Bio e Natura
Più fertilizzanti organici nel futuro dell'Unione europea
Il Parlamento europeo sta discutendo un regolamento per aumentare l’uso di materiali riciclati per produrre fertilizzanti ma con limiti per le sostanze contaminanti, come il cadmio, a tutela di salute e ambiente
01 novembre 2017 | T N
Al momento solo il 5% dei rifiuti organici è riciclato e utilizzato come fertilizzante, ma i rifiuti organici riciclati potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi minerali esistenti. Secondo la Commissione, l'UE importa ogni anno oltre 6 milioni di tonnellate di fosfati naturali, ma potrebbe recuperare fino a 2 milioni di tonnellate di fosforo dai fanghi di depurazione, dai rifiuti biodegradabili, dalle farine animali o dal letame. Quasi la metà dei concimi presenti sul mercato dell'UE non è coperta dal regolamento attualmente in vigore.
Il principale costituente dei concimi minerali sono i fosfati naturali, che la Commissione ha individuato come materia prima fondamentale. Per quanto riguarda i fertilizzanti fosfatici, l'UE è attualmente fortemente dipendente dalle importazioni di fosfati naturali estratti al di fuori dell'UE (oltre il 90% dei fertilizzanti fosfatici utilizzati nell' UE sono importati principalmente da Marocco, Tunisia e Russia).
In Italia, nel 2015, sono stati distribuite 2.438.431 tonnellate di concimi, di cui: 224.651 di tipo organo-minerale (221.510 prodotte in Italia e 3.141 all’estero) e 237.328 di origine organica (224.862 prodotte in Italia e 12.466 all’estero), secondo i dati ISTAT.
Le regole UE sui fertilizzanti attualmente in vigore riguardano soprattutto i fertilizzanti convenzionali, di origine minerale o chimica, i quali spesso consumano molta energia e producono alte emissioni di CO2. Tuttavia, per i produttori è complicato vendere ed utilizzare fertilizzanti organici all’interno del mercato unico dell'UE, a causa delle differenze tra le norme nazionali dei singoli paesi.
Il nuovo progetto di regolamento mira a:
promuovere l'impiego di materiali riciclati per la produzione di fertilizzanti, contribuendo così allo sviluppo dell'economia circolare e riducendo la dipendenza dalle sostanze importate da Paesi terzi,
facilitare l'accesso al mercato per i fertilizzanti organici e innovativi, garantendo agli agricoltori e ai consumatori una scelta più ampia e promuovendo l'innovazione verde,
stabilire criteri di qualità, di sicurezza e ambientali a livello UE per i fertilizzanti recanti il marchio CE (ossia quelli che possono essere commercializzati in tutto il mercato unico),
stabilire obblighi di etichettatura più chiari per informare gli agricoltori, ad esempio sul contenuto di sostanze nutritive,
mantenere la possibilità, per i produttori che non intendono vendere i loro prodotti sul mercato dell'UE, di conformarsi solo alle norme nazionali (gli Stati membri resterebbero liberi di consentire l'immissione sui propri mercati nazionali di fertilizzanti non conformi ai nuovi requisiti UE).
Limiti per il cadmio
Il cadmio, un metallo pesante contenuto nei concimi a base di fosfati minerali, può rappresentare un rischio per la salute umana e animale e per l'ambiente, in quanto si accumula ed entra nella catena alimentare. I limiti di cadmio sarebbero ridotti da 60 mg/kg a 40 mg/kg dopo sei anni (invece di tre, come proposto dalla Commissione) e a 20 mg/kg dopo sedici anni (invece di dodici), secondo la posizione del Parlamento, per consentire ai produttori di adeguarsi a tali requisiti.
Una clausola di revisione introdotta dal Parlamento richiede che la Commissione, 42 mesi dopo la data di applicazione del nuovo regolamento, conduca una valutazione del funzionamento delle restrizioni sui livelli di sostanze contaminanti, nonché degli sviluppi delle tecnologie di rimozione del cadmio. Entro lo stesso periodo, la Commissione dovrebbe inoltre valutare l'impatto delle nuove norme sul commercio di materie prime, compresa la disponibilità di rocce fosfatiche, e sul mercato dei fertilizzanti.
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