Bio e Natura
Il biologico piace sempre di più ma alcune regioni lo boicottano
Nel 2014 l'export del biologico ha raggiunto gli 1,4 miliardi di euro, il 4% dell'intero settore agroalimentare italiano. Alcune aree del Paese, dalla Val d'Aosta alla Campania, continuano però a non credere nel bio, dedicandovi risorse molto limitate
12 febbraio 2016 | T N
Tra le produzioni agroalimentari Made in Italy particolarmente apprezzate all'estero, quelle biologiche sono cresciute in maniera tutt'altro che marginale raggiungendo nel 2014 un fatturato di 1,4 miliardi di euro, il 4% del totale dell'export dell'intero settore.
Secondo i dati Nomisma, nel segmento bio i prodotti di maggior successo all'estero sono stati l'ortofrutta (20% del fatturato in export), sostituti del latte (16%), pasta e affini (12%), carni fresche e trasformate (7%) e vino (7%).
L'agroalimentare biologico, come evidenzia Eurispes nel suo Rapporto Italia 2016, ha nel mercato interno europeo il principale sbocco: l'82% dell'export legato al segmento bio. Germania (24%) e Francia (20%) sono i mercati più dinamici. Ma anche l'area del Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo occupa una parte consistente dell'export (9%). Fuori dall'Europa, le quote maggiori di fatturato si registrano negli Stati Uniti (4%), Giappone (3%) e Canada (2%).
Il settore del biologico è, quindi, molto dinamico e premiante da parte del mercato.
In questo contesto ci si aspetterebbe che le istituzioni nazionali investissero in maniera evidente e forte su questo segmento, cosa purtroppo non vera in ogni parte del nostro Paese.
E' in particolare il Nord Est, insieme con la Val d'Aosta, a investire poche risorse nel biologico, misura 11, destinata al sostegno all'introduzione e al mantenimento del metodo biologico in agricoltura, all'interno dei Piani di sviluppo rurale 2014-2020.
Le risorse complessivamente stanziate da Trentino Alto Adige, Provincia di Bolzano, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia sfiorano i 21 milioni di euro, un quarto di quanto destinato dalle sole Emilia Romagna, Lazio e Toscana singolarmente.
Poche anche le risorse destinate al biologico in Veneto (21 milioni), Piemonte (25 milioni) e Lombardia (38 milioni), Liguria (12 milioni). Tutte insieme non raggiungono neanche la metà di quanto stanziato dalla Calabria (239 milioni) e superano di poco quello messo a disposizione dalle Marche (80 milioni) e dalla Basilicata (87 milioni). In proporzione il piccolo Molise, con i suoi 18 milioni, fa molto meglio del Veneto.
Maglia nera al Sud la Campania che ha destinato al biologico solo 35 milioni di euro, meno di un decimo di quanto previsto dalla Regione che investirà di più nel settore, la Sicilia con 417 milioni di euro.
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