Bio e Natura
FLOROVIVAISMO, UN SETTORE TROPPO SPESSO DIMENTICATO
Vivace, attento alle tendenze, ben predisposto all’innovazione. Sono i punti di forza di un comparto da 2,5 miliardi di euro all’anno. A fronte della crisi internazionale e di una riduzione degli interscambi con l’estero il 2003 ha segnato un + 4,7% sull’anno precedente
03 luglio 2004 | T N
In base a una prima stima Ismea sullâannata 2003, la produzione florovivaistica in Italia ha raggiunto ai prezzi di base un valore di 2.550 milioni di euro, facendo segnare una crescita del 4,7% sul 2002.
Per il settore fiori e piante, in particolare, si stima una produzione di 1.600 milioni di euro, in crescita del 3,2%, mentre il comparto vivaistico â che comprende alberi e arbusti â ha espresso un giro dâaffari alla produzione di 950 milioni di euro, in crescita del 7,3% su base annua. Il dato 2003 per fiori e piante ribalta la tendenza flessiva emersa lâanno precedente che aveva chiuso con una produzione ai prezzi di base in calo del 4,1%. Per i prodotti vivaistici, invece, la crescita - seppure sostenuta - risulta nettamente più attenuata rispetto al più 24% registrato nel 2002. Le dinamiche dello scorso anno, limitatamente al comparto fiori e piante, sono esclusivamente riconducibili a un aumento dei prezzi (in termini quantitativi la produzione mostra un andamento stazionario), mentre il segmento vivaistico ha fatto segnare anche un incremento dei quantitativi prodotti.
Nel 2003 il settore florovivaistico, a fronte di un aumento della produzione, ha mostrato, sempre in termini di valore, un rallentamento dellâinterscambio con lâestero. In particolare, le importazioni scese a 385 milioni di euro, hanno fatto registrare un calo del 9,5%, mentre lâexport, ammontato complessivamente a 511 milioni di euro, ha segnato una flessione del 3,7% sul 2002.
In generale, sullâandamento delle vendite soprattutto di fiori ha pesato lâanno scorso la stagnazione del quadro economico, sia in ambito nazionale che allâestero. Rilevante anche lâimpatto negativo del minore potere dâacquisto che ha condizionato il comportamento dei consumatori abituali di fiore e piante, nonché il pessimo andamento climatico che sia in primavera che in inverno, ha frenato la stagionale ripresa delle vendite.
Fonte: Ismea
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