Bio e Natura
Recuperare l'anidride carbonica dalla fermentazione del mosto d'uva
Si chiama E-CO2 e punta al re-impiego nelle cantine stesse, per la saturazione di ambienti o nella pressatura di uve bianche, o in altri settori industriali, come per la gasatura di bevande
02 febbraio 2013 | C. S.
E-CO2, l’innovativo progetto per il recupero dell’anidride carbonica prodotta dai processi di vinificazione, supportato dal Consorzio del Soave e Collis Veneto Wine Group, con Tebaldi srl che si occupa della realizzazione tecnologica in partnership con l’UniversitaÌ di Verona, UniversitaÌ di Napoli e Consiglio Nazionale Ricerche di Pisa, ha superato le selezioni finali del concorso “La tua idea per il Paese” promosso dall’Associazione ItaliaCamp, che in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con oltre 60 universitaÌ italiane ed internazionali, lavora per far emergere e realizzare le migliori idee di innovazione sociale per l’Italia.
E-CO2, curato dal biotecnologo ventiseienne Nazareno Vicenzi, eÌ l’unico progetto veronese e l’unico progetto in Italia dedicato al vino e verraÌ affidato, assieme agli altri progetti finalisti, al Governo Monti con la concreta prospettiva di diventare realtaÌ.
La fermentazione eÌ un processo naturale che consente di trasformare il mosto in vino, attraverso la conversione degli zuccheri presenti in alcool etilico ed anidride carbonica. Ogni anno la produzione di vino porta alla liberazione di una grande quantitaÌ di anidride carbonica nell’atmosfera e questa liberazione contribuisce all’ammontare dell’emissione di gas serra: eÌ necessario quindi tentare di ridurre questa emissione
Sulla scia di questa esigenza, nel 2011 nasce E-CO2, il progetto che permette di ridurre, di riutilizzare e di riciclare l’anidride carbonica durante i processi di fermentazione.
"L 'obiettivo – afferma Nazareno Vicenzi, biologo e responsabile del progetto - eÌ captare la CO2 liberata dalla fermentazione alcolica vinaria, comprimerla (con tecnologie implementate in altri settori) e purificarla per restituirle il suo valore di risorsa, valutandone il riutilizzo in settore enologico ma anche in altri settori che ne fanno ampio consumo. Puntiamo al suo re-impiego nelle cantine stesse, per la saturazione di ambienti o nella pressatura di uve bianche, o in altri settori industriali (come per la gasatura di bevande ad esempio) o comunque di abbassarne significativamente le emissioni da parte degli stabilimenti enologici".
In Italia vengono prodotti mediamente ogni anno 45 milioni di ettolitri di vino con un gradazione media di 12 gradi, un processo che genera una grande quantitaÌ di anidride carbonica, solo in parte riassorbita nel processo di fotosintesi nei vigneti.
"Abbiamo a nostra disposizione una quantitaÌ di anidride carbonica recuperabile tale - sottolinea Giancarlo Lechthaler, direttore generale di Collis Veneto Wine Group – da permetterci sia di reimpiegarla in cantina, sia di diventare fonte di anidride carbonica pulita per le aziende che di CO2 sono fornitrici, creando una sorta di “banca della CO2"
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