L'arca olearia

GLI ODIATI MODELLI F FORSE NON SPARIRANNO TANTO PRESTO, ANZI POTREBBERO NON SCOMPARIRE AFFATTO. TANTI DUBBI SULL’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA OCM OLIO DI OLIVA

Entro la fine di giugno, si spera, verrà emanato dalla Commissione europea il regolamento attuativo, che dovrà essere recepito dal nostro Paese. Si parla già di una proroga dell’attuale regime di aiuto per un’altra campagna olearia. Voce che al Ministero delle Politiche agricole non confermano nè smentiscono. “Si tratta di una decisione politica” ci hanno detto

30 aprile 2005 | Alberto Grimelli

Entro il prossimo giugno il regolamento applicativo sulla riforma dell'Ocm olio d'oliva. Questa l'indicazione emersa dal Comitato di gestione materie grasse di Bruxelles.
Il nuovo titolare della Direzione generale 6, Tomas Garcia Azcara'te, ha infatti definito la tabella di marcia per scandire l'attività della commissione sull'applicazione della riforma dell'Ocm olivicola fino al prossimo giugno, mese entro il quale è previsto il varo di un regolamento applicativo che eliminerà ogni dubbio sulla riforma.
La tabella di marcia resa nota dal nuovo responsabile della direzione agricoltura prevede, infatti, che entro aprile venga fatta una ricognizione sulle ritenute relative agli aiuti destinate a finanziare le Organizzazioni di categoria.
Entro maggio invece sarà reso noto l'elenco delle azioni previste per il miglioramento della qualità. Ricordiamo che gli Stati membri dovranno comunicare alla Commissione la propria scelta sulla percentuale di disaccoppiamento entro il prossimo 1 agosto.

Al momento, per Bruxelles la priorità riguarda però la definizione delle unità di superficie elegibili per l'aiuto.
"Il problema principale - spiegano al Mipaf - è che in Europa, a parte l'Italia, non tutti i Paesi dispongono di un Gis olivicolo (il sistema di rilevazione aerofotogrammetrica). Non bisogna dimenticare, infatti, che a differenza del settore dei seminativi, nel settore dell'olio d'oliva non esistono dati univoci sull'entità delle superfici. Infatti una ricognizione è stata avviata, ma solo sul numero di piante. Per cui, sarà adesso necessario tradurre il numero di piante in ettari di oliveto. Un passaggio che può portare a risultati molto diversi a seconda dell'area di riferimento, della varietà delle piante e della disposizione dell'oliveto. Per questo la Commissione punta ora a individuare dei criteri che consentano di giungere a un minimo comune denominatore fra i diversi Paesi".

I problemi non sono soltanto a Bruxelles.
Le organizzazioni di categoria italiane hanno sollevato diverse problematiche, ancora in larga parte senza risposta. Prima fra tutte c'è il tema degli oliveti concessi in affitto durante il periodo di riferimento, ma non solo, anche il metodo di calcolo dell’aiuto per gli oliveti impiantati negli anni appena precedenti al 1998 è questione ancora aperta.

Alla luce della preoccupazione sollevata da molti olivicoltori e frantoiani abbiamo deciso di interpellare il Ministero delle Politiche agricole e forestali, per chiarire soprattutto un punto fondamentale: la fondatezza delle voci su una possibile proroga dell’attuale regime di aiuto per un’altra campagna olearia. “Guardi – ci ha spiegato – non è l’unico che mi ha chiamato per delucidazioni in merito. I tempi di applicazione della riforma dipendono dalla Ue allo stato attuale dei fatti. Le linee guida sono state decise dal Consiglio, si tratta ormai che la Commissione emani le modalità operative. Entro giugno usciranno, così hanno promesso.”

Se si tratta di tempi brevi non capiamo però la ragione per cui la Confagricoltura, in un recente comunicato, ha sollecitato il Ministro Alemanno a far presto, “ad accelerare i tempi per l'applicazione della riforma dell'ocm olio d'oliva”. E ancora “Tocca ora decidere come applicarli. Confagricoltura teme una caduta di attenzione sulle proposte che, in sede tecnica, il nostro Paese dovrà portare all'Esecutivo comunitario, per scongiurare il rischio di veder vanificati i risultati sanciti dal regolamento del Consiglio Ue. Mentre molti Paesi, Spagna in primis, hanno già approvato le norme applicative della nuova ocm, esaltando il concetto di disaccoppiamento, e individuando misure flessibili ed efficaci rispetto al proprio modello olivicolo, l'Italia non ha ancora proceduto ad una seria e puntuale analisi economica, basata sui dati di rilevamento degli oliveti, che consenta di fare scelte funzionali.”

Torniamo quindi, col nostro interlocutore al Mipaf, sul tema dei tempi. “Non ho certezze da darle – ha commentato – so solo che l’attuale normativa non prevede possibilità di proroghe. Nel caso si giungesse a valutare quest’ipotesi, sarà il Ministro a decidere, è una scelta che investe direttamente il potere politico.”
Insistiamo, quando si saprà qualcosa di più? “All’ultimo momento, come sempre. Credo che si cercherà di fare tutto il possibile per applicare la riforma entro quest’anno.”
Quindi, gli odiati modelli F potrebbero non sparire quest’anno. “In realtà – ci ha spiegato – potrebbero non sparire affatto. Infatti se una Regione decidesse di adottare un modulo, simile ai modelli F, per scopi statistici, commerciali, di controllo o altro, di certo nessuno potrebbe impedirglielo.” Tornerebbero in vita, insomma. “Potrebbe essere, non è una certezza quella che le sto dando, semplicemente una possibilità. Sicuramente non sarebbero più utili ai fini dell’erogazione dell’aiuto alla produzione.”

Certezze non ve ne sono, al momento.
Ogni nostro tentativo di approfondire l’argomento ha sbattuto contro un muro di gomma. Non si tratta però di omertà da parte del Mipaf. È che, effettivamente, i nodi sull’applicazione della nuova Ocm olio di oliva non sono ancora stati sciolti.
Anche l’ultima e unica sicurezza che avevamo è sparita. Pensavamo di aver seppellito i vecchi modelli F per sempre, ed ecco che potrebbero rientrare dalla finestra, ovviamente con altro nome. Una storia già conosciuta, già scritta, tanti anni fa.
“Tutto cambia perchè nulla cambi” Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

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