Bio e Natura
Coltivare ortaggi nello spazio grazie all'illuminazione a led

L’aspetto innovativo del progetto consiste nella ricerca e messa a punto delle migliori combinazioni di led a diverse lunghezze d’onda più efficaci nell’indurre la pianta a produrre sostanze bioattive
10 gennaio 2022 | C. S.
Sviluppare sistemi di illuminazione LED ad alta tecnologia da utilizzare in ‘orti spaziali’ per coltivare micro-ortaggi in grado di integrare la dieta degli astronauti con sostanze ad elevato potere nutrizionale. È l’obiettivo del progetto SOLE (“Sistema Ottico di illuminamento LED e controllo iperspettrale per la coltivazione di piante finalizzato ad applicazioni spaziali”), che riunisce ENEA, Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’azienda G&A Engineering, finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito del bando ‘LAerospaZIO’ per la promozione del trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale.
L’aspetto innovativo del progetto consiste nella ricerca e messa a punto delle migliori “ricette di luce”, cioè le combinazioni di LED a diverse lunghezze d’onda più efficaci nell’indurre la pianta a produrre sostanze bioattive in un sistema automatizzato e controllato. L’obiettivo è ridurre i tempi di intervento umano, evitare eventuali contaminazioni da manipolazione e consentire di monitorare lo stato della crescita delle piante, anche da remoto.
Oltre a definire i parametri di illuminazione LED per una produzione ottimale da un punto di vista quantitativo e qualitativo il Laboratorio Biotecnologie del Centro Ricerche ENEA Casaccia si occuperà della risposta delle piante alle condizioni ambientali artificiali e della selezione delle specie vegetali, in relazione al fabbisogno nutrizionale degli astronauti e alla capacità di adattamento alle condizioni idroponiche.
Da parte sua ASI definirà i requisiti di progettazione dell’impianto dimostratore, inquadrandoli negli ambiti applicativi di maggiore interesse per i prossimi programmi di esplorazione umana dello Spazio, mentre G&A Engineering sarà impegnata nella progettazione ingegneristica e nello sviluppo dell’impianto di coltivazione in ambiente controllato.
“L’esplorazione dello Spazio oltre la bassa orbita terrestre dipende dalla possibilità di produrre e riciclare risorse primarie in loco, svincolandosi il più possibile dai rifornimenti da Terra; questa esigenza è particolarmente rilevante quando si parla di cibo fresco, necessario al benessere psico-fisico degli astronauti”, sottolinea Luca Nardi, responsabile per ENEA del progetto SOLE. “Da qui l’importanza di poter coltivare le specie vegetali nelle missioni, utilizzando sistemi progettati per rispondere in maniera affidabile allo scopo”, aggiunge Nardi.
“I risultati previsti dal progetto saranno di sicuro interesse anche per successive applicazioni terrestri”, evidenzia Angiola Desiderio, ricercatrice ENEA del Laboratorio Biotecnologie. “È infatti sempre più pressante la necessità di individuare alternative alle tecniche di coltivazione tradizionali, che possano spostare le produzioni vegetali anche in ambienti estremi, come ad esempio le aree urbane, ma anche zone aride, contaminate o climaticamente avverse, al fine di supportare le crescenti richieste di alimenti freschi e qualitativamente garantiti”, conclude Desiderio.
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