Bio e Natura

Prevenire e reprimere le adulterazioni del miele

Prevenire e reprimere le adulterazioni del miele

Il miele può essere adulterato con diverse sostanze ma l'adulterante più comune è lo zucchero. Un nuovo metodo analitico ha identificato marker specifici di tre aduteranti saccaridici maggiormente utilizzati per diluire il miele: inulina, zucchero invertito e sciroppo di mais/malto

15 aprile 2025 | 09:00 | T N

Il miele è un prodotto naturale apprezzato sin dall'antichità per le sue proprietà dolcificanti. La normativa dell'UE mira a preservare la purezza del miele in quanto prodotto agricolo grezzo non trasformato, non contemplandone la modifica della composizione chimica.
L'allegato I, punto 1, della direttiva del Consiglio 2001/110/CE definisce il miele "la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni
provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano combinandole con sostanze specifiche
proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare".
La direttiva stabilisce anche le caratteristiche di composizione (per il consumo umano) e i requisiti applicabili in materia di etichettatura che devono essere soddisfatti per poter immettere
un miele sul mercato dell'Unione.

Le adulterazioni più frequenti sul miele

Il miele può essere adulterato con diverse sostanze, come ad esempio lo zucchero o l'acqua, ma l'adulterante più comune è lo zucchero. Per aumentare il volume del miele vengono utilizzati sciroppi di zucchero economici che rimangono di fatto complessi da rilevare persino con metodi di analisi sofisticati. Vi sono poi pratiche fraudolente che puntano a modificare la percezione della qualità e del valore del miele da parte del consumatore attraverso la dichiarazione non veritiera dell'origine botanica o di altre caratteristiche. Poiché il miele prodotto in una determinata zona geografica e nel rispetto di metodi di produzione specifici può essere commercializzato come prodotto di qualità dotato di caratteristiche peculiari (DOP
(denominazione di origine protetta) o IGP (indicazione geografica protetta)) e venduto a un prezzo più elevato, vi è un'appetibilità nel cercare di far passare un miele comune per un miele
DOP o IGP dichiarando il falso sulla sua origine, in modo da incrementare gli utili. La dichiarazione dell'origine geografica può essere falsificata anche al fine di eludere le regolamentazioni tariffarie. Altre pratiche fraudolente interessano la composizione o l'etichettatura del miele. Tra queste vi è l'attribuzione illecita della denominazione "miele" a un prodotto costituito in tutto o in parte da un prodotto di qualità inferiore, come ad esempio il "miele per uso industriale". 

Una nuova tecnica per individuare il miele adulterato

L’Ente italiano di Normazione (UNI) ha da poco pubblicato la norma UNI 11972:2025 Miele, che  fornisce un metodo analitico basato sulla tecnica spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) in alta risoluzione per identificare marker specifici di tre aduteranti saccaridici maggiormente utilizzati per diluire il miele: inulina, zucchero invertito e sciroppo di mais/malto. La pubblicazione della norma segna un importante traguardo per il riconoscimento ufficiale delle tecniche NMR in campo giuridico.

A mettere a punto la tecnica per questo specifico ambito, il Gruppo di lavoro “GL 23-autenticità degli alimenti" istituito nell’ambito dell’accordo di collaborazione attivo tra Cnr e UNI, che prevede – tra le altre cose- la partecipazione di ricercatori dell’Ente ad attività di normazione tecnica. Project Leader del Gruppo, è Roberto Consonni dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” del Cnr di Milano (Cnr-Scitec), che spiega: “Il miele, come altri prodotti alimentari di pregio, rappresenta un target per l’adulterazione al fine di ottenere maggiori profitti; inoltre, in questi ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, le quantità di miele risultano fortemente ridotte. Analisi internazionali – come un recente “technical report” del JRC - hanno fornito segnali allarmanti, affermando che quasi la metà del miele importato in Europa da differenti nazioni europee ed extraeuropee non è conforme alla direttiva europea 2001/110/EC, che definisce gli standard qualitativi minimi per il miele per uso alimentare: è, cioè, da considerarsi adulterato”.

L’adulterazione più diffusa consiste nella diluizione di miele autentico con sciroppi saccaridici di diversa origine vegetale a basso costo, con composizione complessa e di difficile identificazione.

Oggi, grazie alla tecnica NMR, è possibile identificare e quantificare selettivamente dei segnali specifici per ogni tipo di adulterante saccaridico considerato nello studio. In pratica si osservano dei marker specifici presenti in concentrazioni elevate nei campioni di miele adulterati artificialmente.

“La tecnica è stata testata su tre varietà botaniche di miele, in particolare miele di castagno, millefiori ed acacia con i tre adulteranti saccaridici. Presso il laboratorio NMR di Cnr-Scitec è stato messo a punto un protocollo analitico per la preparazione dei campioni, l’acquisizione dei dati NMR ed il processing dei dati ottenuti dalle misure eseguite. Questo protocollo, che ha testato l’adulterazione dei campioni di miele autentico con ciascuno dei tre adulteranti in percentuali dal 10% al 30% in peso  è stato condiviso con diversi laboratori nazionali di enti di ricerca diversi, che hanno analizzato gli stessi campioni e validato il metodo.

Potrebbero interessarti

Bio e Natura

L’efficienza delle piante di trasformare il carbonio atmosferico in biomassa

Pubblicata su Nature Ecology and Evolution, la ricerca del CNR offre una nuova prospettiva sul ruolo cruciale della vegetazione nella lotta al cambiamento climatico: più efficacemente le piante usano o trattengono il carbonio, più riescono a sottrarre CO2 dall’atmosfera e a ridurne l’impatto

03 luglio 2025 | 16:00

Bio e Natura

Il potenziale dei droni per promuovere pratiche agricole sostenibili. 

La capacità dei droni di applicare con precisione pesticidi e fertilizzanti, utilizzando metodi di trattamento a basso volume, migliora la sostenibilità riducendo al minimo lo spreco di risorse

01 luglio 2025 | 15:00

Bio e Natura

Aumentare la concentrazione di zinco nel grano contro la malnutrizione

L'impatto delle pratiche di gestione e delle proprietà del suolo sul miglioramento della concentrazione di zinco del grano attraverso l'applicazione di fertilizzanti. Necessario superare la soglia di 40 mg/kg

30 giugno 2025 | 11:00

Bio e Natura

Suolo: aspettando la Carta in scala 1:100.000 e la legge nazionale

I suoli coltivati italiani, a partire dal secondo dopoguerra, hanno perso tra il 2 e il 3% di sostanza organica con conseguenti danni ambientali e sociali. Oggi i 2/3 circa dei suoli coltivabili nel nostro Paese sono degradati

27 giugno 2025 | 09:00

Bio e Natura

Un'applicazione simula come sarà la perdita del suolo dall'erosione in 100 anni

L'erosione è un problema per la sicurezza alimentare dell'Europa. Oltre a peggiorare l'effetto della siccità e ridurre la fertilità del suolo, l'erosione contamina le acque vicine alla coltivazione

21 giugno 2025 | 09:00

Bio e Natura

Produzione agricola e paesaggio: il binomio indissolubile

Il paesaggio contemporaneo è il frutto di un’interazione tra la natura e quelle attività agricole che hanno contribuito a modellare il territorio. Il convegno organizzato da Federunacoma presso il Padiglione Italia a Expo di Osaka

17 giugno 2025 | 13:00 | Marcello Ortenzi