Bio e Natura
Le alghe, ovvero la Posidonia che arriva sulle spiagge, possono diventare una risorsa per l’agricoltura?
La Posidonia è un elemento fondamentale per l’ecosistema marino, ma l’accumulo dei residui costituisce un disagio per la balneazione e rappresenta un onere economico per la raccolta e lo smaltimento, ma il Cnr avvia un progetto per un possibile utilizzo come fertilizzante
04 settembre 2010 | R. T.
La Posidonia è un elemento fondamentale per lâecosistema marino, ma lâaccumulo dei residui di foglie e fusti lungo la riva costituisce un disagio per la balneazione e rappresenta un onere economico per la raccolta e lo smaltimento. Un progetto dellâIstituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Ispa-Cnr) prevede ora il recupero di questo materiale organico come fertilizzante, ammendante o substrato per coltivazioni senza suolo.
Il progetto âPosidonia residues integrated management for ecosustainability (Prime)â - svolto in collaborazione con il Comune di Mola di Bari (quale ente coordinatore beneficiario), la società di ingegneria, consulenza e servizi ambientali Eco-Logica srl, lâazienda di compostaggio dellâAcquedotto pugliese Aseco srl, lâazienda di macchine per la deumidificazione Tecoma - è stato selezionato dal programma europeo Life+ nellâambito della sezione âPolitica ambientale e governance, priorità risorse naturali e rifiutiâ, tra oltre 600 proposte presentate da organismi pubblici e privati dei 27 paesi membri. Dei progetti che beneficeranno del fondo europeo ben 56 sono italiani e riceveranno complessivamente 94,2 milioni di euro.
âLe ricerche sul possibile utilizzo della Posidonia oceanica spiaggiata nel compostaggio sono svolte da anniâ, spiega Angelo Parente, ricercatore dellâIspa-Cnr, âin sinergia tra ricercatori e tecnici della nostra azienda sperimentale La Noria e colleghi dellâUniversità degli Studi di Bari, nella persona dellâex assessore allâagricoltura e allâambiente del Comune di Mola di Bari e ricercatore dellâUniversità di Bari Pietro Santamaria. âGrazie anche a questi studi, è stata recentemente rivista la disciplina in materia di fertilizzanti e fissata la quantità di posidonia che può essere aggiunta alle biomasse compostabili, sottraendola allo smaltimento in discarica che provoca produzione di percolato, inquinamento delle falde acquifere e aumento dei gas serraâ.
Si aprono così nuove prospettive per lâimpiego in agricoltura di queste biomasse spiaggiate. âLa posidonia, comunemente ed erroneamente considerata unâalga, è una pianta acquatica superiore che con le sue praterie svolge importanti funzioni: ossigenazione dellâacqua, fissazione dei fondali e protezione delle spiagge dallâerosione, riparo e zona di riproduzione per la fauna marina, nutrimento per pesci, cefalopodi e cordatiâ, prosegue Parente. âPeriodicamente, però, essa perde le foglie e, soprattutto in concomitanza della bella stagione, si ripresenta il problema della gestione dei residui spiaggiati lungo le coste pugliesi, sarde, toscane, laziali, ecc.â.
Lâobiettivo del progetto dellâIspa-Cnr è sviluppare un modello di gestione ecosostenibile dei residui, che trasformi questi ârifiutiâ in una risorsa. âOltre che al compostaggio e allâutilizzazione agronomica del compostâ, conclude il ricercatore, âil progetto interverrà anche allo scopo di minimizzare lâimpatto sullâecosistema costiero, mettendo a punto una strategia di pre-trattamento del materiale raccolto che ne migliori lâattitudine al riutilizzo in agricolturaâ.
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