorso, anche le giacenze che si attesteranno, al via delle frangiture, tra le 350 e le 400 mila tonnellate.

Discreta la produzione in Portogallo e in Marocco, in entrambi i casi intorno alle 70 mila tonnellate.

Una segnalazione a parte merita la Turchia la cui produzione dovrebbe attestarsi sulle 200 mila tonnellate, nella media degli ultimi anni. Il dato finale potrebbe però risultare più alto, soprattutto in virtù di scambi di olive o olio con la Siria.

Nel complesso la produzione mondiale di olio d'oliva potrebbe risultare inferiore alle 3 milioni di tonnellate, intorno ai 2,7-2,8 milioni, contro una domanda che potrebbe attestarsi sui 3,1 milioni di tonnellate. La richiesta potrebbe superare la domanda anche tenuto conto delle giacenze ed è lecito attendersi che le quotazioni all'origine si mantengano elevate, con tendenza al rialzo per le prossime settimane, per poi rimanere alte fino alla primavera.

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