Bio e Natura

Trucchi e segreti per fertirrigare in tutta sicurezza

La fertirrigazione è un’arma decisamente efficace contro i cambiamenti climatici. Altamente efficiente e conveniente, richiede attenzione e accuratezza, specie nelle manutenzioni

27 giugno 2009 | Alberto Grimelli

La ferirrigazione è una tecnica agronomica evoluta già diffusamente utilizzata in orticoltura e in frutticoltura ma ancora raramente in olivicoltura.
La diffidenza è probabilmente spiegabile con la necessità di dotarsi di strumentazione e mezzi adeguati, spesso sofisticati, e di avere un know how sufficiente a regolare i vari parametri. Complicazioni che spesso fanno propendere per soluzioni più tradizionaliste anche nel caso di aziende dotate di impianto di irrigazione.

In realtà la gestione di un impianto di fertirrigazione non è più complicato di quello di un normale impinato irriguo.
Il controllo della qualità delle acque deve infatti essere costantemente monitorato in entrambi i casi, tenendo unicamente presente che i fertilizzanti disciolti nell’acqua di irrigazione ne modificheranno le caratteristiche (pH e conducibilità), influenzando anche l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle radici.
Maggiore sarà la concentrazione della soluzione circolante, maggiore sarà la difficoltà da parte delle radici di assorbirla fino a livelli critici che tenderanno a devitalizzare per disidratazione le radici.

La fertirrigazione è, di per sé, una tecnica che implica una distribuzione a piccole dosi dei nutrienti e quindi occorre pianificazione e attenzione nella preparazione delle soluzioni.

Il vantaggio consiste sicuramente nella possibilità di distribuire i fertilizzanti con un’elevatissima efficienza, che può arrivare al 90%, e di regolare i nutrienti in ragione del fabbisogno delle piante.
Se, ad esempio, una pianta ha un fabbisogno di 250 grammi di azoto si può frazionare tale quantità in più settimane (30-35) in dosi variabili, più alte in corrispondenza della fioritura e allegazione, e più basse durante l’estate, periodo nel quale vi è una riduzione dell’attività metabolica.

La fertirrigazione è inoltre un’arma decisamente efficace contro i cambiamenti climatici in quanto permette di regolare meglio, attraverso opportuni apporti idrici e di nutrienti, le risposte fisiologiche della pianta rispetto a fattori di stress ambientali (caldo, siccità…).

Per chi dispone già di un impianto di irrigazione la fertirrigazione rappresenta quindi un’evoluzione quasi naturale e certo molto conveniente.

Nella normale gestione della fertirrigazione è tuttavia necessario tenere in considerazione alcuni accorgimenti e nozioni che risulteranno certamente utili.

Durante lo scioglimento del fertilizzante si noterà un abbassamento della temperatura della soluzione. Si tratta di un fenomeno normale ma occorre prestare attenzione affinché tale temperatura non scenda troppo causando la precipitazione della soluzione. Allo scopo si può prevedere di utilizzare, per sciogliere i nutrienti, acqua tiepida, di evitare la creazione di soluzioni troppo concentrate di utilizzare sistemi di miscelazione automatici basati, spesso, su più vasche.

Inoltre è bene tenere presente che i fertilizzanti che contengono fosfati generalmente interagiscono con il ferro, il calcio o il magnesio per formare precipitati che sono difficili da disciogliere.
I fertilizzanti che contengono polifosfati possono interagire con il calcio ed il magnesio per formare sospensioni gel.
I fertilizzanti che contengono solfati interagiscono con il calcio per formare il gesso.
Le soluzioni alcaline (come l'urea) aumentano il pH della soluzione e spingono il calcio ed i bicarbonati alla formazione del calcare.

Decisamente importante, infine, è il controllo sistematico dei filtri che, a priori, devono essere scelti e dimensionati in funzione della qualità dell’acqua irrigua nelle varie stagioni dell’anno.
Acque provenienti da canali, dove possono ristagnare, possono essere ricche di alghe e batteri durante l’estate; acque da pozzo possono avere sospensioni solide come sabbia o limo, ecc.
L'eccessivo accumulo di sporco può provocare il deterioramento della capacità di filtrazione e nel caso dei filtri a schermo, delle fratture e dei danneggiamenti al filtro. Il processo può portare al bloccaggio dell'impianto di irrigazione o influenzare negativamente l'uniformità di distribuzione dell'acqua. I filtri dovrebbero essere puliti periodicamente, solitamente lavandoli con un flusso inverso di acqua pulita.

L’utilizzo della fertirrigazione deve inoltre portare con sé una maggiore attenzione e scrupolo nella manutenzione ordinaria dell’impianto.

Per eliminare le incrostazioni saline al livello degli ugelli generalmente si impiega una soluzione acida nota, seguendo le specifiche dell’impianto. Tuttavia tale pratica non è consigliata in presenza di incrostazioni di gesso e quando gli ugelli sono completamente ostruiti.
Gli ioni di zolfo o di ferro possono agevolare la formazione di mucillagini batteriche che sono una grossa minaccia per gli impianti di irrigazione. In questo caso si consiglia l’utilizzo di agenti ossidanti come cloro o idrossido per risolvere il problema.

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