Bio e Natura
Mettere in sicurezza gli alberi nei nostri parchi e nelle nostre città
Gli eventi meteorici sempre più intesi ripropongono il tema della cura e della gestione del nostro patrimonio verde nei centri urbani. E' assurdo che la soluzione possa essere solo l'eliminazione delle alberature di una certa imponenza e valenza vegetativa. Occorrono metodi strumentali di indagine razionali ed oggettivi
10 marzo 2016 | Giovanni Perri
La messa in sicurezza delle piante ornamentali è un aspetto delicato che non deve essere trascurato, anche per fronteggiare quelle ondate di cattivo tempo che si accompagnano a nubifragi e venti impetuosi, come nei giorni scorsi.
Nei centri urbani, soprattutto nelle aree caratterizzate da eccessivo carico antropico, flussi veicolari di una certa intensità, le piante ornamentali svolgono un ruolo importantissimo per la qualità della vita. E' un aspetto che viene dato per scontato e comunque sottovalutato, mentre al contrario fa notizie allorché qualche pianta o un numerosi imprecisato di esse, si abbatte al suolo, per forti venti od altro, e peggio ancora quando ci scappa qualche vittima.
Gli alberi ornamentali ubicati nelle nostre città sono numerosi e per lo più appartengono a diverse famiglie: latifoglie, platani, ippocastani, aceri, tigli, conifere, querce, magnolie.
Le Amministrazioni pubbliche devono preoccuparsi di mettere in campo interventi, con metodi e tecnici altamente qualificati per valutare il grado di stabilità, per monitorare situazioni che registrano potature errate, abbattimenti, sostituzioni e danneggiamenti, possibilmente con metodi strumentali di indagine razionali ed oggettivi.
Le alberature ornamentali possono essere valutate nella loro pericolosità come per i terremoti con la scala Richter. Servono conoscenze tecniche e l'utilizzo di determinate apparecchiature a impulso, restistografi, frattometri, in grado di accertare la stabilità, il rischio e la pericolosità degli alberi in riferimento alle cause: biotiche ed abiotiche, che ne minano la salute e quindi la stabilità e l'inevitabile pericolosità per l'uomo.
Il problema non è di facile soluzione. Sarebbe assurdo risolverlo con l'eliminazione delle alberature di una certa imponenza e valenza vegetativa, come platani, tigli, lecci, aceri, ect.
Quali tecniche utilizzare al fine di prevenire e garantire la sicurezza massima non solo all'uomo ma anche ai manufatti abitativi e produttivi, ubicati in prossimità dei punti critici e di aggregazione sociale altamente frequentati?
Solitamente la cause che indeboliscono la vitalità e la stabilità delle piante ornamentali sono da scrivere al traffico, al ridotto volume di terreno e di aria ed ossigeno, peraltro, compattato per l'espansione delle radici rovinate anche dai lavori di asfaltatura e/o cementificazione, ridotto volume di acqua a disposizione, ferite provocate da non razionali potature, malattie di origine animale e vegetale.
Le drastiche e vigorose potature che effettuano alcuni improvvisati potatori, i quali ritengono opportuno tagliare o sopprimere buona parte della chioma, così pure le radici superficiali, degli alberi ornamentali, con la sbagliata convinzione di irrobustire la piante, in realtà, ne compromettono la vitalità e stabilità.
Con l'eccessivo taglio delle chiome e spesso anche delle radici superficiali, per il rifacimento di qualche marciapiede, l'architettura, la struttura, la fisiologia e la funzionalità delle alberature vengono sconvolte. A seguito dell'insediamento delle forti ferite inferte ai pochi rami rimasti, al tronco e alle radici risparmiate o non soppresse, l'attacco funghi, carie, parassiti e dei relativi processi degenerativi diventano inevitabili con il lento avvio delle piante verso l'inesorabile declino ed in molti casi anche alla morte.
Valutare la stabilità degli alberi significa, quindi, pensare ad interventi di tutela, salvaguardia e valorizzazione del sistema del verde urbano e periurbano.
Potrebbero interessarti
Bio e Natura
I biostimolanti possono migliorare la resilienza delle colture al calore e allo stress idrico nel Mediterraneo?

Lo stress da calore e siccità riduce significativamente la crescita e la produttività delle piante. L'efficacia dipende dalle colture e dall'ambiente e richiede la standardizzazione. L’integrazione con biopesticidi e soluzioni scalabili è fondamentale
04 agosto 2025 | 15:00
Bio e Natura
Un miele di 2500 anni fa: le caratteristiche e l'uso

Il miele era una sostanza importante nel mondo antico, a volte lasciato nei santuari come offerte agli dei o sepolto accanto ai morti. Impronta chimica quasi identica a quella della cera d'api moderna e del miele moderno, con un livello di acidità più elevato
04 agosto 2025 | 13:00
Bio e Natura
Il basilico naturalmente respinge alcuni parassiti

Alcune piante profumate aiutano a salvare le colture vicine da insetti nocivi che mangiano foglie. Il forte odore di menta contiene composti che attivano indirettamente i geni di autodifesa, lo stesso fa una varietà di basilico
29 luglio 2025 | 15:00
Bio e Natura
Addio all'estate molto precoce

Nelle prossime due settimane, appare possibile il rischio di avere un meteo meno stabile rispetto alla media. La calura sarà intervallata, specie al Nord Italia, da improvvisi temporali
24 luglio 2025 | 09:00
Bio e Natura
Lattura romana contaminata con Escherichia coli: i trucchi per evitarlo

La bagnatura delle foglie con acqua non trattata è un importante fattore di rischio. Inoltre con una migliore conservazione al freddo dal raccolto alla consegna le probabilità di un focolaio dell'agente infettivo precipitano
22 luglio 2025 | 16:00
Bio e Natura
Soluzioni innovative e trappole intelligenti contro gli insetti alieni

Oltre alla mosca mediterranea della frutta e al moscerino asiatico, tra le minacce più insidiose per le coltivazioni di frutta, in particolare i ciliegi, si annovera la mosca Rhagoletis cerasi
17 luglio 2025 | 14:00
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati