Bio e Natura

La pacciamatura del futuro è biodegradabile, a tutto beneficio di salute, gusto e ambiente

Una ricerca italiana ha indagato sull’impiego di materiali biodegradabili nel campo della pacciamatura in ortofrutticoltura. Accertati miglioramenti della qualità delle proprietà nutrizionali dei meloni e delle fragole e drastica riduzione di rifiuti plastici creati a fine ciclo colturale

20 ottobre 2015 | C. S.

Il Crea ha presentato i risultati del progetto Pabiorfru sull’impiego di materiali biodegradabili nel campo della pacciamatura in ortofrutticoltura.

Concluso lo scorso 30 settembre dopo circa un anno di vita, si tratta di un lavoro organico e sistematico effettuato su orticole (melone, anguria, cavolo di rapa e lattuga) e su frutticole (fragole) entrambe sotto tunnel. Il Ccrea si è occupato del collaudo di un materiale innovativo, il Mater-bi (il cui brevetto è della Novamont), biodegradabile, composto da amidi vegetali (mais e patate) e da olio di girasole, da cui derivano i poliesteri. Nonostante non sia formato da materie prime completamente rinnovabili, ma in una minima parte anche da fonti fossili, il Mater-bi è certificato a livello nazionale ed europeo per biodegradabilità e compostabilità perché viene completamente smaltito entro 6-12 mesi per interramento nel suolo. Rispetto all’analogo prodotto in polietilene ha uno spessore ridotto e un ciclo di vita di circa 9-10 mesi.

Le ricadute legate all’impiego del Mater-bi nell’ortofrutticoltura sono di diversa natura. Grazie a numerosi test in aziende diverse, sono stati accertati miglioramenti della qualità delle proprietà nutrizionali dei meloni e delle fragole. In particolare, l’aumento del contenuto di solidi solubili nel melone e quello di composti antiossidanti (antociani, polifenoli, flavonoidi) in melone e fragola. Questo fatto è legato alle condizioni ambientali create dal Mater-Bi. Perché questo avvenga è ancora oggetto di verifiche e approfondimenti.

Grazie alla sostituzione delle pacciamature in plastica con quelle biodegradabili si ottiene una maggiore sostenibilità nei processi produttivi agricoli e una drastica riduzione di rifiuti plastici creati a fine ciclo colturale. Inoltre, il fatto che sia un materiale completamente compostabile concorre a mantenere la fertilità dei suoli in quanto contribuisce a incorporare il carbonio nel terreno.

Rispetto agli analoghi prodotti in polietilene, però, ha un costo di 2-3 volte maggiore: 5,50 euro al kg a cui va sommata l’IVA al 4% rispetto a 2 euro al kg + l’IVA al 22% (il Mater-Bi, infatti, gode di agevolazioni fiscali in quanto rientra nella categoria dei fertilizzanti organici), da cui però vanno sottratti totalmente tutti i costi della rimozione e dello smaltimento del telo secondo i circuiti previsti dalla legge.

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