L'arca olearia

Sarà ancora possibile miscelare gli extra vergini con gli oli vergini?

E se con il nuovo metodo degli alchil esteri si vedessero altre cose? Sarebbe un bel problema per coloro che abitualmente ricorrono a simili tagli. Con il Reg. Ue 61/2011 la domanda è legittima. Per ora si è in attesa di eventuali verifiche scientifiche sperimentali. Tuttavia l’eccessivo clamore intorno al nuovo parametro ci fa capire come questo dia più fastidio se servisse a mettere in evidenza miscele di oli sin qui “tollerate”

14 maggio 2011 | Lanfranco Conte

 

Da sempre molti chimici dell’olio di oliva si sono posti il problema se fosse o meno lecito miscelare un olio vergine a un extra vergine e commercializzare il prodotto ottenuto come extra vergine.

L’Unione europea interrogata al riguardo ha a sua volta chiesto ai chimici se fossero in grado di mettere in evidenza tale miscelazione, e la risposta è sempre stata una ammissione di impotenza, a causa della mancanza di metodi adeguati.

Si dirà che un olio vergine può presentare un certo grado di difettosità sensoriale, ma a giudicare da alcuni prodotti che si trovano sugli scaffali venduti come extra, uno spazio di manovra c’è…

Partendo da qui, una domanda appare logica: visto che gli alchil esteri sono un parametro applicabile solo agli extra vergini e visto che si riconosce ai vergini la possibilità di un certo grado di difetti sensoriali, tra i quali anche alcuni che si possono originare dalle olive, quale sarà la concentrazione di alchil esteri degli oli vergini? Una eventuale miscela extra vergine con vergine che contenuto di alchil esteri potrebbe presentare?

Qui non si tratta di lampanti deodorati dove la concentrazione è elevata, ma di vergini, in cui la concentrazione dovrebbe in teoria risultare inferiore, però potrebbe essere sufficiente a fare risultare fuori dai limiti una miscela, in particolare magari per il rapporto esteri etilici /esteri metilici, dato che come è stato notato, in oli extra vergini possono leggermente aumentare gli esteri metilici e non gli etilici, contribuendo in tal modo a una diminuzione del valore del rapporto eteri etilici/esteri metilici e non ad un suo aumento.

E’ una ipotesi, per ora, ma forse vale la pena lavorarci sopra.

Ragionando su quanto detto e ricordando come l’aumento delle cere durante lo stoccaggio avvenga in maniera rapida negli oli “remolidi”, forse varrebbe la pena verificare se un comportamento analogo sia ipotizzabile anche per gli alchil esteri.

Ripetiamo, al momento sono ipotesi di lavoro, attendiamo eventuali verifiche scientifiche sperimentali, però forse queste ipotesi potrebbero farci capire perché si sia fatto tanto chiasso intorno a questo nuovo parametro, certo, aiuta a mettere in evidenza i famosi deodorati, ma forse dà più fastidio se servisse a mettere in evidenza certe miscele sin qui in qualche modo “tollerate”.

 

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massimo occhinegro

15 maggio 2011 ore 15:34

Nonon sara' piu' possibile.

Vincenzo Lo Scalzo

14 maggio 2011 ore 10:33

La probabilità di trovare cercando non è remota!
In questo caso il lavoro sperimentale d'impostazione appare facilitato da un programma di probabilità statistico, sviluppabile anche con sperimentazione di fattibilità attraverso screening di variazioni sensibili in modelli d'invecchiamento accelerato...
Non dovrebbero mancare esperti in materia che ci potrebbero credere e proporre un progetto finanziabile!
E' solo un'idea... al volo!
E. LS.