Bio e Natura
Produzione agricola e paesaggio: il binomio indissolubile

Il paesaggio contemporaneo è il frutto di un’interazione tra la natura e quelle attività agricole che hanno contribuito a modellare il territorio. Il convegno organizzato da Federunacoma presso il Padiglione Italia a Expo di Osaka
17 giugno 2025 | 13:00 | Marcello Ortenzi
Il tema sviluppato il 6 giugno 2025 voleva richiamare il concetto che il paesaggio contemporaneo è il frutto di un’interazione tra la natura e quelle attività agricole che hanno contribuito a modellare il territorio. Gli interventi del ministro Lollobrigida, del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e della presidentessa di FederUnacoma Mariateresa Maschio hanno evidenziato il ruolo chiave svolto dall’agricoltore non soltanto per la produzione delle derrate alimentari, ma anche per la manutenzione del territorio o per altre attività che, come quelle turistiche, sono comunque collegate al mondo rurale.
L’imprenditore agricolo può affrontare queste sfide in modo vincente – è stato spiegato da Massimiliano Giansanti – perché è per sua natura un innovatore, responsabile della propria terra. Con lo sviluppo di attrezzature e macchinari sempre più evoluti, il lavoro agricolo si è ottimizzato, razionalizzando l’impiego dei fattori produttivi, incrementando le rese e garantendo un uso sostenibile delle risorse. Maria Teresa Maschio ha aggiunto che mezzi meccanici di ogni genere, adatti alle più diverse esigenze produttive si integrano nel paesaggio agricolo e tuttavia c’è anche una tecnologia invisibile ma decisiva, fatta di sistemi satellitari e digitali, di mezzi miniaturizzati per le funzioni di controllo e monitoraggio dei parametri produttivi.
I lavori del convegno hanno anche sottolineato l’importanza delle sinergie fra discipline dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’alimentazione e la necessità di superare alcune barriere burocratiche anche nella gestione amministrativa del territorio. Di particolare rilievo la questione relativa al coinvolgimento delle nuove generazioni nella valorizzazione dei territori. Il paesaggio non è l’ambiente naturale, ma è il luogo dove la storia umana si è sviluppata ed ha lasciato le sue tracce; in questo senso il paesaggio rurale italiano può essere ancora ben rappresentato con le parole di Emilio Sereni che negli anni ’60 lo descrive come “le forme impresse dall’uomo nel corso del tempo al paesaggio naturale”.
In questo senso si comprende anche come il concetto di ambiente applicato al territorio, sarebbe meglio interpretabile in ambito nazionale come la valorizzazione del risultato della reciproca influenza fra uomo e ambiente nel corso dei secoli, che costituisce l’essenza del paesaggio italiano, piuttosto che al perseguimento di modelli “naturali”, che trovano pochi punti di riferimento nel nostro paese. Durante l’evoluzione del settore nel tempo si è anche evidenziata una evoluzione del ruolo dell’agricoltore, che da meramente produttivo è divenuto anche di conservazione del territorio. È un processo di maturazione necessario se si condivide l’idea che le risorse paesaggistiche siano un patrimonio della collettività e che la loro valorizzazione può anche non avere una funzione produttiva, ed è suscettibile di influenzare il benessere di tutti gli individui.
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