Bio e Natura
I danni della gelata tardiva su olivo e vite: come reagire

L'ondata di gelo che ha attraversato il centro Italia subito dopo Pasqua ha suscitato clamore soprattutto per i danni sulle orticole e sui frutteti. Anche vite e olivo hanno subito l'ondata di freddo con conseguenze da valutare
09 aprile 2021 | R. T.
In tutto il Centro Nord Italia si stanno sovrapponendo, come fossero bollettini di guerra, gli allarmi dei professionisti, delle associazioni e degli agricoltori per i danni dell'ondata di freddo, che ha attraversato molte regioni subito dopo Pasqua.
La nottata più difficile è stata quella tra giovedì 8 e venerdì 9 aprile, anche se anche la giornata del 7 aprile è stata molto fredda.
E' già possibile capire e stimare il danno?
Sulla vite
Sulla vite il danno da gelo in questo periodo è di solito immediatamente visibile e generalmente sono riscontrabili già con temperature intorno allo zero ma sono ancora più visibili con temperature di -5/-6 gradi centigradi.
In questa fase, infatti, la vite sta emettendo i primi germogli, tessuti notoriamente molto sensibili al freddo.
Più fortunati i viticoltori ritardatari, che hanno finito tardi la potatura invernale, tecnica che può ritardare il germogliamento anche di sue settimane. Con temperature intorno allo zero si sono salvati inoltre i vitigni più resistenti come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Riesling renano, Montepulciano, Trebbiano toscano, Trebbiano spoletino.
Negli altri casi, purtroppo, il danno è pressochè totale, avendo bruciato per l'eccessivo freddo tutto o gran parte del germogliamento, costringendo i viticoltori a una successiva “potatura” dei germogli bruciati dal freddo, con ripartenza dei germogli secondari. In questo caso è lecito attendersi una produzione ridotta dal 40 al 70% rispetto alla piena vendemmia e, di solito, anche un vino di minor qualità.
Sull'olivo
Molto più difficile, per ora, stimare il danno da freddo sulll'olivo. Anche nelle località di alta collina e pedemontane, per fortuna poche, dove le temperature sono scese a -6 gradi centigradi od oltre, generalmente bisogna attendere da 5 giorni a due settimane per capire la reale entità del danno. Se l'olivo, viste le condizioni ambientali, fosse stato ancora in uno stato di quiescenza invernale, è probabile che il danno risultati limitato alle foglie e a qualche rametto più giovane.
E' infatti bene ricordare che i diversi tessuti dell'olivo hanno diverse tolleranze al freddo. Se gemme non quiescenti e mignole già non resistono a temperature intorno allo zero, i tessuti verdi (foglie e giovani rametti) manifestano danno a temperature di -4/-5 gradi, i tessuti lignificati soffrono quanto la temperatura scende a -8/-10 gradi per periodi lunghi, mentre sono letali anche per l'apparato radicale temperature di -12/-15 gradi, se protratte per molte ore.
Se i danni strutturali generalmente sono visibili in poco tempo, la maggiore difficoltà sta nel comprendere il danno causato a gemme e mignole. In questo caso può passare più di qualche giorno perchè si verifichi la necrosi dei tessuti. Il danno, infatti, consiste non tanto nel ghiaccio quanto nell'effetto disidratazione che le basse temperature portano con sé.
Tranne in casi in cui le temperature rigide si sono protratte per diverse ore (8-12 ore) è bene ricordare che la pianta la capacità di compensare l'eventuale perdita di gemme a fiore con la differenziazione di nuove in aree della chioma che non hanno subito il danno. In questi casi, passato il pericolo, può risultare utile intervenire con biostimolanti per ristabilire il prima possibile le funzionalità biochimiche dei tessuti. Generalmente in questi casi si consiglia l'intervento con stimolanti simil ormonici e/o con aminoacidi, proteine e polisaccaridi che possono aiutare a ridurre l'effetto degli stress abiotici, come il freddo.
Potrebbero interessarti
Bio e Natura
Un gene nascosto potrebbe triplicare le rese di grano

Una rara pianta di grano con tre chicchi per fiore ha portato gli scienziati a scoprire un potente gene di crescita. La scoperta potrebbe aiutare a creare grano super-produttivo per nutrire miliardi di persone in più
21 ottobre 2025 | 15:00
Bio e Natura
Le differenze proteiche tra pane ottenuto da grano duro e grano tenero

Per poter utilizzare la farina integrale nella produzione di alimenti funzionali, ricchi di componenti benefici per la salute, sono importanti lo studio del contenuto di proteine integrali, la loro struttura e qualità
15 ottobre 2025 | 13:00
Bio e Natura
Dai sottoprodotti agricoli una miniera di composti salutistici

La polpa di barbabietola può aiutare le colture a resistere alle malattie. I ravanelli scartati e le barbabietole sono ricchi di composti bioattivi che aumentano la salute dell'intestino e proteggono le cellule
13 ottobre 2025 | 11:00
Bio e Natura
Contro la fragilità del territorio rivalutare i castagni

La ricetta presentata dall’Accademia Nazionale di Agricoltura: avvio immediato di una nuova azione di bonifica nazionale e rivalutazione della castanicoltura, abbandonata in molte zone, come azione di tutela e sviluppo delle aree montane
01 ottobre 2025 | 13:00
Bio e Natura
Fertirrigazione a risparmio d'acqua per il pomodoro

Sistemi a intermittenza e a bassa portata, abbinati a strategie di fertirrigazione e all’impiego di DSS: consistente riduzione delle perdite idriche per infiltrazione profonda ma anche minore lisciviazione di nitrati in falda
24 settembre 2025 | 11:00
Bio e Natura
Progetto di ricerca di Prospettiva Terra: l'IA che rende sicuro il verde urbano

Attraverso sensori capaci di registrare parametri chiave, come l'inclinazione del tronco e la frequenza naturale di oscillazione, Prospettiva Terra - progetto non profit coordinato dal prof. Stefano Mancuso - ha condotto uno studio per la realizzazione di un sistema di monitoraggio basato sull'intelligenza artificiale, che può valutare in tempo reale la salute degli alberi urbani, rilevandone anomalie e rischio di caduta
20 settembre 2025 | 09:15