Bio e Natura
Una vespa cinese infesta il castagno nostrano
Per combattere questo insetto, da tre anni è lotta biologica con lanci di un parassitoide specifico. I risultati ottenuti sono confortanti
26 maggio 2012 | R. T.
Torymus sinensis contro Dryocosmus kuriphilus, dunque. La lotta biologica prevede, infatti, il “lancio” di un parassitoide specifico del cinipide (Torymus sinensis, appunto) nei castagneti della provincia che sono colpiti dalla vespa cinese (Drycosmus kuriphilus). Questo imenottero, fornito ai tecnici della Fondazione Mach dalla facoltà di Agraria dell’Università di Torino, è allevato in laboratorio e, una volta “sfarfallato”, viene liberato in pieno campo in primavera, quando le nuove galle sono in formazione. Le femmine del parassitoide “buono” depongono fino a 70 uova nelle galle, inserendo il lungo ovopositore all’interno delle camere larvali dove si trova la vespa cinese che danneggia la pianta. Sulle foglie dei castagni avviene quindi una vera e propria battaglia: le larve del parassitoide si sviluppano come ectoparassiti delle larve del cinipide fino a provocarne la morte, liberando così la pianta dall’insetto dannoso. Questa “lotta biologica”, come detto, prosegue da qualche anno: nel 2010 erano stati effettuati i primi lanci a Lodrone, nel 2011 si è proseguito a Lodrone, Nago-Torbole e Fornace, mentre quest’anno, all’inizio di maggio, è stata la volta delle zone di Condino, Castione, Cembra, Roncegno e Bosentino. Nel frattempo si sta portando avanti una preziosa attività di monitoraggio: tra febbraio e marzo sono state raccolte e messe in allevamento circa 10.000 galle per ognuna delle località interessate dai lanci precedenti. I tecnici hanno potuto così constatare lo “sfarfallamento” di adulti del parassitoide e questo dimostra che si sta insediando con successo nella nostra regione e suggerisce buone prospettive per la lotta biologica. Quest’anno, grazie a un finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è stata creata anche un’area di moltiplicazione del Torymus sinensis: in un castagneto a Nago-Torbole è stato avviato un allevamento in pieno campo che nei prossimi anni fornirà un elevato numero di insetti da rilasciare in altre zone della regione per continuare l’attività di contrasto nei confronti della vespa cinese e difendere in maniera sostenibile i castagneti, tutelando i produttori.
Potrebbero interessarti
Bio e Natura
Le potenzialità dell'agricoltura verticale per aumentare produzioni e ridurre l'impatto ambientale

Un gruppo di ricerca dell'Università di Monaco di Baviera ha studiato la coltivazione di sei gruppi alimentari in agricoltura verticale: colture orticole, alghe, funghi, insetti, pesce e carne coltivata
19 maggio 2025 | 11:00
Bio e Natura
Il sogno del grano senza glutine con il miglioramento genetico

Secondo un nuovo studio dell'Università di Davis è possibile eliminare un gruppo di geni nel grano per ridurre le allergie e le intolleranze al glutine senza danneggiare la panificazione
13 maggio 2025 | 15:00
Bio e Natura
Le api soffrono i cambiamenti climatici e l'uso intensivo del suolo

Gli insetti di diversi livelli trofici reagiscono in modo diverso alla combinazione di temperature più elevate e un uso più intensivo del suolo. Popolazione di api quasi dimezzata dagli anni ’70
12 maggio 2025 | 12:00
Bio e Natura
L'effetto dei cambiamenti climatici sui raccolti delle principali colture

Il cambiamento climatico, riscaldamento e scarsa umidità dell’aria hanno alterato le condizioni di crescita per le cinque principali colture del mondo nell’ultimo mezzo secolo e stanno rimodellando l’agricoltura
08 maggio 2025 | 16:00
Bio e Natura
Le aree rurali sono sostenute dalla bioeconomia

Dimostrate le esperienze virtuose sviluppate in Italia, le interconnessioni tra il sistema agroalimentare, le sfide ambientali e gli attuali modelli di sviluppo socio-economico
02 maggio 2025 | 13:30 | Marcello Ortenzi
Bio e Natura
Fertilizzazione fogliare contro concimazione al suolo per la produttività del frumento tenero

E' possibile applicare meno azoto al grano, grazie alla fertilizzazione fogliare. Al 40% della normale concimazione azotata, la resa del grano era paragonabile alla concimazione del suolo convenzionale. Al 60% è aumentata la superficie fogliare
01 maggio 2025 | 09:00